Panico e fuga di turisti da Lipari temono che Vulcano entri in eruzione
Panico e fuga di turisti da Lipari temono che Vulcano entri in eruzione Ogni anno voci allarmistiche e false spaventano gli ospiti Panico e fuga di turisti da Lipari temono che Vulcano entri in eruzione LIPARI — Per la seconda volta nell'estate dall'inizio delle vacanze, nelle isole Eolie, sindaci, assessori, responsabili e imprenditori del turismo si sono messi le mani nei capelli e si son visti costretti a correre ai ripari. Tutto per smentire, e nel modo più categorico, voci allarmistiche quanto fantasiose, non si riesce a capire bene da chi messe in giro, sul pericolo di un'eruzione nell'isola di Vulcano. E' la prima che s'incontra venendo per mare dalla costa settentrionale siciliana, che si parta da Messina o da Milazzo o da Palermo, e che dista pochi minuti di navigazione dalla maggiore dell'arcipelago, la sontuosa e celebre Lipari. Qui, a Lipari, la «barzelletta» dell'eruzione del vulcano che è da sempre in attività nell'omonima isola ma che dicono i pescatori eoliani è un « lagnusu », cioè uno sfaticato, un fannullone, in principio era stata fatta passare con noncuranza. Nel frattempo decine di migliaia di italiani e stranieri, tranquilli, hanno continuato ad arrivare giorno per giorno nell'arcipelago incantato nel basso Tirreno per le loro vacanze-nature o, a preferenza, da gran lusso Ma in settimana evidentemente da qualche parte si è andati oltre le semplici voci, e si è arrivati a spargere quelle che in una rumorosa e anzi ribollente riunione in municipio, a Lipari, sono state definite «notizie false, tendenziose, da schifosi» Tra i più perplessi e polemici l'ingegner Giuseppe Rodriguez, presidente della locale Azienda di soggiorno e turismo, e Bartolo Famularo, assessore comunale al turismo. «Bisogna replicare, non possiamo prenderci pugni in faccia come se niente fosse. Qui i turisti va a finire che scapperanno», ha detto un sindacalista scatenando una valanga di applausi. E molti persino hanno parlato di «sabotaggio», di «concorrenza sleale», sospettando che tutto parta dal disegno di operatori turistici di altre zone che così intendono «catturare» i turisti delle Eolie. Ma sono esagerazioni. Già tre giorni fa c'era stato un primo allarme. Qualcuno infatti aveva sparso la voce che le acque calde emesse in una spiaggetta dell'isola di Vulcano e ricercatissime da chi ha i reumatismi all'improvviso erano diventate caldissime, roba da arrostirsi. Lo stesso si può dire per i fanghi, pure caldi, nei quali gli affetti da reumatismi sono soliti rivoltarsi quasi voluttuosamente a onta dello spettacolo che danno Così alcune decine di famiglie, in prevalenza milanesi, prese dal panico avevano lasciato Vulcano dopo aver fatto in fretta e furia le valigie. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Due mesi fa, davanti a un'altra ondata allarmistica, le autorità eoliane erano ricorse nientemeno che al famoso vulcanologo Hauron Tazieff che giunto da Parigi con alcuni collaboratori aveva ispezionato il vulcano sull'omonima isola, concludendo con una diagnosi largamente rassicurante: «Non c'è niente, questo vulcano è tranquillo» , aveva detto Tazieff. Ora sono stati chiamati al capezzale del malato (che non è il vulcano, ma a questo punto sembra esserlo il turismo delle Eolie) i tecnici dell'Istituto internazionale di vulcanologia con sede a Catania e gli esperti del Cnr, Consiglio nazionale delle ricerche. Essi normalmente sono incaricati di sorvegliare i vulcani di tutt'ltalia, quindi anche quelli delle Eolie (oltre a Vulcano è attivo lo Stromboli, pure sull'omonima isola) per non parlare del grande immenso Etna che, in fondo, dall'arcipelago dista in linea d'aria solo centocinquanta chilometri. «Nello smentire categoricamente tutte le voci allarmistiche diffusesi circa un pericolo imminente di eruzione nell'isola di Vulcano — è detto in una nota firmata dai professori Franco Barberi e Letterio Villari — si precisa che le misure di sorveglianza in corso consentono di seguire l'eventuale evoluzione verso fasi di potenziale rischio di ripresa dell'attività vulcanica, che verrebbe immediatamente segnalato alle autorità civili». Gli esperti dell'Istituto internazionale di vulcanologia e del Cnr nello stesso comunicato tra l'altro hanno puntualizzato che le loro osservazioni avvengono sulla base di parametri riferiti all'attività sismica regionale e locale, alle deformazioni lente del suolo, allo stato tecnico e alla composizione chimica delle «fumarole». Del resto una nuova campagna di rilevazione di questi dati è in corso proprio in questi giorni a Vulcano: finora ha consentito di avere conferma che tutto è tranquillo. Antonio Ravidà
Persone citate: Antonio Ravidà, Bartolo Famularo, Franco Barberi, Giuseppe Rodriguez, Letterio Villari, Panico, Tazieff
Luoghi citati: Catania, Lipari, Messina, Milazzo, Palermo, Parigi
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