Sequestrati i registri di Stato civile per l'inchiesta dei morti al "Blalock,,

Sequestrati i registri di Stato civile per l'inchiesta dei morti al "Blalock,, Sequestrati i registri di Stato civile per l'inchiesta dei morti al "Blalock,, Un nuovo sequestro è stato compiuto dal giudice che Indaga sulla statistica dei « morti resuscitati » del centro di cardiochirurgia « A. Blalock ». I registri dell'ufficio di stato civile dell'ospedale Molinette sono stati portati nell'ufficio Istruzione del tribunale. Serviranno ai professori Balma Bo'Ione e Gatti che hanno il compito di confrontare tutti i documenti di cui disponevano i medici dell'ospedale che hanno compilato la prima statistica della mortalità postoperatoria negli Interventi a cuore aperto e In circolazione extracorporea. Il confronto del registri di reparto con le cartelle cliniche e con i registri di stato civile darà indicazioni precise per stabilire se la prima statistica dell'ospedale era semplicemente errata o se invece era stata falsificata. I dirigenti dell'ospedale hanno sempre sostenuto la prima tesi e dichiarato anzi che, tenendo conto dei dati reperibili > In loco », I compilatori della statistica avevano fatto più del loro dovere. Ossia nella tabella figurava un numero di decessi superiore a quello risultante dalla documentazione dell'ospedale. Per dare corpo a questa tesi il presidente dell'ospedale, l'Ing. Giulio Poli, ha compilato la seconda statistica sotto una forma che, dal punto di vista medico, non ha alcun significato ma che sembra fatta apposta invece per costituire un documento di difesa, in tribunale, per coloro che hanno falsificato la statistica. L'Ingegnere ha suddiviso i decessi secondo il criterio • sul generis > di • mortalità intraospedallera » e « extraospedaliera >. Secondo questa suddivisione la percentuale di mortalità « intraospedallera » è del 12 per cento; di 4 punti Inferiore a quella certificata nella prima statistica. Ossia secondo il presidente del consiglio d'amministrazione i compilatori della prima statistica avevano inserito nella tabella molti più decessi di quanti ne figurassero In ospedale. Questi funambolismi non sono evidentemente serviti a incantare il giudice istruttore. Antonino Palaja, che conduce l'inchiesta sul falsi e che ha ora fatto sequestrare i registri dello stato civile. Ai fini delle effettive responsabilità penali non conta tanto la quantità dei morti omessi nella tabella, ma la qualità. Ossia se nella prima statistica non figurano i decessi di pazienti morti in ospedale e debitamente registrati, è chiaro che l'omissione è stata volontaria e non accidentale. A suo tempo avevamo portato l'esemplo di Giuseppe Massa, un cardiopatico deceduto in ospedale in seguito alla sostituzione della valvola aortica nel dicembre del '76. Quel decesso non figura nella statistica e l'ing. Poli non ce ne ha mai spiegato il motivo. Questo comportamento degli amministratori non stupisce chi conosce a fondo II funzionamento degli ospedali. Tra gli amministrati (i medici) e gli amministratori, si è stabilito un legame Indistruttibile che Impedisce agli uni di attaccare gli altri e viceversa. Quando è scoppiato lo scandalo della cardiochirurgia il prof. Morino, direttore del centro « A. Blalock >, avrebbe potuto difendersi facilmente accollando l'elevata mortalità agli amministratori. Per anni al « Blalock > si è misurata la pressione arteriosa, durante gli interventi a cuore aperto, tastando l'aorta con un dito; esattamente come i ciclisti misurano la pressione delle gomme. Il prof. Morino, Invece, non ha sollevato alcuna accusa e, in cambio, gli amministratori lo hanno difeso. E' chiaro quindi perché non sia stata aperta alcuna inchiesta dall'ospedale sui gravi fatti della cardiochirurgia. Qualora gli amministratori lo facessero si scatenerebbe il massacro che è contrarlo ad ogni logica di potere. Nel momento In cui l'amministrazione mettesse sotto accusa II ■ Blalock », l'accusa rimbalzerebbe come un boomerang. I fatti del centro di cardiochirurgia erano noti da anni e nessuno dei responsabili dell'ospedale si era mosso. Neanche gli stessi amministratori comunisti che avevano chiesto la statistica della mortalità. Analoga situazione si è verificata al Centro tumori dove si è consentito per decenni che fossero eseguite terapie radianti che non erano calcolate da un fisico. E' vero che II primario, il prof. Matlì, avrebbe dovuto rifiutarsi di eseguire le terapie senza il fisico, ma è anche vero che II sovraintendente sanitario e II consiglio d'amministrazione sapevano che le terapie non potevano essere corrette. Tutto questo è emerso chiaramente dopo lo scandalo degli ammalati di cancro abbandonati senza cure. Questi fatti denunciano una realtà allarmante: chi è ricoverato in ospedale è stritolato da questa catena di omertà e non deve aspettarsi alcun aiuto né alcuna difesa. Ogni volta bisogna rivolgersi alla magistratura a causa dell'inadempienza di chi istituzionalmente dovrebbe difendere l'ammalato.