Protestante e gobettiano

Protestante e gobettiano GIUSEPPE GANGALE E LA RIFORMA RELIGIOSA Protestante e gobettiano Lu tesi della mancata riforma religiosa come origine dei nostri guai affiora ciclicamente nelle riflessioni che noi italiani facciamo sulla nostra storia. Fra coloro che l'hanno ripresa, il caso più significativo, anche per i riflessi su uno stile di vita e di pensiero, è quello di Piero Gobetti: diceva Walter Maturi che «il protestatiwsiino .sia al Gobetti come il giàalbinismo al Gramsci». E' una considera/ione ben noia. Ma quusi ignoto al gran pubblico è rimasto invece un singolare intellettuale, che con Gobetti collaborò, ebbe un destino politico - letterario e personale un po' simile, e ne è. in rapporto alla tesi suddetta, la controparte: parli dal problema in sé del protcslantesimo per arrivare alla realtà italiana. Tanto poco noia, tanto umbratile la figura di Giuseppe Gangale, che la sua morte, avvenuta a Murallo (Locamo) il 13 maggio scorso, è passala quasi inosservata. Anche i suoi pochi estimatori ne hanno parlato in ritardo. Pure la sua è una vicenda degna d'atten/ione. Calabrese, si laureò in filosofia, ventitreenne, a Firenze nel 1921 e in pari tempo si accostò alla Riforma, che sentì nei suoi valori originari soprattutto come ritorno a Calvino. E all'impostazione «neoealvinisia» (o «neoprotestanle») si richiamò come animatore della rivista Conscientia dal 1923 al 1927: poi. dopo la cessa/ione di essa, imposta dal fascismo, come edilore («editrice Dosa») fino al '34. Il elima e le pressioni fasciste furono anche pars magna nella eessa/ione dell'impresa editoriale. Ma ci fu. in più, l'avvertimento soggettivo, e rimasto in gran parte inesplieato da parte di Gangale. di aver «detto la sua parola», e concluso un ciclo: «Non si può continuare a parlare di Dio... Dio resta il totalmente alno, del quale non si può dire multo». Dilani in Germania, dove allora si trasferisce, Gangale lavora come filologo (si speciali/za in studi di dialettologia). Diventa tuttavia sospetto all'autorità nazista per la simpatia verso la Chiesa confessante: ma anche in seguito, quando si trasferirà clandestinamente in Danimarca, o quando, finita la guerra, potrebbe riprendere il cielo internino, confermerà la scella dell'esilio e del silenzio. Prosegue lo studio del greco-albanese e, sul piano politico-teologico, tace. Continua a lacere anche in questi anni, quando gli sludi sull'Italia fra le due guerre mettono in rilievo l'importanza degli apponi reciproci fra lui e Gobetti: gli articoli di quest'ultimo per Conscieniia. l'opuscolo gangaliano Rivoluzione protestante pubblicalo nel '25 dalle edizioni di Rivoluzione liberale... E quando viene inline rilevala l'importanza della sua attivila di organizzatore culturale antifascista: il raggrupparsi attorno a Coseiemia di numerosi intellettuali fra cui Lelio Basso, Mario Vinciguerra e Domenico Petrilli... Soprattutto l'apporto coraggioso e anticipa lore delle edizioni Doxa: lesti della teologia protestante dell'epoca (30 anni dopo, per elleno del rinnovamento conciliare, circoleranno largamente in Italia, in gran parie grazie alle case editrici cattoliche):"testi di Kierkegaard. Troeltsch, e altri oggi ben noli: e una serie di contributi originali d'intellettuali del suo gruppo. Ira cui il suo Revival, inteso a individuare il filone protestante nella storia della nuova Italia, anch'esso in anticipo di vari lustri sui lavori di Spini e della sua scuola. Soliamo un anno fa. infine. Gangale rompe il silenzio. Parla dell'attività passata, in un dibattilo, a Roma, alla facoltà valdesedi teologia, «ribadendo, dice un testimone, // valore della sua svelta di fede, non considerando perdalo né il tempo dedicato alla teologia, né il tempo dedicalo al silenzio...». Oggi sappiamo che quest'ultima, tardiva parola era un po' come il mute dimiitis di Gangale. il suo «cantico di Simeone». Quando all'incidenza della sua opera sulla realtà politica e culturale italiana. Claudio Pogliano. che ne ha dato un'eccellente rievocazione nel suo Gobetti, ne la un bilancio negativo. Ma chi conosce il piccolo mondo protestante italiano ben sa invece che (per vie talvolta contraddittorie e proprio per questo consone alle sue intuizioni) la successiva presenza protestante nella vita italiana, dalla Resistenza a oggi, si e alimentata in più modi dell'opera di Clangale. Augusto Comba

Luoghi citati: Danimarca, Firenze, Germania, Italia, Murallo, Roma