Il caso Andria

Il caso Andria Doppio volto della giustizia Il caso Andria // caso è interessante: il pretore di Andria, dott. Angelo Bracciodieta con un decreto, ha deciso di reintegrare la locale società di calcio nelle lile della Federazione, da cui era stata espulsa a causa degli, incìdenti successi lo scorso anno al termine della partita AndriaPotenza, quando l'arbitro e i due guardalinee erano stati duramente colpiti tanto da dover essere ricoverati in ospedale per parecchi giorni. Contro la radiazione, confermata dai tre gradi della giustizia sportiva, hanno fatto ricorso i dirigenti dell'Andria con il patrocinio degli avv. Fortunato. Casale e Matrolillo. Il pretore, con un decreto precedente, aveva anche stabilito — contro il verdetto dei giudici sportivi — che tutti i giocatori erano ancora vincolati all'Andria, mentre il regolamento federale in caso di radiazione della società, dice che gli atleti sono liberi di scegliersi una nuova squadra. A questo punto il problema diventa giuridico, ed è molto probabile che la Federazione Calcio decida di ricorrere al giudice superiore, cioè al tribunale competente per impugnare il decreto del pretoreSecondo la leggereste votata dalle due Camere, gli «ordinamenti sportivi delle federazioni sottoposte al controllo del Coni, esulano dalla competenza del giudice ordinario». Quindi i legali della Figo potrebbero sostenere che, poiché la Federcalcio fa parte del Coni, il pretore di Andria non avrebbe potuto decidere. La causa di appello potrebbe far sospendere il decreto del pretore che impone l'immediata iscrizione dell'Andria al campionato? La motivazione della sentenza parla di «aperta violazione della Costituzione» perché una società radiata non potrebbe esercitare la ragione sociale per cui era stata costituita. La disquisizione è elegante, la vertenza è molto impegnativa. Ma bisogna far presto perché il campionato comincia fra meno di due mesi.

Persone citate: Angelo Bracciodieta

Luoghi citati: Andria, Casale, Matrolillo