Dopo Bagliori, anche Venditti "Sono lavoratore dipendente,,

Dopo Bagliori, anche Venditti "Sono lavoratore dipendente,, Guerra "sindacale,, dei giovani cantautori Dopo Bagliori, anche Venditti "Sono lavoratore dipendente,, ROMA — Appellandosi allo statuto dei lavoratori, cantanti e cantautori hanno intrapreso una vertenza sindacale per il riconoscimento della qualifica di «lavoratori subordinati» per ottenere l'annullamento dai contratti discografici delle «clausole capestro», come essi stessi le definiscono. Promotori dell'iniziativa sono due «campioni d'ingaggio», Claudio Baglioni e Antonello Venditti i quali avendo entrambi rotto prematuramente il contratto che li vincolava alla Rea, allettati dalle centinaia di milioni garantiti da altre case discografiche a cui si sono adesso legati, temono di dover versare parte di quanto incassato in penali per inadempienza contrattuale. Per Claudio Baglioni si è parlato, per il suo trasferimento alla Cbs. di un ingaggio superiore al miliardo, cifra che l'interessato ha categoricamente smentito. Inferiore, ma sempre con molti zeri, sarebbe l'ingaggio pagato dalla Phonogram per Antonello'Venditti, il quale, oltre a figurare attualmente al vertice delle Hit Parade discografiche con «Sotto il segno dei pesci », è in questi mesi impegnato in una tournée che gli frutta tre milioni a sera. Il primo attacco al vigente «modello» di contratto discografico è venuto il 5 giugno scorso da Claudio Baglioni, il quale ha citato dinanzi alla Pretura del lavoro di Roma la sua ex casa discografica responsabile di non avergli riconosciuto la qualifica di «lavoratore dipendente» e quindi di mancato pagamento dei contributi previdenziali, delle tredicesime mensilità, della liquidazione e delle ferie non godute negli anni in cui è stato «dipendente» della Rea. Con queste motivazioni, il cantautore romano chiede l'annullamento del suo contratto, che altrimenti sarebbe valido fino al 31 ottobre del 1979. L'udienza è stata fissata dal giudice per il 29 maggio del prossimo anno, e nel frattempo la Cbs lancerà in tutto il mondo il nuovo disco che Baglioni sta appunto incidendo. Ieri mattina è scoppiato il «caso Venditti», che nell'intento di ottenere il riconoscimento di «lavoratore subordinato» è ricorso al magistrato chiedendo che la Rea gli versi i contributi previdenziali per tutta la durata del suo contratto (dal 1973 al 1976) oltre ad un risarcimento danni di 50 milioni di lire. Il ricorso è stato presentato dal legale del cantautore romano, l'avvocato Francesco Giordano, al pretore, dottor Mario Petrucci, che ha fissato la prima udienza per il 29 settembre prossimo. «La giurisprudenza attuale — sostiene l'avvocato Giorda-' no — tende a considerare subordinato il rapporto di lavoro artistico. Ci sono già state alcune sentenze della Cassazione in questo senso a favore di registi, attori e sceneggiatori e in particolare, per quanto riguarda il cantautore, il rapporto subordinato è ancora maggiore, perché il cantautore mette a disposizione della casa discografica, spogliandosene completamente, i suoi testi e le sue musiche. E la casa discografica, a suo piacimento, può cedere ad altri testi e composizioni, parodiarle, utilizzarle a suo piacimento, e fare tutto ciò che ritiene più opportuno». «Se Venditti dovesse avere ragione, verrebbe a cadere tutta l'organizzazione dell'industria discografica, che impone oltretutto — ha detto l'avvocato Giordano — particolari clausole vessatorie come quella di^pttoporre unilateralmente il cantante ad un prolungamento di 2 anni del rapporto di lavoro senza che l'artista possa opporsi. Per questo Venditti chiede l'annullamento del contratto, il riconoscimento di "lavoratore subordinato", il pagamento dei contributi previdenziali e il risarcimento dei danni». «Il cantautore o il cantante — ha aggiunto l'avvocato Giordano — nel momento in cui la casa discografica gli im pone di prestare la propria attività nell'ambito dell'orga nizzazione tecnica e amministrativa, determinando modalità, tempi, mezzi tecnici e collaborazione di altri lavoratori per la realizzazione delle opere e per lo sfruttamento dell'attività lavorativa dev'essere considerato un vero e proprio lavoratore dipendente». e-|j Antonello Venditti

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