II governo definisce il piano triennale che darà più lavoro di Emilio Pucci

II governo definisce il piano triennale che darà più lavoro II governo definisce il piano triennale che darà più lavoro Le previsioni sui nuovi posti sono discordanti ROMA — Il presidente del Consiglio Andreotti e i ministri finanziari si sono rivisti ieri sera a Palazzo Chigi per proseguire la messa a punto della bozza del piano triennale (1979-81) di risanamento della spesa pubblica e di rilancio dell'economia. Il governo spera di chiudere questa settimana stessa la discussione preliminare del documento, in modo da poterlo discutere nei dettagli dopo la pausa estiva con i partiti della maggioranza e le forze sociali. Entro settembre, infatti, il ministro del Tesoro Pandolfi si è impegnato a presentare al Parlamento il piano finale con le varie iniziative anticrisi. Le linee di fondo di questo programma triennale sono sostanzialmente note e prevedono in particolare: • Il disavanzo del settore pubblico allargato dovrebbe scendere nel 1979 dai 43 mila miliardi di previsione conteggiati a 35 mila miliardi. Il « taglio » dovrebbe comportare innanzitutto un blocco, o quanto meno una revisione sostanziale, di tutti gli automatismi di spesa: da quella previdenziale (pensioni) a quella sanitaria, alla fissazione di « tetti » massimi di spesa per gli enti locali. • La manovra dovrebbe contemporaneamente consentire un aumento dei trasferimenti alle imprese soprattutto per rimettere in funzione il volano dell'edilizia e dei lavori pubblici. Il finanziamento di questi investimenti, per circa 6000 miliardi, dovrebbe altresì essere realizzato con il ricorso al mercato finanziario internazionale. • L'obiettivo di fondo, come risulta dalle dichiarazioni rilasciate dai partecipanti al « vertice » è, nella sostanza, un tentativo di aumentare l'occupazione specie quella giovanile; ma le cifre, in proposito, appaiono profondamente discordanti. Il ministro del Lavoro Scotti ha parlato nei giorni scorsi di 900 mila nuovi posti di lavoro soprattutto nel Mezzogiorno e realizzabili nel triennio in questione. Il ministro dell'Industria Donat-Oattin giudica tale previsione « fantasiosa » e la riconduce ad appena 250 mila occupati in più. Il ministro dei Lavori Pubblici, Stammati, si mostra ancora più cauto, ma garantisce in otto mesi, a partire da settembre, 75 mila posti di lavoro con l'apertura di nuovi cantieri. Il governo dovrà quanto meno chiarire le diverse identità di vedute a cui si ispirano i ministri nel quantificare in modo così distante i dati sull'occupazione. Scotti ieri sera avrebbe comunque precisato che i 900 mila nuovi posti sono legati al blocco della scala mobile. 0 Nella manovra riduttiva del disavanzo sono comprese anche alcune modifiche di tipo fiscale per maggiori entrate pari a 2 mila miliardi. Le tasse in discussione sono quelle indirette, in particolare le imposte di fabbricazione sui prodotti petroliferi, benzina esclusa. Non è improbabile, però, che si debba ricorrere, alla fine, ad una maggiore pressione tributaria comprendente anche le imposte dirette. Andreotti si mostra comunque fiducioso sui risultati della lotta contro gli evasori fiscali e al tempo stesso conta su una maggiore coscienza dei contribuenti, confermata dai buoni risultati della recente autotassazione. • Sempre entro la fine del 1979, il governo è intenzionato a ricondurre l'inflazione « sotto alle due cifre », cioè inferiore al dieci per cento; l'obiettivo per il 1981 è di portarla al 7 per cento, allineandola così alla media della Comunità europea. Il confronto tra il governo e i partiti sul piano triennale si è aperto praticamente oggi con un articolo di fondo su V«Avanti!» firmato da Fabrizio Cicchitto. Il responsabile economico del psi sostiene che il governo, nell'esposizione della sua linea programmatica, deve portare elementi di certezza e di coerenza, anche perché la situazione economica non può essere lasciata a sé stessa: «La ripetizione di quella politica dello "stop and go" sviluppata negli scorsi anni comporterebbe infatti degli sbandamenti così rilevanti da spingere tutta la situazione economica fuori controllo». A detta di Cicchitto, l'azione dell'esecutivo si presenta, al momento, quanto mai incerta. L'esponente socialista è particolarmente critico sul «balletto delle cifre» per Emilio Pucci (Continua a pagina 2 in prima colonna)

Persone citate: Andreotti, Cicchitto, Fabrizio Cicchitto, Stammati

Luoghi citati: Roma