Zodiac l'assassino in cerca d'autore di Furio Colombo

Zodiac l'assassino in cerca d'autore STORIE CALIFORNIANE; IL DETECTIVE CHE ISPIRO HOLLYWOOD Zodiac l'assassino in cerca d'autore Atroci delitti senza motivo allarmano San Francisco - Un celebre ispettore indaga - L'assassino gli scrive: «Non mi troverai, sono più furbo di te»; colpisce ancora, scompare - Ma ritorna per dare alla vicenda un epilogo imprevedibile DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SAN FRANCISCO — Un giovane stava lavorando al suo camioncino, davanti al garage di casa, una strada tranquilla e deserta in un quartiere di San Francisco né bene né male, una sona tranquilla. Il giovane era andato a fare il surf sull'oceano e ora stava scaricando il suo materiale: la tuta, l'asse di plastica con cui si sta in bilico sulle onde, gli occhiali antivento. Il suo cane, voltato nella diresione opposta, fa appena in tempo ad alzare improvvisamente il muso, e abbaia una volta sola. Un colpo d'arma automatica di precisione colpisce quasi insieme il cane e il padrone. Due ptuff, dicono i testimoni, due colpi soffocati e lontani. O perché è stato usato il silemiatore, o perché hanno sparato con un fucile a telescopio. Mandano sul posto un investigatore già celebre nella vita notturna e misteriosa di San Francisco, l'ispettore Davide Toschi E' l'unico detective della città che, contro tutte le regole, lavora da solo. La legge o la consuetudine americana esigono l'indagine in coppia. I due partners di tanti film. Ma Davide Toschi dev'essere — lo dicono chiaramente a Hollywood — l'uomo che ha ispirato i personaggi del detective Beretta e del tenente Colombo: solitario, indipendente, cocciuto. O così o niente. E' bravo, viene dalla vita di strada, conosce bene quel tipo di piccola delinquenza che è sempre la pista preziosa nei delitti difficili Un mondo di prostitute, protettori e ladruncoli che non gli fanno mancare mai la soffiata. Però si fidano solo di lui di Davide Toschi, che parla ancora con accento italiano, che ha i capelli neri e arruffati, un'aria di vagabondo romantico e viene (o sembra venire) da molto lontano. Toschi si accorge che il delitto è identico a un altro, inspiegabile, avvenuto due giorni prima. Una donna di mezza età ritornava a casa tardi con le braccia occupate da due sacchi di roba appena comprata nel supermercato aperto di notte. Non molto lontano dal luogo dove era stato abbattuto il surfer. Un colpo al collo, uccisa all'istante. Testimoni: nessuno. Due settimane dopo. In un altro quartiere identico, non ricco, non povero, non bello, non brutto, e sema tradizione di delinquenza locale, due giovani vengono colpiti in pieno, alle spalle, mentre lui sta per dare a lei il bacio della buona notte sulla porta di casa. Un morto e un ferito grave, che non potrà mai parlare. Toschi si aggira senza cravatta, con la giacca aperta che lascia vedere la bretella della pistola, fra un luogo e l'altro, ascolta la gente, prende nota su foglietti che si caccia in tutte le tasche. Qualche volta i foglietti restano in giro o perché lui li dimentica di proposito (forse gli piace far sapere ai nemici che lui è un distratto) o perché nessuno li potrà mai decifrare. E ci sono ragazzini, nei quartieri in cui passa il detective Toschi, che gli stanno intorno come farebbero con un campione di baseball. £ quei foglietti illeggibili quando possono, quando li trovano, li collezionano. Toschi ascolta con la testa un poco piegata e sembra un uomo pacifico e disorientato. Ma tutti in città sanno che è un poliziotto imbattibile. Lo hanno visto (o cosi raccon tano i suoi fansj voltarsi di colpo e prendere in pieno qualcuno che lo teneva sotto mira alle spalle. Proprio mentre sembrava pensoso e distratto. Dopo il quarto o il quinto delitto l'ispettore Davide Toschi non è più l'investigatore solitario dei quartieri che gli sono affidati dal capo della polizia di San Francisco. E' un eroe popolare. La sua fotografia è in prima pagina. E piace ai cittadini attaccarsi alla speranza che un pericolo così oscuro (essere uccisi da lontano, col silenziatore, di notte, senza una ragione al mondo) sia tenuto sotto controllo da un uomo, un poliziotto, come Davide Toschi ispettore ormai circondato da una leggenda. Un quotidiano di San Francisco comincia a dedicare a Toschi una storia a puntate. Una specie di Misteri di San Francisco: tutti i giorni c'è un episodio, che la gente legge avidamente, come il feuilleton d'altri tempi Dopo una trentina di puntate, quando sembra che il plot stia per languire (ci sono stati altri sei morti sono stati trovati i bossoli identificata l'arma, interrogato il venditore, fatto qualche arresto a vuoto, sventate per caso una o due importanti rapine, ma nessuna traccia dell'assassino) l'autore della storia a puntate, Armistead Maupin, riceve una lettera scritta a mano, firmata Zodiac. E' l'inizio di una grande stagione del giallo nella vita di San Francisco. Il nemico di Toschi si chiama Zodiac, è un miratore infallibile, un assassino senza misericordia, un uomo che si vendica per ragioni che non vuole dire e anche un personaggio presuntuoso: «Toschi è in gamba, è il miglior poliziotto che potevano mettere contro di me. Ma io sono più intelligente. Il delitto è questione di intelligenza. Non aspettatevi la mia cattura. Mi prenderò gioco di Toschi e voi non saprete mai chi è Zodiac». La storia a puntate di Maupin si gonfia