Bonn: a sostegno di legge repressiva affermò di conoscere piani terroristi di Tito Sansa

Bonn: a sostegno di legge repressiva affermò di conoscere piani terroristi Capo del governo della Bassa Sassonia (incriminato?) Bonn: a sostegno di legge repressiva affermò di conoscere piani terroristi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Il cape del governo della Bassa Sassonia, il democristiano Ernst Albrecht, corre il rischio di venire denunciato alla magistratura per «mancata denuncia di crimini premeditati». Il 7 luglio, parlando dinanzi al Bundesrat di Bonn (la Camera dei laender) Albrecht aveva detto testualmente: «Posso provare che esistono terroristi che noi dobbiamo liberare, dei quali conosciamo già oggi piani di omicidio. Possiamo provarlo per iscritto. Possiamo addirittura fare i nomi delle persone che debbono venire assassinate». Albrecht voleva, con le sue parole, appoggiare una proposta di legge (di tradizione nazista) per tenere in carcere «preventivo» a tempo indeterminato le persone che hanno scontato una pena ma che «potrebbero commettere nuovi crimini». Nonostante questa esplosiva denuncia, Ernst Albrecht si è finora rifiutato di fare i nomi dei potenziali assassini a lui noti e quelli delle loro predestinate vittime. La sua reticenza è sorprendente, perché Albrecht è laureato in legge ed è stato persino ministro della Giustizia, per cui dovrebbe sapere che la magistratura può chiedere di togliergli l'immunità parlamentare e incriminarlo in base all'articolo 138 del codice penale che punisce chi non denuncia reati in preparazione dei quali è a conoscenza. E' ciò che sta esaminando la Procura Generale dello Stato la quale, su invito del ministro della Giustizia di Bonn, Jochem Vogel, ha inviato ieri a Hannover un alto magistrato. Ma Albrecht non si è fatto trovare, è partito per le vacanze in Austria, in una località che viene tenuta segreta «per motivi di sicurezza». Informato delle «rivelazioni» di Albrecht, il ministro della Giustizia Vogel gli scrisse una lettera (in data 11 luglio) per invitarlo a denunciare i piani di omicidio a sua conoscenza, allo scopo di emettere mandato di cattura contro i potenziali assassini a lui noti. Albrecht prese tempo, rispose appena due settimane dopo, (il 24 luglio) per dire al ministro che «per motivi di sicurezza» non riteneva opportuno informarlo per iscritto e per proporgli invece «un colloquio a quattr'occhi». A questo punto il ministro della Giustizia ha perso la pazienza, ha risposto immediatamente dicendo ad Albrecht di avere incaricato la Procura Generale dello Stato, affinché si metta in contatto con lui e possa ordinare al più presto l'incriminazione delle persone che stanno preparando azioni terroristiche. Ma Albrecht, anziché rispondere, è partito per le ferie «già programmate da tempo». La parola è ora alla magistratura, la quale — per la prima volta, si fa notare — si trova nell'imbaraz¬ zante situazione di dover procedere a un'inchiesta giudiziaria contro un capo di governo locale in carica. A Bonn, dove i «piani di omicidio» noti soltanto al capo del governo di Hannover hanno animato la polemica tra i partiti, si nutrono seri dubbi sulla attendibilità delle parole pronunciate da Albrecht dinanzi al Bundesrat. Molti uomini politici (anche nelle file democristiane) ritengono che Albrecht si sia lasciato prendere dalla foga oratoria per appoggiare la legge che permetterebbe di tenere in carcere anche chi ha scontato una pena. In ogni caso il brillante uomo politico si è messo in una situazione senza via di uscita. Se effettivamente «sa», i nomi di chi dovrà venire ucciso e i nomi degli assassini, può essere denunciato. Se invece non sa nulla (come si suppone) apparirà come mestatore e parolaio, squalificandosi. Il portavoce del ministero della Giustizia, Binder, ha detto ieri che «Albrecht dovrà mettere le carte in tavola», e «al più presto», la Procura di Stato potrebbe obbligarlo a sospendere le ferie e a rientrare in patria per rendere ragione alla magistratura, «come ogni altro cittadino». Tito Sansa

Persone citate: Ernst Albrecht, Vogel

Luoghi citati: Austria, Bassa Sassonia, Bonn, Hannover