Benedetta la bambina di Oldham (ma quanti problemi da studiare) di Fabio Galvano
Benedetta la bambina di Oldham (ma quanti problemi da studiare) Benedetta la bambina di Oldham (ma quanti problemi da studiare) Allorché mi occupavo di diritto canonico e di materia matrimoniale, mi lasciò sempre perplesso, diciamo pure contrariato, la distinzione cara ai canonisti di allora tra operatio hominis ed operatio naturae, che giungeva anche a corollari che parevano aberranti, come .quello che non ci fosse impotenza a generare in una donna, se pur fosse certo che non avrebbe mai potuto mettere al mondo dei figli pèrsile la sua vagina era chiusa, slSché il seme non avrebbe mai potuto giungere all'utero. Ora la dottrina e la giurisprudenza canonica sono molto mutate (anche come effetto di una concezione meno materialista del matrimonio): pure non lasciando cadere, con la consueta prudenza, la distinzione tra operatio Uòmini* e naturae. La condanna di Pio XII della inseminazione artificiale, contenuta nell'Allocuzione 25 settembre '49 ai medici cattolici riuniti per il IV convegno internazionale, va considerata da due angoli di vista: come misura a difesa di principi assoluti, e come misura che, sacrificando un certo numero d'innocenti, vuole evitare una offesa ai canoni di una società ordinata. Mi spiego: ci sono casi in cui due coniugi desiderano aver figli, ma i loro amplessi sono sterili, e il ginecologo riconosce che per una imperfezione, per lo più della donna, il seme (valium semen) del marito nell'amplesso non raggiunge l'utero; se vi venisse immesso con un minuscolo intervento medico, i bambini verrebbero. La Chiesa ha ritenuto illecito questo intervento, perché contrario all'ordine naturale, secondo cui il seme deve pervenire attraverso l'amDlesso, ed il matrimonio non è consumato se il seme non sia sparso nella vagina; sicché la nascita del bambino non rende valido il matrimonio tra persone inette per la loro costituzione a contrarlo; inoltre, suona l'Allocuzione, l'elemento maschile non può essere procurato senza ricorrere ad atti contro natura. Ci si può inchinare dinanzi all'insegnamento della Chiesa; ma quei due, padre e madre, tali nella carne e nello spirito, non appariranno colpevoli alla coscienza comune. 11 caso della bambina di Oldham ha il perfezionamento tecnico della fecondazione in provetta, anziché con immissione del seme dell'uomo nell'utero mediante uno specillo; qui poi s'immette un ovulo che si sa già fecondato. Ma sono certi il padre e la madre: è un caso pulito. Peraltro il divieto di Pio XII toccava casi che si verificavano, e credo si verifichino largamente, di fecondazione con seme non del marito, sia pur questo consenziente; anzi talora con l'introduzione di vari semi, di diverse persone. E qui si può ben sentirsi feriti in una concezione millenaria della paternità. Si può ben dire che questa non ha una corrispondenza biologico-affettiva come la maternità (forse ci sono ancora ma certo c'erano, uomini così primitivi che non collegavano neppure il rapporto sessuale con la nascita dei bambini); ma resta sempre questa creatura cui non sarà mai possibile conoscere chi sia il proprio padre; resta una gamma di possibilità di tendenze, vizi, incompatibilità tra il sangue paterno e il materno che il ginecologo non può riuscire a prevedere. Inutile poi aggiungere che può costituire un mezzo d'ingannare il marito, facendogli credere che la fecondazione sia l'esito di un suo amplesso, che non per la prima volta i medici erravano affermando che i loro amplessi coniugali sarebbero rimasti infecondi; e quando anche il marito sia conscio e consenziente, chi conosca l'animo umano come potrà escludere che man mano che il bambino cresce, con aspetti somatici che non hanno a vedere sia con quelli del marito (che è estraneo) sia con quelli della madre, non maturi nell'uomo uno struggimento, un astio insuperabile? Benedetta la bambina di Oldham che avrà il papà e la mamma; ma non a torto i teologi (e direi i moralisti) ritengono che la fecondazione artificiale debba essere ancora oggetto di studio e di meditazione: quella in provetta in particolare, per la possibilità che l'ovulo già fecondato sia immesso nell'utero di un'altra donna. Oggetto di meditazione, come tutto ciò che è fuori della natura, oggetto nella sua strumentazione dell'opera dell'uomo. Né mi consta sia ancora compiuto uno studio accurato — ben difficile a effettuare, che occorrerebbe seguire individui per tutto il corso della loro vita — sul punto se non si riscontri alcuna peculiarità nei nati da fecondazione artificiale. A. C. Jemolo (A. pag. 2: «Bimbi in provetta: un'avventura ai confini con la fantascienza» di Fabio Galvano;.
Persone citate: A. C. Jemolo, Oldham, Pio Xii
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