«Fermo là, sotto casa, mi atterriva» di Ezio MascarinoFranco Badolato

«Fermo là, sotto casa, mi atterriva» Ecco, questo è l'allucinante motivo dell'uccisione di un uomo «Fermo là, sotto casa, mi atterriva» Così l'industriale che ha ammazzato l'automobilista assopito al volante spiega perché lo ha affrontato, pistola alla mano - Si giustifica: "Vivo in continua tensione, mi minacciano" - Aggiunge: "Mi ha urtato il braccio, la pistola ha sparato da sé" Per il delitto dì via Serrano: fermati il marito e il giovane amieo Stelano Tagnocchetti, 34 anni, operaio alla Fiat Mirafiori, da un mese a casa In malattia. E' questa la carta d'identità della vittima di uno del più assurdi e immotlvatl delitti di questi anni: l'automobilista ferito a morte l'altra sera alle 22,30 in via Antonio Cecchl angolo corso Emilia, da un Industriale ossessionato dalla paura, che vedeva nemici dappertutto, che viveva nell'incubo del rapimento. « Non volevo uccìderlo, il colpo è partito accidentalmente », continua a ripetere l'omicida, il sessantatreenne Remigio Garetto. Una vita è stata cosi stroncata da un colpo di pistola, partito dalla mano armata di un uomo che si credeva vittima di un agguato: questo 11 bilancio di un gbclslsfqscemgu grave errore di valutazione (scambiare per un ladro un tranquillo cittadino che stava dormendo nella sua auto) suggerito da un'ossessione che rasenta lorme deliranti. Chi sono 1 protagonisti di questa incredibile vicenda? La vittima, Stefano Tagnocchetti, soffriva di disturbi mentali e per questo motivo non lavorava da alcune settimane. Più volte era stato ricoverato nell'ospedale psichiatrico di Savonera, ma non era assolutamente classificato come individuo pericoloso. Qualche giorno fa era stato coinvolto In un movimentato episodio davanti alla stazione Dora. Alla guida della sua « A112 » era passato con il rosso a un incrocio, provocando un incidente. Roba da poco, ma non si era fermato e, bloccato da un'autoradio dei vigili urbani, aveva dato queste spiegazioni: n Avevo fame, dovevo andare subito a casa, non potevo attendere che i sema/ori mi dessero via libera ». Nei suol confronti era stato stilato un lungo verbale. Alla madre Olimpia, una vedova di 63 anni, che viveva con lui In via Vibò 50, il giovane aveva confidato che volevano ritirargli la patente, forse anche in relazione alle sue condizioni psichiche. Ma il provvedimento non era ancora stato preso: l'altra mattina quando è uscito, la patente l'ha semplicemente dimenticata a casa. Ecco perché ne era sprovvisto ed è tardata la sua Identificazione. Della sua morte, la madre ha saputo soltanto Ieri mattina, quando 1 vicini, dopo aver letto 1 giornali, l'hanno informata. L'omicida, Remigio Garetto, via Cecchi 3, era titolare con il fratello Filippo della Photo-color, un laboratorio per lo sviluppo e stampaggio di materiale fotografico a colori. Originarlo di Castelnuovo Don Bosco, durante la guerra era stato ufficiale di collegamento In alcune formazioni partigiane piemontesi. E' conosciuto In tutta la provincia. Da qualche tempo era bersaglio di minacce, telefonate anonime a scopo di estorsione. Una notte ignoti gli hanno tagliato le gomme della macchina, un'altra volta si è trovato con 1 bulloni del freni dell'auto allentati. Viveva quindi in un continuo e pericoloso stato di tensione. E' stato lui stesso a raccontare ai cronisti, ieri mattina in questura, come si sono svolti 1 fatti, n Giovedì, dopo una visita ai miei parenti dì Rivarossa, sono tornato a casa verso le 22,15 ». E' stata la moglie, Maria Priolo, 32 anni a fargli notare la presenza di quello sconosciuto che dormiva in auto da oltre un'ora, sotto la loro abitazione: « Mi sono allacciato ed ho visto V "A112", parcheggiata in mezzo alla corsia di destra, poco oltre l'incrocio di corso Emilia ». Passa qualche minuto, l'industriale si innervosisce; prende la sua Beretta 6,35 e scende per le scale. Incrocia un inquilino dello stabile, gli spiega cosa lo sta turbando, questi corre a telefonare al 113, mentre l'Industriale, con l'arma nella mano sinistra (è mancino), si avvicina, cauto, alla macchina. « L'uomo sull'auto — prosegue il racconto — ero appoggiato al volante, non si capiva se stava dormendo o fingesse. L'ho scosso, chiamandolo "Ehi, signore, cosa fa? ehi signore", ma non rispondeva. Allora l'ho schiaffeggiato con la mano libera. Intendevo svegliarlo ». « Non so cosa sia successo di preciso — dice ancora il Garetto — quando l'uomo si è improvvisamente voltato verso di me, so soltanto che mi ha urtato con il suo braccio il mio polso sinistro. E' partito un colpo, è stata una disgrazia, una terribile disgrazia. Lo so che se non avessi avuto la pistola in mano non sarebbe successo, ma chi ha il coraggio di scendere in strada disarmato di questi tempi? ». Il proiettile, uno solo, ha colpito in viso 11 Tagnocchetti, un centimetro sopra il sopracciglio destro. E' stato lo stesso Garetto a chiamare un'ambulanza della Croce rossa, che ha trasportato 11 ferito al Martini di via Tofane, dove è morto subito dopo il ricovero. Perché era sotto l'abitazione del Garetto? Malato, esausto dopo aver girovagato in auto tutto il pomeriggio e buona parte della serata, probabilmente 11 Tagnocchetti ha avuto una crisi ed ha sentito il bisogno di fermarsi a riposare. Stamane alle 9 sarà effettuata la perizia necroscopica sul cadavere. Nella stessa mattinata l'industriale Garetto, assistito dal legali, aw. Mazzola e Merlone, sarà Interrogato in carcere, dove è stato trasferito Ieri pomeriggio, dal sostituto procuratore, dott. Rinaudo. Due fermi nelle indagini sull'omicidio di Maria Carli, la pensionata di 68 anni soffocata nel suo alloggio di via Serrano: 11 marito, Giuseppe Amisano e un giovane di 22 anni, Guerrino Cavalieri, via Monginevro 100, la stessa casa ove abitava la Carli. Quest'ultimo era già stato interrogato più volte in questi giorni negli uffici della mobile; Ieri sera la decisione di fermarlo. « Sono perni fondamentali nelle indagini », dice il vice questore Montesano. Aggiunge il capo della mobile, Ferslni: « Stiamo analizzando e valutando le loro posizioni ». In giornata il magistrato, dott. Savio, avrà sul tavolo un primo rapporto dell'inchiesta: in una decina di pagine sono delineate le figure dei due fermati, gli elementi di accusa, gli eventuali moventi del crimine. « Due personaggi complessi — affermano In questura —. Giuseppe Amisano un mitomane, che si vantava in giro di ricchezze Inesistenti, pronto all'occorrenza a tentare qualche piccola truffa. Una vita di espedienti. Guerrino Cavalieri, "Rino" come lo chiamano in casa, una sua vittima ». Vecchio e giovane si erano conosciuti un anno fa. Abitano nella stessa casa, il ragazzo è diventato un po' succubo dell'Amlsano. Lavorava come elettricista, licenziato a luglio, non esitò a dare all'amico parte della liquidazione, 200 mila lire. Mai restituite. Due settimane fa l'Amisano gli aveva assicurato un nuovo lavoro: « Occorrono 500 mila lire, ti inserisco in una ditta specializzata in fertilizzanti. Girerai per il mondo, su auto e camion. I primi tempi tt accompagnerò io, poi continuerai da solo. Ti farai una fortuna ». Ma il Cavalieri non aveva 11 denaro, l'affare (l'ennesima truffa?) andò in fumo. Il giovane ammette: « Andavo sovente, due o tre volte al giorno in casa della Carli. Anche alla sera ». Aggiunge: « I miei genitori non hanno la Tv. Passavo la serata con i due amici, spesso discutevamo di religione, del costo della vita, di tutto, era sempre molto interessante ». Le due figure, l'anziano e 11 giovane, senza dubbio sono complesse e controverse. Ma perché, secondo gli Inquirenti, uno del d potrebbe essere l'anello portante dell'inchiesta? Un punto determinante — dicono — è l'esame necroscopico: Maria Carli è stata aggredita nel letto, forse sorpresa nel dormiveglia. L'ha uccisa qualcuno che è entrato con le chiavi, comunque qualcuno che poteva trovarsi nell'alloggio senza destare allarmi o sospetti nella donna, tanto che si era appisolata tranquillamente. Ieri, per verificare l'Ipotesi del ladro acrobata, funzionari e tecnici della « scientifica » hanno effettuato un nuovo sopralluogo. SI sono cercate tracce, si è verificata la possibilità che un ladro giungesse, da un davanzale all'altro, sul balcone della Carli. Questo nuovo controllo ha fatto nascere alcuni dubbi. In serata « vertice » negli uffici della « mobile ». E la decisione del « termo » di Giuseppe Amisano e Rino Cavalieri. Il magistrato oggi valuterà le motivazioni di questo provvedimento e quasi certamente li interrogherà in giornata. Ezio Mascarino Franco Badolato L'industriale Remigio Garetto: «Non volevo ucciderlo» - La vittima Stefano Tagnocchetti e sua madre - Il marito della pensionata uccisa nel letto e Guerrino Cavalieri, 22 anni

Luoghi citati: Castelnuovo Don Bosco, Rivarossa