Una Nina pazza apre a Martina

Una Nina pazza apre a Martina Una Nina pazza apre a Martina In Valle d'Itria incomincia domani il IV Festival - Attesa per la mostra dedicata alla Callas (g. g.) Per il quarto anno, l'attenzione del concertismo e della lirica è dirottata a Martina Franca in Puglia, dove domani, 18 luglio, si apre il Festival della Valle d'Uria, che proseguirà Uno al 1 agosto prossimo. La rassegna, dall'edizione inaugurale del 1975, ha raccolto attorno a sé interesse sempre maggiore, fino alla memorabile rappresentazione della Norma con Grace Bumbry lo scorso anno, dì cui ancor oggi si parla come di un episodio tra i più significativi vissuti nell'ultimo decennio dal nostro teatro lirico. Tanto più difficile, quindi, dopo tre edizioni sempre «in crescendo», riuscire ancora ad elevare il già ottimo tono della manifestazione. Ecco perché, nata fra mille difficoltà di ordine economico e organizzativo e dopo la forzata rinuncia ad ambiziosi programmi (per esempio la «prima» moderna del rossiniano Aureliano in Palmira, oppure la «versione Malibran» dei Puritani;, l'attuale edizione del Festival si presenta con le caratteristiche più di consolidamento e legittima e doverosa sopravvivenza che di reale sviluppo delle premesse felicemente gettate dal 1975 al '77. Non manca l'opera, naturalmente, articolata in due serate. La prima, quella inaugurale di domani 18 luglio, proseguendo la linea di valorizzazione dei musicisti pugliesi, è dedicata al capolavoro di Giovanni Paisiello, quella Nina pazza per amore (direttore Rino Marrone, protagonista Leila Cuberli) le cui rappresentazioni nel secolo si contano praticamente sulle dita di due mani. Autentica novità per l'Italia sono anche due dei tre atti unici — la «scena lirica» Pi- gmalione di Giambattista Cimador e l'aintermezzo buffo» Serpilla e Balocco di Giuseppe M. Orlandini — che, unitamente al Pimpinone di Telemann, costituiscono il programma del secondo spettacolo operistico (26 luglio) affidato agli «specialisti» polacchi dell'Opera da Camera di Varsavia, che anche il pubblico torinese conosce per averne apprezzato le doti di assieme al Conservatorio nel marzo dello scorso anno. La presenza del teatro in musica è completata da due spettacoli di balletto (musiche di Vivaldi, Minkus e Gounod) firmati dal prestigioso complesso dell'Opera di Stato di Cluj. Ma la Romania quest'anno è un po' di casa a Martina Franca. Dal paese balcanico proviene infatti l'orchestra filarmonica «Dinu Lipatti» che si esibirà in alcuni concerti sinfonici. Essi naturalmente non sono che una parte dell'attività concertistica che costituisce l'attesa struttura portante del Festival: recitals di pianoforte solo, oppure accompagnato a un altro piano o ad altri strumenti (di volta in volta, violino, corno, oboe, clarinetto, mandolino, flauto); e tre recitals di canto che ripropongono a diversi livelli il «mito della primadonna» (Katia Ricciarelli, Gloria Davy, Magda Olivero), fenomeno che troverà il suo punto di giusta rilevanza nella rievocazione di colei che ne originò il rilancio moderno, Maria Callas, presente con una «tavola rotonda» e una mostra. Un gruppo di pantomima (La voce del silenzio), la compagnia «Teatrinaria» Elettra di Von Hofmannsthal e il Piccolo Teatro di Grottaglie (Papa Giru) , assicurano una significativa presenza della prosa a questo IV Festival della Valle d'Itria.

Luoghi citati: Grottaglie, Italia, Martina Franca, Puglia, Romania, Varsavia