"I trecento detenuti dell'Ira sono in condizioni inumane,,

"I trecento detenuti dell'Ira sono in condizioni inumane,, Grave denuncia del Primate d'Irlanda OTiaich "I trecento detenuti dell'Ira sono in condizioni inumane,, BELFAST — L'arcivescovo Tomas O'Fiaich, primate d'Irlanda, ha pubblicato una dichiarazione nella quale affermi che la Gran Bretagna tiene trecento uomini dell'Ira (esercito repubblicano irlandese — organizzazione clandestina) detenuti in carcere in condizioni che «sono inumane e non adatte nemmeno per animali». L'arcivescovo ha pubblicato la dichiarazione dopo una visita compiuta domenica scorsa alla prigione di Maze che si trova a 16 chilometri a SudOvest di Belfast. Egli ha trascorso diverse ore nel carcere dove si è incontrato con fedeli della sua diocesi di Armagh che sono fra i 300 uomini dell'Ira detenuti nel braccio «H» del carcere. I detenuti appartenenti all'Ira si rifiutano di indossare l'uniforme del carcere al fine di sostenere la loro richiesta di avere uno status diverso dai detenuti comuni, richiesta che è respinta dalle autorità britanniche. Le autorità del carcere, d"' canto loro, vietano ai detenuti di lasciare le celle se non indossano l'uniforme e molti detenuti sono rimasti nelle loro celle senza abiti negli ultimi diciotto mesi. L'arcivescovo O'Fiaich dichiara che le celle sono «prive di letti, di sedie o di tavoli». F.lì aggiunge: «I detenuti dormono su pavimenti che a volte sono bagnati. Essi non hanno di che coprirsi, a parte forse una coperta o un asciugamano, non hanno libri, giornali o materiale di lettura a parte la Bibbia». «I periodici religiosi — prosegue il primate d'Irlanda — sono stati vietati dopo una mia precedente visita e i detenuti nel braccio «H» non hanno penne o materiale per scrivere, né facilitazioni per hobbies o lavori manuali o la ricreazione fisica. Il tanfo e la oorcizia di alcune delle celle, con resti di cibo marcio e escrementi umani, sparsi intorno alle pareti, è pressoché insopportabile». Molti detenuti hanno detto all'arcivescovo di essere stati percossi più volte e di aver ricevuto ulteriori punizioni per aver inoltrato proteste al¬ le autorità. La dichiarazione aggiunge che l'arcivescovo non ha avuto modo di controllare queste accuse e così continua: «Il problema di questi detenuti è uno degli ostacoli alla pace nella nostra comunità. Finché sussisterà, esso sarà una causa potente di risentimento, sorgente di frustrazione tra parenti e amici di detenuti e diffonderà uno stato di acredine tra detenuti e personale del carcere. Esso sparge soltanto i semi di un futuro conflitto». «I detenuti — conclude l'arcivescovo — sono stati condannati da tribunali speciali senza giurie. Molti di essi sono stati condannati in base ad asserite confessioni volontarie ottenute in circostanze che ora sono poste in grave sospetto da un rapporto di Amnesty International». L'arcivescovo rende poi noto che sta preparando un rapporto completo per il Vaticano e aggiunge che il Vaticano ha già espresso preoccupazione per le informazioni relative alle condizioni dì vita esistenti nel carcere. (Ansa)

Persone citate: Maze, Tomas O'fiaich

Luoghi citati: Belfast, Gran Bretagna, Irlanda