Gli uomini non emulano la Simeoni

Gli uomini non emulano la Simeoni Fiacca la prima giornata di Italia-Polonia-Spagna di atletica a Venezia Gli uomini non emulano la Simeoni Facile successo di Mennea nei 100 - Il romano Podberscek andrà a Praga: 73,20 nel martello - Nell'alto vinto dall'olimpionico Wszola (m. 2,22) tre azzurri a 2,19: Di Giorgio, Bergamo e Bruni DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA — Caria (calda) della Laguna non ispira particolarmente l'atletica maschile italiana, che è tornata a Venezia dopo 23 anni con un incontro della Nazionale. Il confronto con i polacchi si è mantenuto su un certo equilibrio (mentre senza storia è stato quello con gli spagnoli), ma almeno nella prima giornata sono mancati gli acuti. Speriamo che qualcosa si muova oggi: l'aspettativa è soprattutto per Grippo, atteso attorno agli V47" negli 800. cosi come per i siepisti Volpi e Gero; che si spera si ripetano intorno agli 8'30" cosi da guadagnarsi la trasferta a Praga. Sette punti ci separano (49-56) dopo la prima giornata dai polacchi in versione tutt'altro che «kolossal»: basta pensare, inlatti, al «buco» della staffetta azzurra che ha pasticciato (e molto) in due cambi, a Zarcone ritiratosi nei 5000 per il solito dolore al polpaccio, per capire come la partita potesse anche essere a questo punto in maggiore equilibrioProprio da Zarcone (e Ortis) sembrano alzarsi i più grossi punti interrogativi. Correvano entrambi i cinquemila: il primo si è ritirato dopo 3600 metri, disputando un giro conclusivo con la smorfia amara sulle labbra, chiaramente sofferente al solito polpaccio che già lo aveva turbato ripetutamente in questa stagione. A meno di un mese dagli europei si pone dunque l'Interrogativo sull'opportunità di una sua partecipazione (la Fidai lo ha inserito nel suo primo elenco). Poco reattivo è apparso anche Venanzio Ortis, nuovamente estraneo al clima agonistico della gara, cosi come si credeva di non più vederlo dopo le ottime prove di giugno e luglio. Forse ha corso pensando ai diecimila metri odierni, ma questo lo giustifica solo in parte: ed anche la scusante-caldo è relativa, in quanto — almeno su questo piano —tutti i partecipanti erano alla pari. L'esame — se cosi lo si può chiamare — è stato fallito anche dalla staffetta veloce, che il pubblico ha comunque applaudito nel suo ultimo interprete. Pieretto Mennea. autore di una appariscente rimonta sul modesto spagnolo Sarria in ultima frazione. Prima avevano pasticciato nel secondo cambio Clementoni e Grazioli ed ancora il novarese aveva mostrato scarsa intesa con Mennea al terzo. Vittori, quando parla di «anziani» che danno sempre più affidamento, non ha tutti i torti. Certo, davanti, i polacchi stavano compiendo un'ottima gara, come testimonia il loro tempo conclusivo in 39"20. Sempre Mennea è stato protagonista nei 100 dove, pur apparendo non molto disteso nell'azione, ha regolato con buon margine Voronin. Difficile comunque esprimere giudizi: la quarta corsia occupata da Pieretto era visibile in tribuna stampa soltanto nella fascia centrale e «coperta», viceversa, sia nella partenza che nell'arrivo, al punto che si poteva invidiare chi l'ha seguita alla televisione (presente ieri ma assente, in diretta, nell'occasione che veramente contava, venerdì, quando Sara Simeoni ha saltato 2,01). Qualche nota positiva non è. fortunatamente, mancata: la conferma di Podberscek con il martello a 73.20. record personale, mentre Urlando si «accontentava» di 72.88. e la valida gara di salto in alto con l'olimpionico polacco Wszola vincitore a 2.22 e tre azzurri — Di Giorgio. Bergamo e Bruni (che gareggiava fuori gara) — a 2.79. Si é fermato invece a 2.16 il diciassettenne Cerri. Lapidario ed emblematico il suo commento: «Ho disputato troppe gare in questi ultimi tempi». Sarà dunque bene che ne prendano nota anche i resoonsabili federali. g. bar. Venezia. La vittoria di Mennea nei 100 moiri (Telefoto Ansa)