Un'altra irruzione di terroristi a Bologna Assaltano i vigili, rubano armi e sparano

Un'altra irruzione di terroristi a Bologna Assaltano i vigili, rubano armi e sparano Un'altra irruzione di terroristi a Bologna Assaltano i vigili, rubano armi e sparano BOLOGNA — Nuova irruzione di un gruppo di giovani armati in un comando dei vigili urbani a Bologna: si sono impossessati di tre rivoltelle e sono riusciti a fuggire, nonostante un tentativo di inseguimento. L'irruzione è avvenuta ieri mattina, poco dopo le otto, in via Zamboni 15, nella zona universitaria. Negli stessi locali sono gli uffici del quartiere Irnerio. « Questo è un esproprio proletario. Stendetevi a terra », hanno intimato i terroristi entrando nel comando dei vigili. Erano in tre; un quarto, secondo alcune testimonianze, attendeva in fondo alle scale. Uno è andato sul retro, negli uffici del quartiere, dove ha obbligato a sdraiarsi anche i cinque impiegati presenti. Al¬ l'usciere, Alcide Benedetti, 50 anni, ha detto: « Siamo delle squadre armate proletarie ». L'uomo ha avuto una reazione ed ha lanciato un giornale verso il giovane, il quale per tutta risposta ha inserito un colpo nella canna della pistola automatica puntata al volto dell'uomo. I giovani, che portavano passamontagna e guanti da chirurgo, sono stati descritti come piuttosto bassi; uno biondo, senza accenti particolari. « Non ce l'abbiamo con voi, ma con chi vi fa fare certi servizi », hanno detto ai sei vigili (quattro uomini e due donne) bloccati nei locali, e cioè il maresciallo Gustavo Tommasini, i vigili Vittorio Mainardi, Sergio Magrini, Giorgio Cavazza, Gianna Rondelli e Milena Marcaccl. Poi si sono impossessati delle pistole che Magrini, Mainardi e la Marcacci avevano nelle fondine (una Beretta 7,65 e due 6,35). Il « commando » è quindi fuggito, e il vigile Magrini si è lanciato all'inseguimento. Su una parete è rimasto scritto con vernice rossa: « Disarmare i nemici del popolo ». Il gruppo in fuga ha cominciato a dividersi. Il vigile ha tallonato tre terroristi; in via Giuseppe Petroni, dopo circa duecento metri, uno di essi (il passamontagna ancora sulla faccia, una bisaccia alla cintura forse contenente le armi rubate) si è voltato, ha preso la mira ed ha sparato contro il Magrini, distante una ventina di metri. Il vigile con un balzo si è riparato dietro una co- lonna, poi ha ripreso l'inseguimento. « Fermateli », urlava, « sono assassini ». L'allarme è stato accolto da un tecnico dell'università e da un netturbino che, all'altezza della Facoltà di veterinaria, in via Belmeloro, si sono visti sfrecciare davanti i tre. Nuovo inseguimento. Uno dei terroristi si è dileguato in una stradina (via Benedetto Croce), gli altri due hanno invece imboccato viale Filopanti e sono entrati nel giardino di « Villa Torri », una casa di cura ora chiusa ma il cui cancello era aperto. Stavano per essere raggiunti, ma sono riusciti a scavalcare una cancellata sul retro e a dileguarsi in due direzioni opposte, nella parte orientale della città. Intanto arrivava la polizia. La zona era circondata, ma la successiva battuta non dava risultati. Si cercava anche una vecchia « Innocenti » targata Ravenna. In mano agli inquirenti per ora vi è solo il passamontagna gettato nell'atrio del comando da uno dei giovani. L'azione di ieri si inserisce in un cospicuo elenco di atti terroristici ai danni di sedi di vigili urbani e di guardie giurate. La sigla « Squadre armate proletarie » ne ha firmato buona parte dei più recenti, come le bombe scoppiate nella notte del 27 luglio contro il comando dei vigili di via Beroaldo e contro l'autorimessa comunale in via Irnerio. La stessa firma apparve a Bologna per gli attentati contro la sede dell'Istituto di vigilanza «Due Torri» (28 aprile) e l'autorimessa della «Patria» (3 maggio). Un altro assalto avvenne 1*8 aprile nel comando di via Beroaldo, quando due giovani e una ragazza immobilizzarono i vigili e sì impossessarono di carte intestate, timbri e di una pistola; contro la stessa sede nel settembre 1977 fu fatta scoppiare una bomba. Il Comune di Bologna ha emesso un comunicato, dopo l'episodio di ieri, in cui esprime solidarietà al corpo dei vigili, manifesta la « preoccupazione per l'uso criminale che possa eventualmente venire fatto delle armi rubate » e « condanna con la più ferma riprovazione simili azioni il cui unico e dichiarato scopo è quello di creare un clima di tensione estraneo alle tradizioni della città ».

Luoghi citati: Bologna, Comune Di Bologna, Ravenna