Belgrado, aspri scontri tra Cuba e i Paesi "moderati,, dell'Africa di Frane Barbieri

Belgrado, aspri scontri tra Cuba e i Paesi "moderati,, dell'Africa La conferenza dei non allineati al momento della verità Belgrado, aspri scontri tra Cuba e i Paesi "moderati,, dell'Africa DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BELGRADO — Scusa senza precedenti; il ministro cubano Malmeirca ha rettificato Castro. Nel suo infuocato discorso all'Avana Fidel, parlando del non allineamento, si era autoproclamato fondatore del movimento assieme a Nasser, Nehru e Nkrumah. Non ha voluto menzionare Tito. Ventiquattro ore dopo, dalla tribuna della conferenza dei non allineati, il suo ministro ha messo il presidente jugoslavo al primo posto fra i padri fondatori, ridimensionando anche il ruolo di Cuba a «partecipante alla prima conferenza». Perché i cubani sono stati costretti a questa spiacevole rettifica? Probabilmente hanno tastato le reazioni della conferenza e constatato che Castro aveva veramente oltrepassato il segno. Si intravedeva infatti il rischio che perdessero l'organizzazione del vertice all'Avana, previsto per il dicembre dell'anno prossimo. Alcune delegazioni hanno presentato ieri proposte in questo senso anche in via formale. Questo ed altri segni scottanti hanno fatto scattare finalmente la polemica anche a scena aperta. Basta menzionare i nomi del principali oratori di ieri per rendersi conto di quanto la giornata sia stata movimentata: Ghali per l'Egitto, Malmeirca per Cuba, Buteflika per l'Algeria, Jorge per l'Angola, Barre per la Somalia. Il rappresentante di Sadat si è dichiarato «allarmato per l'intrusione di un certo numero di Stati non africani in diverse zone del Continente». Ha poi proseguito: «La cosa ancora più grave è che questi interventi stranieri coinvolgono Paesi non allineati i quali in questo momento inseriscono la guerra fredda nel cuore dell'Africa e rischiano di trasformare il nostro movimento in una nuova tribuna di scontri ideologici. Così noi, che assieme a voi jugoslavi e all'India abbiamo concepito il non allineamento a Brioni già nel lontano 1956 vediamo con preoccupazione che la guerra fredda si installa nel movimento la cui ragione d'essere è proprio quella di opporsi alla guerra fredda». Dopo aver sostenuto che ogni intervento comporta un controintervento, ogni Mig un Jaguar, ogni mercenario un contromercenario, il ministro egiziano ha pronunciato per la prima volta la parola che finora era implicita in molti discorsi senza essere pronunciata: Cuba. Con un vero e proprio arabesco usato nel giro della frase il ministro di Sadat ha voluto menzionare «le cose che non si devono fare» enumerando: «1) non dobbiamo espellere un altro Stato perché non segue le regole della politica comune; 2) non dobbiamo boicottare il prossimo vertice perché avrà luogo in una capitale il cui non allineamento è alquanto controverso, piuttosto dobbiamo scegliere un'altra capitale o rinviare il vertice a un'altra data». La sfida era lanciata e il ministro di Castro non ha tardato ad accettarla. Su un foglio, che mi risulta inserito nel testo del suo discorso all'ultimo momento, ha letto: «Veniamo a sapere che quelli che non hanno avuto pregiudizi nell'andare alla città occupata di Gerusalemme ora non desiderano andare all'Avana. E' comprensibile in quanto Cuba è stata sempre dalla parte dei palestinesi e dei popoli arabi ed ha denunciato Israele». Se il cubano ha battuto in qualcosa gli altri oratori saliti finora in tribuna, è stato nella chiarezza. Ha seminato attacchi e polemiche a destra e a manca, ma ha precisato sempre bene contro chi erano rivolti. Dicendo che il suo Paese stava «contro qualsiasi ingerenza di un Paese negli affari dell'altro» Malmeirca ha voluto offrire un piccolo esempio: «Le minacce della Cina contro il Vietnam costituiscono nei nostri giorni la più preoc- Frane Barbieri (Continua a pagina 2 in prima colonna)

Persone citate: Barre, Brioni, Castro, Ghali, Nasser, Nehru, Sadat