SEI MILIARDI PER SFIDARE TORINO

SEI MILIARDI PER SFIDARE TORINO È la cifra spesa da Milan ed Inter per poter puntare allo scudetto SEI MILIARDI PER SFIDARE TORINO La Juventus rinforzatasi solo con l'esperienza del Mundial è sempre la squadra da battere - Poi c'è il Torino che ha allargato convenientemente la rosa di prima squadra - Le ambizioni di Napoli, Roma e Lazio - I problemi del Vicenza dopo aver conservato Paolo Rossi - Le possibilità delle matricole DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Visto da due punti diversi, quello finanziario e quello tecnico, l'ultimo calciomercato (in effetti ri-i schia di essere l'ultimo di tutti i tempi) merita l'assegnazione di due Oscar. Uno alla Juventus per il suo bilancio che si chiude in attivo di due miliardi e mezzo, l'altro al Milan per l'accoppiata ChiodiNovellino che rilancia sistematicamente la squadra di Liedholm nel giro scudetto. Più ancora dell'Inter che deve sistemare alcune cosucce e fare i conti con un complesso ancora troppo giovane anche se per questo imprevedibile. Nato all'insegna dei fogli di protocollo del tribunale, il mercato si è concluso negli stessi saloni che settimanalmente assistono alla nascita di nuovi milionari: grazie al Coni e al direttore del Totocalcio dottor Maialoni, è stato possibile concludere la seconda fase delle operazioni e non è colpa di chi ha prestato la sede se in alcune circostanze la ressa si è trasformata in baraonda. L'importante era chiudere salvando in apparenza la faccia. Qualche presidente ha voluto insistere con le vecchie sceneggiate cosicché contratti consegnati a tempo scaduto sono stati ugualmente accettati in Lega mentre alcuni accordi (tipo quello fra l'Udinese ed il Poggia per Del Neri) sono fioriti addirittura durante la notte e riconosciuti in quanto la società friulana sarebbe ancora un club semiprò, teoria che non sta né in cielo né in terra. Così si cambiano le squadre ma non il calcio. A questo punto ci si chiederà come mai la Juventus ha chiuso con un bilancio cosi contenuto dopo una stagione di incassi record e dopo il colpo di 2 miliardi e 600 milioni per Bossi. In effetti, Boniperti e Giuliano dovevano risolvere alcune pendenze (il pagamento di Virdis, ad esempio) cosicché considerato il solito miliardo entrato grazie al giro dei giovani è possibile inquadrare l'utile della stagione sui due miliardi e mezzo. Praticamente la metà del deficit che denuncia il Lanerossi Vicenza, costretto a svendere all'ultimo momento, dopo una burrascosa trattativa col presidente Fer- laino, il suo polmone Filippi. La società veneta, che aveva già un deficit di 2 miliardi, in pratica ha incassato soltanto 600 milioni con la cessione di Lelj e Filippi indebolendosi anche sul piano tecnico avendo perso due elementi determinanti come il terzino e il baffuto «tuttofare». Ora Farina può affrontare il pagamento della prima rata alla Juventus ma poi come affronterà gli umori della gente di casa sua quando la squadra comincerà ad avvertire i pri¬ mi scricchiolii ben sapendo. che il suo presidente per I mantenere Bossi ha sacrificato un miliardo in contanti più ' la cessione di tre giocatori che avrebbero portato un'iniezione di gioventù e di saldezza nella formazione biancorossa? Perché tale fu l'offerta di Boniperti. E' vero che Farina in questo modo ha salvato il campionato perché una Juventus con Bossi al centro dell'attacco avrebbe forse ucciso tutte le altre: ma sacrifici come il suo non sempre vengono capiti o apprezzati. il Milan appare decisamente forte anche se qualcuno si stupirà leggendo la formazione e notando la scomparsa di Capello neppure inserito fra le riserve e la presenza di due quasi sconosciuti come De Vecchi e Baresi. Quest'ultimo è il fratello del grintoso terzino interista: è più elastico, più elegante, molto più tecnico. Colombo e Liedholm stravedono per questo ragazzo che inserito in squadra in Coppa Italia ha dato un saggio della sua bravura. De Vecchi proviene dal Monza e sembra destinato a potenziare un centrocampo che offrirà anche i virtuosismi di «Monzon» Novellino, il tocco | di classe di Antonella e l'immancabile presenza di capitan Rivera al quale il Milan chiederà i soliti cinque o sei ] passaggi smarcanti, specie I ora che c'è Chiodi, il cui tipo Idi convergenza tattica semj bra fatto apposta per il gioco di Gianni. E' un Milan costato moltissimo: tre miliardi soltanto per Novellino e Chiodi. Il che ha costretto Colombo a risparmiare con gli anziani (Sabadini, Turone, Capello) eliminando nel contempo il superfluo (Calloni, Tosetto, Bergamaschi eccetera). E' una squadra d'urto, con due punti interrogativi- Albertosi (e l'alternativa rappresentata da Bigamonti non è molto confortante) e