In sei mesi (nonostante la crisi) 2254 sentenze penali e 2066 civili

In sei mesi (nonostante la crisi) 2254 sentenze penali e 2066 civili Bilancio, prima delle ferie, dell'attività dei giudici In sei mesi (nonostante la crisi) 2254 sentenze penali e 2066 civili Il presidente del Tribunale, Rodolfo Prosio: "Una valutazione positiva, se si pensa alla cronica carenza degli organici" - I cento giorni del processo alle Br hanno rallentato, non fermato il lavoro - L'avvocato generale : "Abnegazione di magistrati" Attività giudiziaria limitata allo stretto indispensabile per due mesi a partire da oggi. Per Tribunale, Pretura e Procura della Repubblica si apre infatti la sessione feriale, durante la quale verrà sbrigato soltanto il lavoro classificato «urgente»: la maggior parte degli appuntamenti con la giustizia sarà rinviata a dopo il 15 settembre, quando gli uffici giudiziari riprenderanno a funzionare regolarmente con il sensibile alleggerimento dovuto all'imminente amnistia conseguente all'elezione del settimo presidente della Repubblica. E' l'occasione per fare un bilancio, al termine di un semestre che ha visto Torino duramente messa alla prova dalla celebrazione del processo ai capi «storici» delle Brigate rosse e dalla crescente attività dei gruppi terroristici. Un bilancio che il presidente del Tribunale, avvocato Rodolfo Prosio, giudica «positivo» , anche se, ci ha detto, «abbiamo l'impressione che esista una tendenza a dare una insufficiente valutazione della quantità e della qualità del lavoro svolto dagli uffici giudiziari a Torino, dove le difficoltà dovute alla carenza degli organici e ai problemi "logistici" sono di particolare rilevanza. Senza dimenticare gli ostacoli frapposti da una procedura, penale e civile, priva di quell'elasticità e agilità che sarebbero necessarie e che sono proprie degli ordinamenti giuridici di Paesi di divera tradizione». I dati sull'attività del Tribunale nei primi sei mesi del '78 (per la Pretura non sono ancora disponibili) sono indicativi. Le cinque sezioni penali e la Corte d'assise hanno pronunciato complessivamente 2254 sentenze: nel corrispondente periodo dell'anno scorso erano state quasi 3000. La differenza non è eccessiva, se si pensa al blocco imposto a molti dibattimenti durante i cento giorni del processo Br. Al 30 giugno risultavano pendenti circa diecimila processi, una settantina in Corte d'assise, la cui seconda sezione, entrata in funzione da venti giorni (è presieduta dal dottor Cucchiara), non ha ancora trovato una sede. Le sei sezioni civili hanno pronunciato complessivamente, nello stesso periodo, 2066 sentenze: il 15 settembre ne saranno pendenti, se non interverrà l'amnistia, ancora ventimila (al 30 settembre '77 erano circa 17 mila). Alle sezioni civili del Tribunale compete anche la procedura «ingiunzionale» in materia di debiti, di cui il creditore esige il pagamento, provando al Tribunale il proprio buon diritto con prova scritta. In sei mesi sono stati emanati 3500 provvedimenti («Un dato che se gna un netto aumento rispetto al passato — dice il presidente —. La crescita progressiva delle insolvenze costituisce un elemento preoccupante che meriterebbe un'analisi approfondita in altra sede» ). «Le cifre sono sempre aride — commenta l'avvocato Prosio — e non offrono un ritratto adeguato del lavoro che impegna il magistrato, di cui il momento pubblico dell'udienza non rappresenta che una parte minima. L'attività dei giudici prosegue instancabile anche nella loro abitazione, nei giorni festivi: ci sono da stendere le motivazioni delle sentenze, spesso di notevole complessità; c'è da seguire la continua evoluzione delle norme di procedura, c'è da aggiornarsi con sentenze di altri magistrati cui far riferimento. E c'è la realtà sconfortante delle difficoltà pratiche da affrontare ogni giorno...». Vediamole, per quel che riguarda Torino. Gli organici, largamente insufficienti. Attualmente sono previsti 13 presidenti di sezione (ma ci sono due posti vacanti, per cui sono praticamente ferme due sezioni, una civile e una penale) e 74 giudici (quattro posti vacanti, al primo giugno erano dodici): un numero chiaramente inadeguato alle esigenze del Tribunale di Torino. Per quanto riguarda cancellieri («gli indispensabili collaboratori dei giudici-»), segretari, uscieri e dattilografi, la situazione è ancora peggiore. Su una previsione in organico di 25 uscieri ad esempio, ne sono presenti soltanto 5; su 57 segretari solo 30, neppure due terzi degli 82 dattilografi. «E bisogna tener conto dette continue assenze, sia pure motivate, dette ferie, e così via. Come sorprendersi poi del ritardo con cui vengono pubblicate le sentenze?». A causa della scarsità di cancellieri — fa notare come esempio il presidente — nella maggior parte delle cause civili sono le parti a farsi carico della stesura dei verbali: «Si evita il rischio di vedersi annullata la sentenza non dando atto della presenza del cancelliere: una "dimenticanza" formale che evita l'accusa di falso in atto pubblico». Alla disfunzione organizzativa — oggetto di reiterate proteste in tutta Italia e dello sciopero dei giudici che costituisce un importante appun-tamento per la magistratura italiana negli ultimi giorni di settembre — si aggiunge, per Torino, il problema «edilizio» delle sedi, disseminate in sette edifici della città, anche molto distanti tra loro, con intuibili complicazioni pratiche: «Il Comune cerca di rimediare a queste difficoltà con molta buona volontà, ma per il momento non si intravedono soluzioni efficaci. Si procede tamponando le falle di volta in volta, ricavando un nuovo locale qua e là, creando uffici-stralcio. In gran parte, si tratta di puri palliativì». In questo quadro, sorprende che i risultati siano «soddisfacenti». Alla Procura generalo, cque più tranquille. «Nel distretto della Corte d'apiKllo di Torino, che comprende il Piemonte e la Valle d'Aosta, durante U primo semestre di quest'anno non si è verificato un aumento della criminalità comune rispetto al secondo semestre del 77», dice l'Avvocato generale dott. Severino Rosso, che sostituisce temporaneamente il Procuratore generale Carlo Martino, in ferie. «A questo riguardo, appare meritevole di rilievo soltanto il fatto che recentemente è stato compiuto un sequestro di persona a scopo di estorsione in Mondavi, zona dove mai si erano dovuti registrare episodi del genere». «In notevole aumento invece — prosegue il dott. Rosso — gli atti di terrorismo, che si sono intensificati prima e durante la celebrazione del processo a carico delle Br. Il fenomeno riguarda essenzialmente Torino e dintorni in quanto nel distretto, se la memoria non mi tradisce, è avvenuto soltanto il ferimento del medico della Casa circondariale dì Novara. Peraltro le forze dell'ordine, in particolare polizia e carabinieri, sono strenuamente impegnate a fronteggiare la grave situazione». Nonostante che il processo alle Br «abbia costretto numerosi avvocati d'ufficio a chiedere il rinvio di procedimenti in cui essi erano impegnati, con il conseguente rinvio a nuovo ruolo di procedimenti anche gravi, l'attività della Corte e della Procura generale è stata intensa. L'accresciuto numero delie udienze penali disposte a partire dal gennaio di quest'anno è reso possibile anche dalla entrata in vigore della norma che ha ridotto, in appello, il numero dei membri del collegio giudicante da cinque a tre, consentendo di aumentare complessivamente U numero delle cause decise in udienza». «Tutte le procure del distretto — conclude l'Avvocato generale — hanno funzionato a pieno ritmo nonostante la nota carenza di personale e dì mezzi cui si sta cercando — sia pure ancora un po' faticosamente — di porre rimedio. In particolare è doveroso segnalare la Procura della Repubblica di Torino che ha dovuto affrontare, in condizioni difficili, problemi di notevole gravità, che hanno messo a dura prova lo spirito di sacrificio e l'abnegazione dei magistrati e dei funzionari». Maurizio Spatola Il presidente del Tribunale, Prosio e l'Avv. generale, Rosso

Persone citate: Carlo Martino, Cucchiara, Maurizio Spatola, Mondavi, Prosio, Rodolfo Prosio, Severino Rosso