Un governo più giovane al Coni

Un governo più giovane al Coni Come previsto, nelle elezioni di ieri, è stata rispettata l'intesa tra Carraro e Nebiolo Un governo più giovane al Coni L'ex presidente della Federcalcio (che lascia il vicariato a Franchi) ed il dirigente torinese eletti all'unanimità - Secondo vicepresidente Gattai - Tre nomi nuovi in giunta - Sono nate delle speranze, ora i fatti DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ROMA — «Non ho la presunzione di credere che mi consideriate il migliore. Il vostro è stato un voto unitario in un momento sportivo difficile, sono felice per l'elezione, preoccupato per il lavoro che ci attende, perchè é chiaro che conto sulla collaborazione del consiglio e. in fase operativa, sui vicepresidenti e la Giunta, della quale sono contento faccia ancora parte nelle veste di membro del Ciò l'avvocato Onesti: il modo con il quale ha dovuto lasciare la presidenza mi ha amareggiato. Vi ringrazio per la simpatia che mi avete dimostrato, simpatia non facile nei confronti di uno che ha tatto una carriera cosi rapida». Con queste parole Franco Carraro ha risposto al voto unanime del consiglio del Coni (31 voti su 31, lui era uscito dalla sala, Nostini non aveva ritirato la scheda) che lo ha portato come era largamente previsto alla massima carica dello sport italiano. E senza sorprese le elezioni successive, unanimità per Nebiolo alla vicepresidenza , ingresso di Vinci, Caiati e Carpi de Resmini in Giunta. Le dichiarazioni di Carraro, seguite da altre che hanno toccato i problemi del Coni e dello sport, hanno dato un pò di calore ad una elezione che era slata cosi bene preparata nei dettagli da sembrare persino grottesca. Il nuovo presidente ha sorpreso per la chiarezza della sua esposizione, per quanto ovviamente preparata, ma non letta: una «scaletta» con gli argomenti gli ha fatto da guida. Persino Nostini, uno della «fronda», che ieri non ha mai votato insistendo sui suoi dubbi sulla regolarità della convocazione del consiglio, alla fine è andato a stringere la mano a Carraro L'elezione di Nebiolo alla vicepresidenza «checonta», con la sua unanimità ha confermato come il consiglio del Coni, facendo blocco attorno ai due dirigenti più qualificati (ed apprezzando senza dubbio la rinuncia del presidente della Fidai ad una lotta ad oltranza magari difficile —per la presenza di Onesti alle spalle di Carraro —ma più che legittima per titoli ed esperienza) ha inteso dimostrare al mondo dello sport ed a quello politico di sapere sacrificare l'orgoglio personale per una azione unitaria. Nebiolo ha fatto eco al neo presidente, assicurando la massima collaborazione sua personale e della Fidai al lavoro futuro: ora non ci sono che da attendere i risultati di questa apertura democratica dell'ente, che dovrà andare oltre alle buone intenzioni. E chissà anche che in un domani, quando magari il ricordo di certi sistemi si affievolierà, non si possa assistere ad elezioni meno guidate, a qualcosa di più spontaneo: l'unità di intenti, forzata dalla ferma campagna elettorale prò Carraro condotta da Onesti, non deve diventare aquiescenza. Gattai, l'altro vicepresidente, si è detto disposto a dare sempre il suo contributo «almeno con la presenza». Una brutta partenza, la sua. La fase elettorale, pubblica, era stata preseduta da una riunione a porte chiuse: fra le deliberazioni, è stata presa quella di autorizzare la Federbasket a continuare a concedere il tesseramento di due giocatori provenienti dall'estero sino al termine del quadriennio olimpico. Inoltre la Giunta è stata delegata a considerare l'ingresso di giocatori stranieri in altri sport, con la raccomandazione di limitare al massimo queste utilizzazioni. Una apertura anche per il calcio, con la dovuta prudenza. Poi, la sceneggiata dele elezioni. Carraro che lascia la sala ma è pronto a balzarvi dentro non appena c'è la fumata bianca. Pescante che dice di «sia con il capo prima ancora che Croce abbia finito di «pregarlo» a non pensare a dimissioni, la Federcalcio che entra in campo fulminea con un comunicato già ciclostilato non appena Carraro ha finito di dire, come previsto: «Non sono ancora presidente del Coni sino alla ratifica del ministero, ma comunque rassegno le dimissioni da presidente della Federcalcio e delego il dott Franchi come presidente vicario...». Cosi il «granduca di Toscana» si ritrova in mano la patata bollente, si ha l'impressione che alla Federcalcio i! passo avanti di Carraro non dispiaccia. Non è però sicuro al cento per cento, che Franchi a set-1 tembre accetti poi la presidenza, dopo il periodo di «vicariato». Aj Roma c'e Anzalone, amico di Car-1 raro, che si mostra disponibile (lasciando i giallorossi a Buticchi), ma crediamo che i piani del calcio a lunga scadenza siano ben diversi. Il nome di Boniperti circola con sempre maggiore insistenza negli ambienti, per ora sussurrato ma con simpatia e rispetto. Ma torniamo al Coni, all'oggi. I problemi dello sport sono tanti, se la coppia Carraro-Nebiolo non funzionerà sarà tutto tempo perduto. La lunga battaglia di Nebiolo per lo sport nella scuola ha trovato eco (non riferirlo sarebbe stato troppo.) nelle frasi di Carraro: «Il Coni non vuole essere un ministero dello Sport, vuole solo occuparsi dell'attività agonistica. Noi offriamo con-1 sulenza. esperienza, non possiamo costruire impianti o stilare i programmi della Pubblica istruzioneGoverno, Regioni, Comuni, pensino a quanto loro compete, la scuola faccia il resto». Le parole che ha pronunciato Carraro (il quale ha anche precisato la sua visione su un Coni ente pubblico e soggetto al parastato, con Federazioni però libere ed agili) sulla scuola e sul governo le diciamo da anni, le abbiamo sentite altre volte ma senza il successivo riscontro nei tatti. Se c'è una accusa da fare al lungo governo Onesti è quello di non avere mai condotto a fondo questa battaglia più volte accennata. Si deve arrivare a bloccare lo sport ad alto livello, se lo stato non si decide a pensare ai giovani Si deve chiarire il rapporto con gli enti di propaganda, al di là di vaghi appelli alla buona volontà comune. Tutti i nostri dubbi sulla validità della designazione di Carrara all'incarico crediamo di averli ripetuti a iosa prima dell'elezione di ieri. Ora non diciamo, come Nostini, che «riveoiamo» le nostre posizioni anzi, ma restiamo in attesa. Dopo le parole aspettiamo i fatti da questo Coni più giovane, che però — lo temiamo —troveràmolte difficoltà ad uscire dai binari del passare Chi ha guidato le votazioni di ieri ha confermato la sua «potenza». Bruno Perucca

Luoghi citati: Carpi De Resmini, Carrara, Franchi, Roma, Toscana