È nata la prima bambina

È nata la prima bambina È nata la prima bambina (Segue dalla l'pagina) precedente matrimonio finito in divorzio: Lesley ne ha appena compiuti 30. Vivono a Bristol, dove John è un camionista delle ferrovie britanniche. All'inizio di novembre dello scorso anno, su consiglio di uno specialista, si recavano dal dottor Steptoe, presso l'Oldham and District General Hospital, a Oldham. Era anzi un ritorno, perché gli sposi si erano già consultati con Steptoe nel '75. La sua risposta era stata allora un mesto «non posso far nulla»: questa volta invece era un invito a un esperimento, alla speranza. Patrick Steptoe, uno stimato ginecologo di 65 anni, non poteva promettere nulla di più. Insieme con Robert Edwards, 52 anni, un fisiologo dell'Università di Cambridge, aveva trovato un nuovo metodo che sembrava rendere possibile sia la fecondazione dell'ovulo in vitro sia il trasferimento delle nuove cellule al loro ambiente naturale, il grembo materno. Dieci anni di lavoro, di prove, ma anche di insuccessi. Nessun esperimento era mai «decollato». Quasi nulla si sa di queste delusioni, Steptoe ed Edwards sono stati sovente criticati per la loro segretezza. In novembre, dunque, la «tecnica», ulteriormente perfezionata, veniva applicata ai coniugi Brown. Il seme di John fecondava in provetta un ovulo della moglie. L'ovulo fecondato veniva poi innestato nell'utero della madre. La nascita era prevista per il 4 o 5 agosto, ma la bambina è arrivata in anticipo. (Tutta la gravidanza era stata seguita con l'occhio degli ultrasuoni, che permettono di notare ogni eventuale difetto o malformazione). Lunedì sera, in 15 minuti, l'eccezionale concepimento si concludeva con un taglio cesareo. John Brown sedeva in un salottino, teso inquieto e nervoso: a mezzanotte, un'eccitatissima infermiera gli annunciava: «Mr. Brown, lei è il padre di una magnifica bambina». La wonderful little girl strillava e strillava, come ci si aspetta da tutti i neonati. «Io non sono religioso, — ha narrato John — ma quando udii quei vagiti ringraziai, riconoscente, il Signore». La bambina è già descritta con gli aggettivi che si usano per una Venere. «Bellissima», «deliziosa» di «forme impeccabili»: un vistoso titolo sulla prima pagina deZZ'Evening News la battezza «Little Miss Perfect». La sua salute non sembra suscitare la minima apprensione. E' in una incubatrice, come tutti i neonati prematuri che hanno bisogno di calore artificiale. Il dottor Steptoe, un signore usualmente impassibile, non sta più nella pelle. Dama giocondo per la clinica annunciando a ogni visitatore «She is beautiful, beautiful, beautiful». La madre dovrebbe essere in grado di lasciare l'ospedale tra una decina di giorni. La nascita della bambina è stata filmata dal Central Office of Information, un organo del governo. Il film, che un portavoce ha definito « d'importanza unica nella storia della medicina », sarà offerto gratuitamente ai centri di studio, ma sarà venduto alle reti televisive, inglesi e straniere. « Sarà un best-seller », dicono i funzionari. Assai confusa invece è la posizione dell'« esclusiva mondiale » comprata dall'Associated Newspapers di Londra (proprietaria del Daily Mail e deH'Evening News; per una somma che sembra superare i 500 milioni di lire. I soldi dovrebbero andare ai genitori, che però dicono di non volerli. Il dott. Steptoe nega di aver firmato contratti con giornali. Il ministero della Sanità, da parte sua, ricorda che soltanto l'ospedale ha il diritto di determinare cosa comunicare alla stampa. Quando nascerà il secondo test-tube baby, il secondo bimbo in provetta? I medici, gli esperti esortano alla cautela. Potrebbero anche passare alcuni anni, nessuno può fare pronostici. La presenza questa sera di un'altra donna al Saint Thomas Hospital di Londra, di una sposa trentenne che vuole intensamente un terzo figlio, che si è lasciata filmare dalla televisione, indica che non mancheranno i candidati. Il prof. Ronald Taylor, direttore del reparto ginecologico ha rivelato: « E' la tredicesima donna che accetta questo esperimento in questo ospedale. Speriamo sia più fortunata ». Mario Cìriello

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