Una nuova squadra a Torino Fiat, un trattore a chi vince di Maurizio Caravella
Una nuova squadra a Torino Fiat, un trattore a chi vince Ciclismo, qualcosa si muove (con Defilippis) Una nuova squadra a Torino Fiat, un trattore a chi vince Nel ciclismo è il momento dei «divorzi». De Vlaeminck lascia Moser e chiede 110 milioni d ingaggio per restare a correre in Italia, alla Gis; Baronchelli saluta Saronni e si accorda con Luciano Pezzi («Se fai una squadra nuova, io sono con te»); Maertens litiga con Pollentier e dice: «Se Michel vuol andarsene, per quanto mi riguarda può farlo anche subito». Ma chi ha detto che sarà Pollentier, e non Maertens, a lasciare la Flandria? L'ex campione del mondo potrebbe venire a correre a Torino, in una squadra nuova guidata da Nino Defilippis, ex et. degli azzurri. Lo «sponsor» c'è: è una banca, la Cassa di Risparmio che crede nello sport, e non solo come veicolo pubblicitario. Da molti anni manca a Torino una squadra professionìstica. Sempre a livello professionistico, mancano anche i corridori: Bellini, biellese; Donadio e Rocchia, cuneesi; e l'elenco è già Unito. Ma il ciclismo ad alto livello interessa parecchio e la riunione di luglio al motovelodromo (quasi tutto esaurito, e parecchi tifosi fuori perché non erano stati stampati abbastanza biglietti) ha tatto aprire gli occhi a molti. La ditta Gios. che aveva De Vlaeminck. si è abbinata alla Ijsboerke ed ora ha Thurau; la ditta Galli sponsorizza una squadra con l'ex campione del mondo dell'inseguimento Baert. E adesso vuole inserirsi anche la Cassa di Risparmio. Forse per ragioni di tempo, e quindi di organizzazione, la squadra non si potrà lare subito; torse bisognerà attendere un anno, per partire col piede giusto. Ma Defilippis, che lontano dal ciclismo non riesce a stare, ha cominciato a prendere i primi contatti ed ha fatto un pensierino proprio a Maertens. Vuol vincere di nuovo, come una volta: anche se non pedalando, ma dando ordini dall'«ammiraglia». Sorgono nella nostra città nuove iniziative, acnhe a livello dilettantistico. Il ciclismo è uno sport che nasce nelle campagne. Molti campioni, del presente e del passato, sono ex contadini: Moser ha in faccia il segno della cornata di bue, Baronchelli viveva in un cascinale ad Arzago d'Adda, senza neppure il telefono; Hinault, vincitore del Tour, nei momenti liberi coltiva ancora alberi da frutto. Proprio seguendo questo felice binomio terra-bicicletta è nato lo «challenge» Fiat Trattori, diviso in sei prove: l'ultima si svolgerà il 3 settembre ad Udine, mentre la «finalissima» avrà luogo il l'ottobre a Modena. La società vincitrice si aggiudicherà un trattore del valore di cinque milioni; il primo classificato un aratro (un milione e mezzo), il secondo un erpice frangizolle (un milione), il terzo una bicicletta da corsa (700 mila lire). Ma la «Sisport», la sigla alla quale fanno capo tutti gli sport dell'azienda torinese, non si limita certo a questo. Per la prima volta, quest'anno, nei Centri Olimpia Fiat — grazie anche all'interessamento del dirigente Ghisi — entrerà anche il ciclismo, per bambini dagli otto ai quattordici anni. I Centri hanno già quindicimila ragazzi, divisi nei vari sport. Da settembre, grazie al ciclismo, aumenteranno ancora. Non è mai troppo tardi per sognare di diventare un altro Merckx. Maurizio Caravella Nino Defilippis L TiVllh
Luoghi citati: Arzago D'adda, Italia, Modena, Torino, Udine
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