A Prarostino, disfida dei borghi

A Prarostino, disfida dei borghi Una gara medioevale con "balestre,, inglesi moderne A Prarostino, disfida dei borghi Per la terza volta nella storia moderna Prarostino, un comune di circa 800 abitanti, posto sulle colline di Pinerolo, ha fatto un balzo indietro, sia pur metaforico, immergendosi nello spirito medievale, nei gloriosi tempi di tornei, disfide, tenzoni. «Non diciamo certo una novità quando ci riportiamo agli eventi storici passati alla storia in un misto di documentazione e di favola — dice il sindaco di Prarostino, Maio Mauro, indipendente di sinistra —. Abbiamo ritenuto di riesumare queste cose non solo per l'aspetto folcloristico ma anche per sottolineare uno dei princìpi di base di queste lotte medievali, quello della conquista della libertà, della difesa del territorio, temi validi oggi come allora». L'aspetto folcloristico della manifestazione è senz'altro importante, unico forse nel{'hinterland torinese. Questo aspetto è prevaricato dal significato della manifestazione ideata e promossa, proprio a Prarostino, uno dei maggiori centri della Resistenza pinerolese. «C'è un significato intrinseco nella competizione — continua il sindaco, uno dei promotori del torneo —. Così come allora il "borgo" vincitore diventava per diritto paladino delle istituzioni (il trofeo era, come oggi, un pappagallo) la competizione amichevole dei giorni nostri dimostra come i diritti sociali e civili devono comunque e sempre essere conquistati con una battaglia leale, difesi con orgoglio». Risale al 1664 (secondo i polverosi documenti reperiti nell'archivio comunale) l'ultimo torneo disputato dai «Balestrieri di Roccapiatta» nel difendere i propri co¬ lori contro i paesi vicini. Oggi i novelli balestrieri hanno allargato il campo d'azione, hanno incontrato con successo i «nemici» di Gubbio, di Lucca, di Arezzo, andranno fra un mese a misurarsi con gli archibugieri di Ginevra. Nell'ambito dell'agonismo interno, di campanile, sono sei le borgate che si sono affrontate ieri. S. Bartolomeo, Roccapiatta e Collaretto per la squadra di Proustin d'ava! e Rocco, Gay, Cardonatto per Proustin d'amount, chiamato bourg di poui (borgo dei pidocchi) per non avere finora conquistato l'alloro. I protagonisti, cioè gli arcieri specializzati che emergono dal gruppo di «messeri» e «madonne» che fan loro corona, sono stati investiti del cavalierato. «Messer Biracìa, messer Biraciot» sono gli eroi che ancora quest'anno hanno trionfato, portando la propria fazione, «Proustin d'aval» alla meritata vittoria. Scorno e disonore quindi per i messeri perdenti, della squadra «d'amount» che sono stati, come vuole la tradizione, frustati (a sangue...) dalle proprie donne, le graziose «madonne» protagoniste anche di un balletto propiziatorio effettuato in costume dell'epoca. Messer Ghemino (Ezio) e Messer Giachebello, protagonisti del successo, imbracciano con orgoglio una balestra del '300. «La gara non la facciamo con queste armi — dicono — ormai purtroppo tarlate e ridotte a un simbolo. Gareggiamo con efficienti balestre costruite in Inghilterra e importate da un'azienda di Genova, del costo di circa 150 mila lire». «Proustin d'aval» (Prarostino di sotto, in dialetto occitano) sarà ancora per quest'anno simbolo delle conquistate libertà dei borghi, fedeli custodi del pappagallo che ne simboleggia l'autonomia, s. h. Prarostino: «madonne» e «messeri» all'apertura della gara

Persone citate: Maio Mauro, Messer, Messer Giachebello