di tensione e di verità. Per la prima volta un «romanzo giallo» a puntate, che fa alzare la tiratura di un quotidiano, può produrre — accanto al testo — la fotografia della vera lettera dì un vero assassino. Davide Toschi con la sua aria assente e pensosa, risponde in televisione. Appare di solito voltandosi indietro, come sorpreso dalla presenza di una squadra televisiva. E' sempre intervistato per strada, nel quartiere dove avvengono i delitti che sta investigando. E i frammenti di telegiornale che lo riguardano sembrano tolti per pubblicità, dalla serie poliziesca della serata. Grattandosi il naso, parlando a voce bassa e senza alcuna intenzione di trionfo. Toschi risponde con quel suo tono tra brusco e gentile: «No, Zodiac si sbaglia. Sono io il più intelligente». Comincia una gara di imboscate e di trucchi Qualcu-. no spara a Toschi senza colpirlo. Toschi scopre almeno due volte una base (una terrazza sul tetto, una scaletta di legno di quelle che collegano due livelli della collina di San Francisco), che doveva essere già predisposta per un delitto: munizioni, guanti di gomma, piccole mappe disegnate a mano, figurine nere indicate nel punto in cui l'arma di precisione le avrebbe colpite. L'assedio sembra stringente. Passa un mese, due mesi. Zodiac sembra scomparso. C'era forse un accento di delusione nell'intervista che ho visto un anno fa in una televisione locale californiana. Toschi diceva, come al solito con la mano sul naso: «Come ho detto, sono io il più intelligente. Non spara e non scrive. Dunque Zodiac è stato annientato». Ma i colleghi dicono che Davide Toschi non si è mai dato pace per la scomparsa del suo nemico. Intanto Armistead Maupin, lo scrittore, ha dovuto cercare percorsi completamenti diversi per la sua storia vera a puntate. Le sue avventure entrano in Chinatoum, seguono altri criminali, altri delitti, altri poliziotti altri drammi Col tempo la gente non riconosce pia a prima vista l'ispettore Davide Toschi le squadre della televisione non stanno in attesa di vederlo girare l'angolo col passo dondolante e quel suo modo di guardare in giro come se pensasse a tutto meno che a una indagine. Fare collezione dei foglietti di Toschi non è più una moda e qualcuno, riordinando i cassetti del figlio, ha preso i foglietti, li ha messi in una busta e li ha spediti a Maupin. «Forse a lei possono ancora interessare, se ci saranno altre puntate della sua storia». Qualcun altro, nelle stesse ore, ha pensato a Maupin. al¬ la sua storia interrotta, ai delitti che non sono mai stati scoperti Una mano misteriosa imbuca in una cassetta vicina al giornale una lettera scritta a mano, sema mittente, in una busta bianca di tipo europeo. Proprio il tipo di busta che Armistead Maupin riceveva una volta, quando «il caso» teneva tutta San Francisco col fiato sospeso. La lettera dice: «Non sonò morto, non sono partito, non sono stato liquidato da Toschi. Sono qui in mezzo a voi e sono sempre io il più intelligente. Presto avrete altre notizie». Porta la data del luglio 1978. Maupin si mette alla macchina da scrivere. Finalmente un'altra puntata. Ha chiamato Toschi sema trovarlo. Lo immagina in giro, nella solita routine di conversazio¬ ni e strette di mano con la piccola malavita che lui protegge e da cui rivece notizie. Allora chiama il suo capo, gli comunica che Zodiac «è tornato». E scrive. Mentre scrive la segretaria gli mette, aperta sul tavolo, la lettera con i foglietti di Toschi che una volta i bambini collezionavano. Lo scrittore la guarda distratto, muovendosi dalla macchina da scrivere al tavolo sulla sedia girevole, proprio come nei film. Gli rimane in testa qualcosa e torna a guardare. Le parole dei foglietti non sono leggibili Ma la calligrafia è identica. Identica alla lettera tiene in vista di Zodiac. Maupin mette le due carte vicine e ci pensa un giorno. Poi avverte l'editore che la sua serie a puntate è sospesa e va a fare un salto alla polizia, portando in una busta di plastica tutte le lettere. Adesso l'ispettore Davide Toschi è sospeso, e questo è un finale che nessuno si sarebbe aspettato per uno come il tenente Colombo. Un perito grafico giura che quella lettera è di Toschi, che i foglietti sono di Toschi che tutte le lettere sono di Toschi. Un secondo perito ha riferito al giudice (ormai è aperta un'inchiesta) che solo l'ultima lettera e i foglietti di appunti sono di Toschi. Alla televisione Davide Toschi ha detto soltanto: «Lo riconosco, sono stato io il più stupido». Ma in lotta con cr.l contro se stesso? Un terzo perito sotto giuramento ha affermato che nessuna delle lettere può essere stata scritta dall'ispettore. Sono tutte di Zodiac. «Se Zodiac esiste», ha aggiunto sottovoce. La macchina dello spettacolo si è inceppata. Maupin ha smesso di scrivere, Toschi di investigare e Zodiac di uccidere. Da quello che capisco leggendo i giornali e guardando le poche notizie impacciate alla televisione, mi pare che San Francisco sia una città delusa. Non si possono uccidere insieme uno spettacolo, una storia e un poliziotto leggenda. Forse Zodiac è davvero il più bravo. E' riuscito a fare in modo che lo spettacolo vincesse sulla vita. E poi ha interrotto bruscamente la serie a puntate. Un vero assassino. Furio Colombo L'tt Pt Flk tt Clb i t il i 'ii n fams detcti di San Francisco L'attore Peter Falk, tenente Colombo in tv: il personaggio s'ispira a un famoso detective di San Francisco