In Valsesia una vacanza fra arte e verdi pascoli

In Valsesia una vacanza fra arte e verdi pascoli L'Alpàa rilancia turismo e artigianato In Valsesia una vacanza fra arte e verdi pascoli Suggestiva esposizione di oggetti in legno a Varallo - Collaborazione fra le Comunità dell'arco alpino - L'aspetto "economico" VARALLO — Come confrontare la Valsesia, «la più verde delle valli e la più colma di tesori d'arte di tutto il Piemonte» con qualsiasi altro posto di villeggiatura? Verde vuol dire profumo di erba e cordialità della gente e forse anche il piacere del silenzio ancora rimasto negli «alpi» dove oggi le baite riattate a case di villeggiatura si alternano alle casére dei pochi pastori superstiti. LAlpàa, la festa degli alpeggi, che si è conclusa ieri a Varallo dopo una settimana, ha voluto appunto essere un invito a questo nuovo tipo di vacanza agreste tra gli alti pascoli a cui la Valsesia intende affidare il suo rilancio turistico. Una vacanza diversa da qualsiasi altra, fatta soprattutto di riscoperta delle antiche usanze e degli antichi mestieri. «La Valsesia — dice Ermanno Tiramani, il nuovo presidente dell'Azienda di soggiorno — gioca oggi la carta decisiva affrontando scelte di fondo in tema di turismo». L'attività turistica è sempre stata il cardine dell'economia locale, fin dall'inizio del secolo, quando la zona era vivaio di cuochi e di maitres che portavano il nome del Sesia in Francia e in Svizzera. Proprio in quel periodo sorse lo «Splendid Park Hotel», centro di cure elioterapiche che attirò frotte di ospiti d'elite. In quell'edifìcio fastoso e insieme riposante da belle époque, dove il sindaco Testa intende sistemare l'Alberghiero (altri penserebbero invece al Casino) si è svolto l'incontro tra il pubblico, gU artigiani e i gruppi folk tradizionali. Il panorama delle mostre ambientate nel porticato del cortile e nei saloni dell'ex albergo, per chi ami la valle dove l'arte è sempre stata l'hobby d'ogni famiglia e case e chiese si sono arricchite nei secoli con statue, affreschi, stucchi e altari nati dalle mani d'intagliatori e decoratori senza pretese, spesso anonimi, era quanto mai suggestivo. C'era il legno, lavorato in tutte le fogge, dalla pirografia d'Alfredo Bertoli, ultimo d'una dinastia di falegnami varallini, agli stampi decorati per il burro di Prospero Abelia di Rossa, alle lavorazioni a truciolo di Vocca presentate da Flavio Lazzeri, ai preziosi intarsi della Scuola Barolo del professor Arturo Farinoni. Si poteva percepire la voce delle famose campane fabbricate a Valduggia e quella mistica del Sacro Monte, rappresentato dal suo custode, Michelino Tosetti, artista del ferro battuto. Il fascino di Alagna con la sua civiltà walser era documentato dalle sculture in pietra oliare di Guglielmo Gazzo e dalle case caratteristiche di pietra e legno riprodotte in miniatura da Alessandro Stainer. Una vetrina presentava le trine a puncetto e i nastri di Fobello e un banco offriva tome fabbricate ad alte quote. Ma il discorso si fa più interessante considerando che la manifestazione ha stimolato anche la collaborazione tra le Comunità montane dell'arco alpino a cui hanno risposto la Valstrona con i suoi cucchiai e i suol pettini di legno, la Gesso — Vermenagna, Pesio — con le sue «cavagne» di castagno e i suoi vetri istoriati, la Val Cervo, e la Meduna Cellina (Friuli), che ha presentato ceste, barnboline - souvenir intrecciate con foglie di mais. Un discorso appena cominciato, ma che il prossimo anno sarà esteso e approfondito in questa prospettiva di rfclamizzazione del turismo valsesiano anche come modo di conoscenza e possibilità d'amicizia. Oggi le strutture locali sono ancora arretrate e molti piccoli paesi, come Scopello, senza piano regolatore, sono deturpati dai condomini, ma lgsIltrtpstr la Comunità, l'Azienda di soggiorno e il Cai (che con i suoi 2200 soci è il secondo in Italia) si adoperano perché la valle torni alla ribalta del turismo europeo. Ogni paese ritrova e ripropone le sue tradizioni, le sue feste campestri, i suoi piatti caratteristici. Proprio di recente è stato costituito il gruppo folcloristico valsesiano, che rag¬ gruppa molti paesi dell'alta e bassa valle. La folla che ieri ha applaudito la pittoresca parata dei valligiani scesi dai monti nei colorati costumi d'un tempo, con i vecchi strumenti delle danze sull'aia e nelle stalle, ha dimostrato che la valle verde forse sta ritrovando la sua vera vocazione. Vittoria Sincero Varallo. Sfila sul ponte il gruppo folcloristico del Principato di Masserano (Foto Gobetti)

Persone citate: Alessandro Stainer, Alfredo Bertoli, Arturo Farinoni, Ermanno Tiramani, Flavio Lazzeri, Foto Gobetti, Guglielmo Gazzo, Michelino Tosetti, Vittoria Sincero