Lillian caduta tra i furfanti di Angela Bianchini

Lillian caduta tra i furfanti IL RETROTERRA SPIRITUALE DEL FILM "JULIA,, Lillian caduta tra i furfanti Era la primavera del 1952, il 21 maggio, per essere precisi, quando LUIian Hellman fu chiamata a testimoniare a Washington davanti alla Commissione della Camera per le attività antiamericane. La Hellman, già allora notissima commediografa, ora più capillarmente conosciuta per la storia, Julia, da cui è stato tratto il lilni di Zinnemann (dove Jane Fonda è la Hellman e Vanessa Redgrave è Giulia), indossava, in quell'occasione, un abito di Balmain, acquistato il giorno prima per darsi un contegno e anche un po' di coraggio. L'H giugno, la rivista Time, ben nota per le sue tendenze reazionarie, illustrava la fotografia della Hellman con una frase sintetica: «Esperta in abili dialoghi», riassumendo poi cosi la testimonianza: «Le simpatie della Hellman l'hanno indotta ad assistere a innumerevoli raduni di ispirazione rossa e a dare il proprio nome a varie crociale del Fronte comunista...». Ventiquattro anni dopo, era il 10 maggio 1976, Time salutava // tempo dei furfanti, racconto autobiografico della vicenda di Washington (incluso oggi nel volume di Adelphi. Pentimento e // tempo dei furfanti pag. 316. lire 7500, che contiene anche Julia) come «morale intensa e commovente», offrendo, del comportamento della Hellman, una spiegazione altrettanto vibrata: «Fu coraggiosa perché il suo codice privato non le avrebbe permesso di essere diversa. Si interessò di politica radicale ed ebbe amici comunisti perché pensava di avere il diritto, in quanto americana, di stare con chi diavolo le pareva {"sheilamn wellpleases"). Il tempo dei furfanti é il ritrailo memorabile di... una scrittrice di siile raffinalo e di una grande americana». «Pochi sono i partigiani delle tirannie del passalo»: troviamo la frase di Edmund Burke citata, a quel proposito e in quella stessa epoca (New York Review of Books, 10 giugno 1976) da Murray Kempton. Sapeva quel che si diceva, come ex comunista, che aveva passato, anche lui, sotto MacCarthy, parecchi guai, e giornalista che aveva assistito alle sedute della Commissione, ren dendo poi omaggio alla Hellman (e fu quasi il solo) in un memo rabile articolo «Ritratto di Signora». Rischiare la propria carriera di autore di successo, vendere la bellissima fattoria per poter pagare gli avvocati, mettersi dalla parte dell'impopolarità e della disoccupazione, perfino comprarsi l'abito costoso (in omaggio all'antica e provala formula americana, già resa celebre da Dorolhy Parker, la quale, negli Anni Venti, preferiva, però, un cappello rosso); sarebbe un errore far passare tutto questo per gesto naturale, secondo la formula di Time, oppure quali strani e indecifrabili American Graffai, destinati a mai più ripetersi. Fu tutt'altro: una ventata tremenda nella sua violenza, il passare d'improvviso dall'intensa gratitudine per le vittorie dell'alleato sovietico alla diffidenza («Come si poteva sapere che durame la guerra una serata di beneficenza per il Russian War Relief non era altrettanto irreprensibile dei Bundles for Briiain.V si chiede giustamente la Hellman), dall'insegnamento collettivo del russo a cui partecipavano professori universitari alla messa sotto accusa dell'istruttore sovietico, divenuto, di colpo, spia di segreti scientifici. Ed erano accusate persone di ben altra importanza: Owen Latimore. il grande esperto della Cina, allontanalo dall'insegnamento alla John Hopkins: il lunghissimo processo contro Aiger Hiss con i resoconti stenografici, pubblicati angosciosamente, quasi parola per parola (in sostituzione di una televisione ancora inesistente), ogni mattina, sulla prima pagina del Baltimore Sun. tanti segreti domestici rovesciati lì. sul giornale: l'antica amicizia con l'ex comunista Whitlaker Chambers. il divorzio, la dimestichezza delle due mogli di Hiss e di Chambers, la macchina per scrivere usata da Hiss per battere i rapporti segreti dello Slate Depariinent (e pare, oggi, che si trattasse di una montatura di Nixon, principale accusatore). Alger Hiss aveva a lungo abitato a Baltimora e .il risvolto locale di questa storia era. a quanto ricordo, la freddezza dimostrata alla vecchia madre di Hiss da parte delle dignitose signore del residence in cui abitava. Non la salutava più nessuno, con l'eccezione di una signorina di aristocratica famiglia e di sentimenti liberal. Proprio alla luce di una confusione cosi totale, acquista valore il gesto della Hellman. La convocazione arrivò circa un anno dopo l'uscita di galera del suo compagno Dashiell Hammctt. il quale, a sua volta, aveva rifiutato di rivelare i nomi di coloro chi avevano contribuito al fondo per il pagamento delle cauzioni organizzato dalla Lega per i Diritti Civili. Incoraggiata dall'avvocato, la Hellman, dapprincipio, decise di non invocare il Quinto Emendamento, cioè di non rifiutarsi di rispondere alle domande che riguardavano le sue opinioni, attività e legami politici, e scrisse il 19 maggio, in tal senso, una lettera al presidente della Commissione. Conteneva le celebri parole: «Non sono disposta, né oggi né mai, a mettere in gravi difficoltà delle persone che al tempo in cui ci frequentavamo non hanno mai fallo discorsi né compiuto alti sleali o sovversivi... Danneggiare persone innocenti conosciute molli anni fa per salvare me slessa é una cosa che considero disumana, incivile e disonorevole». Poi, finì per invocarlo, ma poiché il suo avvocalo aveva allegato la lettera agli atti e la fece circolare in aula, la Commissione, stizzita dall'ammuazione suscitata dalla lettera stessa, evitò di fare pressioni sulla Hellman e la mollò, col vestito di Balmain e ancora incredula, dopo poco più di un'ora. Il coraggio del Tempo dei furiami si lega al coraggio di Julia, un sottile filo interno che Fred Zinnemann, il regista, afferrò in modo straordinario attraverso la tematica del film, giocando sulle due coppie, lontane e vicine nel tempo, di Giulia e Lillie amiche, di Dashiell Hammett e Lillian Hellman. Sembra, in qualche modo, che la Hellman. della storia e della realtà, dell'antinazismo e dell'antimaccartismo, dovesse agire stimolata da un esempio di amore. Lillie rischia per Giulia, quando questa le ricorda, con le parole dell'infanzia, che non si è obbligali ad avere coraggio, la Hellman rischia l'incriminazione davanti all'esempio offerto da Dash. il quale, pure, la scongiura di non esporsi. Il merito della Hellman. la sua grandezza, possiamo dire, al di là (ielle piccole umane vanità, sembra stia proprio qui: nell'aver capito, spesso in anticipo sugli altri, che si è obbligali ad agire in un certo modo. Ma è davvero ironico che la tragicamente compatta storia di Giulia abbia dovuto avere un seguito: Vanliclimax del Tempo dei furfanti. Angela Bianchini Jane Fonda in una scena del film «Julia»

Luoghi citati: Baltimora, Cina, New York, Washington