Un carico di Shakespeare tra gli affamati girovaghi

Un carico di Shakespeare tra gli affamati girovaghi Villar Perosa: anteprima del "Teatro delle 10" tualità del ritmo e la disinvoltura nel porgere. Stavolta l'impressione che questi interpreti si divertano come e più di noi risulta tanto contagiosa da prendere subito anche chi diffida dei programmi estivi. L'alternanza degli accenti lirici e comici, dei timbri stravolti suadenti produce un effetto sicuro. Nell'ultima mezz'ora il senso dell'affiatamento gioca qualche brutto scherzo perché induce alcuni dei comici ad appesantire le espressioni senza curarsi di «asciugare» le battute. Un difetto che fin da oggi, con le repliche, può cominciare ad attenuarsi. Per Scaglione non ci sono divi né primedonne. Varisco, Brusa, Lori, Cardellino, Versace, Fenoglio coloriscono i loro personaggi affrontando le «preziose» Carla Torrero, Rosalba Bongiovanni, Vittoria Lotterò e Anna Eolens (di Raffaella De Vita sono le registrazioni delle canzoni). Un cenno a parte merita Renzo Lori che ha sostituito un collega malato nel giro di 36 ore, puntando d'intesa con la coreografa Carla Perotti su una miccia alla Pantera Rosa mezzo smargiassa e mezzo disperata. Piero Perona TEATRI Un carico di Shakespeare tra gli affamati girovaghi Divertente e spigliato (regìa di Scaglione) il collage di pagine del grande drammaturgo e di copioni della Commedia dell'Arte - Stasera debutto ai "Punti verdi" (Parco Sempione) Vittoria Lotterò, Carla Torrero e Mario Brusa in una scena dello spettacolo VILLAR PEROSA — Un discorso sull'arte e sul teatro, pronunciato con le geniali parole di Shakespeare e inserito in un'agile rappresentazione, costituisce l'occasione per una serata piacevole. Senza darsi delle arie e pensando soprattutto a un pubblico di giovanissimi, il Teatro delle r e o e a e a o a r l s l e ? n e ; . e i Dieci inizia da oggi al Parco Sempione di Torino una tournée piemontese con lo spettacolo Ci sono dei girovaghi che hanno in loro più di quanto si crederebbe, collage scespiriano e di copioni dalla Commedia dell'Arte a cura di Massimo Scaglione. Sembra incredibile ma quando alla ribalta si accendono gli equivoci per un trucco o una mascheratura, essi si trovano già in Shakespeare, e quando al di fuori della ribalta si apre un dibattito sulle compagnie stabili o compagnie di giro oppure sulle preferenze per il genere comico-drammatico, se n'è già discusso a fondo magari nell'Amleto o nel Timone d'Atene. Gli attori torinesi ne hanno golosamente preso atto riversando il loro entusiasmo in un montaggio presentato in anteprima a Villar Perosa. La sede inadatta impedisce un giudizio sugli effetti approntati dallo scenografo Gian Mesturino, tuttavia allo scroscio della pioggia hanno felicemente fatto eco gli scrosci delle risate in platea. L'inizio si collega farsescamente con la Tempesta soespiriana: là naufragano dei signori, qui si salvano per misericordia dei comici i quali trascinano la loro fame ruzantesca su nuovi sfondi e tra nuovi imprevisti. Attraverso un elegante inawertibile passaggio si lasciano le improvvisazioni della Commedia dell'Arte e si recita il verso scespiriano. Si farà credere al calderaio Sly (previo ingaggio da parte d'un nobile) di essere un gran signore e si darà in suo onore La bisbetica domata. Ma ecco un ulteriore passaggio. I discorsi degli e sugli attori introducono la favola di Piramo e Tisbe dal Sogno di una notte di mezza estate, che scatena l'ilarità del mecenate e della stessa vittima, il calderaio Sly arrerosi alla finzione dell'arte. Dopo, al termine della recita, non saranno certo placati fame e affanni che sembrano sempiterni. Però tra le quinte e in platea serpeggia il convincimento che abbandonarsi alla fantasia, per una volta, è un'esperienza meravigliosa. Il Teatro delle Dieci, dalle lontane prove degli Anni Cinquanta fino a quest'ultima sua incarnazione, non delude mai perché basato sulla pun- Con "Gin game" di Coburn

Luoghi citati: Atene, Torino, Villar Perosa