appunto Eivera. Ma Gianni ha ritrovato lo scorso anno la voglia di giocare per cui teoricamente non rappresenta un problema. Il problema semmai lo rappresenterà Bocco che vuole andare ancora in panchina mentre Colombo intende mandarlo in giro per l'estero come inviato speciale in vista della riapertura delle frontiere («Lo faceva Rosetta — ha commentato Bocco — perché non dovrei farlo io? Ad ogni modo decido io se andare o meno in panchina»). Le solite baruffe. L'Inter ha un Pasinato e un Beccalossi in più nonché giovani che stanno maturando ed un Merlo in meno. Proprio ieri Bersellini ha annunciato che l'ex viola non è stato compreso nell'elenco dei 22 giocatori che si ritroveranno martedì a Milano per partire l'indomani per Polsa di Brentonico. Fraizzoli voleva dimezzare lo stipendio del giocatore (da 50 a 30 milioni) ma Merlo ha rifiutato per cui verrà messo in lista di svincolo, sorte a cui sono destinati altri 400-500 giocatori fra A, B e C. E' questo il primo contraccolpo alla « botta » inferta dall'avvocato Campana, l'inizio della disoccupazione in un mondo che sembrava andare a gonfie vele. Una crisi che toccherà gli anziani come Merlo, Capello, Zigoni, Juliano, Prati ed i più giovani ancor in cerca di una qualificazione. Verranno ridotti anche i vivai perché le società non hanno più interesse ad investire in ragazzi che appena maggiorenni potranno andarsene ed accasarsi dove vogliono. Speriamo che non sia anche l'inizio della fine del calcio ma soltanto una fase di assestamento. E' comunque terminata per i giocatori la lunga stagione delle vacche grasse. Dicevamo dell'Inter. Mazzola (che ha smentito ogni dissapore con il suo presidente e che non si è mai sognato di potere giocare con la Juventus in Coppa dei Campioni, lui che è inattivo da un anno...) vede in Pasinato e nella formazione allestita da Bersellini assieme al suo « mago » Onesti, il più incredibile dei « secondi » esistenti in Europa, eccezionale preparatore atletico, esperto del gran mondo. « Siamo in anticipo rispetto ai programmi in guanto il nostro presidente ha aderito alle nostre richieste — ha commentato Mazzola — ma prima di parlare di scudetto andiamoci piano ». Napoli, Boma e Lazio sono le squadre destinate a creare molti fastidi sempre che i loro tecnici annullino quegli interrogativi evidentissimi in considerazione dei ritocchi da effettuare (specialmente la squadra campana) o dei rilanci da completare (il caso della Lazio). Sulla carta offrono maggiori garanzie al pari della nuova Fiorentina impostata dal trio Melloni (presidente tipo Anni 30, tanta saggezza, quasi un padre per i suoi calciatori) Carosi e Marmi. Eliminati gli anziani (non come età ma come carriera in maglia viola) si punterà sull'entusiasmo con la speranza che Antognoni torni quello di un tempo. Il Perugia non dovrebbe rimpiangere Novellino: tanto i suoi « numeri » venivano praticamente ignorati dai compagni non sempre in grado di intuirli o di concretizzarli in rete. L'Ascoli è tutto da scoprire: mattatore in serie B non sogna certo di imitare il Monaco che, passato dai cadetti alla A, ha vinto lo scorso anno il titolo francese. Comunque ha agito con molta intelligenza: ha venduto al miglior offerente Pasinato, dopo che Bozzi era stato a Torino, a prendere l'aperitivo con Boniperti nel bar di Galleria San Federico chiedendogli vanamente Brìo ed un miliardo per il suo giocatore (oltre a tenerlo in prestito per un anno). Dopo il no della Juve, ha ottenuto dall'Inter i rinforzi, gente esperta come Anastasi, Gasparini ed ultimamente il portiere Felice Pulici. Senza dimenticare due giovani di sicuro talento quali l'ex granata Pileggi e l'ex comasco Trevisanello. Esploderà sicuramente l'Atalanta ora che ha un Garrìtano in più nell'attacco e molti giovani in gamba nelle retrovie. Le altre due neo-promosse, Avellino e Catanzaro, hanno dovuto arrangiarsi accettando in pratica gli « scarti » delle altre, se si eccettua la squadra calabrese, leggera all'attacco ma solida dietro. Insomma: sono stati spesi tanti quattrini con l'unico scopo di migliorare il prossimo campionato. Offrire nuove sensazioni e creare un trabocchetto attorno alle torinesi. Impresa ammirevole ma non certo facile ora che la Juventus è maturata anche in Nazionale e dopo che il Torino ha trovato quelle riserve indispensabili per affrontare un cammino difficoltoso e ricco di ostacoli. Se poi Graziani e Pulici dovessero nuovamente esplodere assieme a capitan Sala, i sei miliardi spesi da Colombo e Fraizzoli per fare crollare la Mole calcistica, sarebbero un investimento a fondo perduto. Giorgio Gandolfi Filippi, dal Lanerossi Vicenza al Napoli, Chiodi, dal Bologna al Milan, hanno movimentato le fasi finali del mercato