Per la Rai è difficile l'accordo su tersa rete, spese e sviluppo

Per la Rai è difficile l'accordo su tersa rete, spese e sviluppo Dopo due incontri tra il governo e i partiti Per la Rai è difficile l'accordo su tersa rete, spese e sviluppo ROMA — Nulla di deciso dopo l'incontro governo-partiti per la Rai sollecitato nei giorni scorsi da socialisti, socialdemocratici e repubblicani e svoltosi l'altra sera in una saletta del «Grand Hotel». Sei ore di discussione su Sipra, terza rete tv, radiofonia, aumento del canone, legge per la regolamentazione delle emittenti private ed estere ed entrata in vigore delle nuove norme sull'editoria non sono state sufficienti. Troppa carne al fuoco e soprattutto troppi i contrasti sulle cose da fare: così, a notte inoltrata, il ministro delle Poste Gullotti e i responsabili dei problemi radiotelevisivi, Martelli (psi), Bogi (pri), Puletti (psdi), Quercioli e Valenza (pei), Bodrato e Bubbico (de), hanno deciso di rivedersi. Lo hanno fatto ieri sera e sembra siano riusciti a concretizzare alcune ipotesi d'accordo. Nel rispetto di quanto con- tenuto nella lettera inviata giovedì scorso da Martelli, Bogi e Puletti al presidente del Consiglio e al ministro delle Poste, il vertice è stato limitato, almeno in questa prima fase, a un inventario dei principali nodi politici che stanno di nuovo rendendo di grande attualità le questioni connesse alla politica radiotelevisiva. Su questi temi, come si è detto, non sono emersi molti giudizi e propositi convergenti. Quanto ai rapporti con i rappresentanti del governo, che si è posto come legittimo interlocutore delle forze politiche, è stata compiuta con il ministro Gullotti un'analisi sui particolari della convenzione Stato-Rai e sui problemi del canone, strettamente connessi, evidentemente, alla fase di sviluppo che il servizio pubblico radiotelevisivo si avvia ad affrontare con l'entrata in funzione della terza rete tv. L'incontro — come gli stessi promotori avevano scritto nella lettera — si era reso necessario dal momento che «i programi di sviluppo dell'azienda pubblica relativi al piano triennale di investimenti, all'attuazione della terza rete e alla ristrutturazione della radiofonia configurano impegni di spesa tali che occorrerà, per farvi fronte, ottenere in breve tempo aumenti del canone Rai, degli spazi e delle tariffe pubblicitarie». Per la terza rete televisiva, la legge di riforma delia Rai varata nel '75 ne prevedeva la costituzione a partire dal '79. Nei primi piani elaborati per la sua attuazione si prevedevano 675 assunzioni in tutto, che poi sono salite a 1400. Come ottenere i finanziamenti? Solo con il canone o anche con la pubblicità? Gli editori dei giornali hanno dichiarato di non essere contrari alla terza rete, purché non sia finanziata con la pubblicità: troppi giornali, in caso contrario, rischierebbero di chiudere. Quanto al canone d'abbonamento, la legge prevede che la Rai può aumentarlo ogni due anni, tenendo conto della svalutazione monetaria. L'ultimo ritocco risale al '77 e nel '79 ce ne potrebbe essere un altro. Sarebbe giustificato? Il repubblicano Bogi ritiene che sia assurdo indicizzare il canone televisivo, perché in questo modo si produce nuova inflazione. Più possibilista invece il psi: se proprio si deve scegliere fra l'aumento del tetto della pubblicità e quello del canone, sostiene Claudio Martelli, allora si aumenti solo il canone. Ma prima, almeno, si deve esaminare a fondo il bilancio della Rai e accertare che non vi siano nascoste passività. g. fe.

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