Ma quanti quesiti

Ma quanti quesiti Ma quanti quesiti Della Sir e di Rovelli si parla da anni. Dagli anni, cioè, in cui la chimica era al centro delle attenzioni di tutti: sia di coloro che nella chimica e nei suoi derivati vedevano uno dei grandi solchi dello sviluppo industriale italiano, sia di chi si preoccupava del crescere caotico di imprese, alimentate da finanziamenti agevolati, senza un quadro di programmazione nazionale. In questa corsa non si sono distinti soltanto i Rovelli, i Cefìs, gli Ursini, ma anche le banche e i banchieri erogando centinaia di miliardi di crediti sulla base di discutibili « pareri di conformità » rilasciati dai governi che si sono succeduti. Della Sir e di Rovelli si è anche parlato in occasione delle grandi battaglie intorno al controllo della Moniedison. C'è chi ha dubitato che molti o almeno una parte dei finanzia¬ menti concessi servissero non a finanziare imprese, ma spericolate operazioni di Borsa. La verità, almeno si spera, dovrà dirla un giorno la magistratura. Adesso si va ai salvataggi con la copertura « morale » di garantire ad ogni costo l'occupazione. I conti che l'Imi ha presentato porterebbero ad un pareggio della holding, che nasce dalle rovine della Sir, entro il 1981. Ma si tratta dei cosiddetti conti jatti a « bocce ferme ». Allora c'è da chiedersi: quale sarà il prezzo del petrolio fra tre anni? E quale sarà nella stessa epoca il tasso di cambio della lira? Sono interrogativi che implicano la scelta fatta dal governo e dalla Banca d'Italia di sostenere un salvataggio che certamente non può dirsi fondato su un quadro di convenienze economiche oggi indeterminabili. n. g.

Persone citate: Rovelli, Ursini