È terminato il blocco degli affitti di Francesco Forte

È terminato il blocco degli affitti Anche il Senato ha approvato la legge per l'equo canone È terminato il blocco degli affitti ROMA — II blocco dei fit- < ti, dopo 44 anni e innumerevoli proroghe, è finito: ieri con il voto favorevole del Senato, il provvedimento che disciplina le locazioni di immobili urbani, meglio conosciuto come « equo canone », è diventato legge dello Stato; entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sulla « Gazzetta Ufficiale ». Per il calcolo dei nuovi affitti, però, bisognerà aspettare tre mesi, tanto è il tempo che la legge concede ai Comuni e al governo per la definizione di alcuni adempimenti tecnici necessari al calcolo stesso. Un arguto giornalista ha scritto su un quotidiano milanese che sta per nascere una nuova figura: l'equocanonista, cioè :1 giurista specializzato in liti sull'equo canone. La battuta contiene, senza voleilo, un appropriato riferimento storico: infatti il concetto dell'equo canone è una sottospecie del concetto del «giusto prezzo» che proprio i canonisti medioevali avevano elaborato, sulla base della filosofìa cattolico-aristotelica, con disquisizioni assai sottili, in cui si distinse, fra l'altro, il celebre Buridano. Auguro la miglior fortuna a questa tormentata legge sull'equo canone. Spero che vi sia molto buon senso nell'applicarla, tenuto conto che l'unico suo scopo ragionevole è di consentire uno sblocco graduale dei fìtti. Tuttavia non posso fare a meno di osservare che si tratta di una maglia soffocante, che rischia di impastoiare in modo pericoloso e arbitrario il mercato edilizio. La pretesa di stabilire il valore degli alloggi esistenti, con dei parametri e dei coefficienti generali, buoni per tutti i casi, da sommare, dividere e moltiplicare meccanicamente, è veramente straordinaria. Non credo che vi sia altro Paese in cui si è tentata una cosa simile. Alcuni di questi parametri sono intrinsecamente arbitrari. Si pensi alla logica di graduare il valore degli alloggi in base al fatto se un certo comune è nel Centro Nord (compresi i comuni montani) oppure nel Sud. Si pensi a quella della distinzione fra comuni superiori ai 400 mila abitanti e comuni inferiori, via via per classi discendenti, sino ai 10 mila abitanti. Le aree metropolitane si compongono spesso di più comuni, fra loro saldati assieme, la cui entità di popolazione rileva ben poco, per caratterizzarne l'affollamento urbano. Quasi insensato è poi il concetto secondo cui il centro sto¬ rico vale di più, per uso abitazione, dei quartieri residenziali pregiati. Sin qui i riferimenti concettualmente insensati od opinabili. Poi ci sono quelli accettabili in linea teorica, ma la cui applicazione appare intrinsecamente arbitraria e discriminatoria. Così i concetti di « scadente », « mediocre » e « normale » riferiti allo stato di conservazione. Si tratta di giudizi soggettivi. Anche a scuola si applicano: ma i voti, per quel che ne so, non comportano pagamento di somme di denaro ad essi proporzionali. Anche le classificazioni catastali riguardanti i vari tipi di abitazione — signorile, civile, economica, popolare, rurale, ultrarurale, abitazione tipica e villino — si prestano ad arbitri pericolosi nella fissazione dei fitti. Vi è insomma l'ambizione arrogante e pericolosa di voler imporre un prezzo « equo » inventato a tavolino, mediante coefficienti generali, alla miriade di situazioni singole, violentando il mercato. Nell'ansia di «certezza», vien denominato come «equo» un congegno che sarà certamente iniquo ed economicamente distorsivo. La retrocessione all'economia medioevale che così si compie, avviene forse perché si ha bisogno di una sicurezza superiore, di idee metafìsiche. L'escogitazione appare altresì sproporzionata, di fronte alla nostra situazione amministrativa. Infatti, si sa bene che gran parte degli edifici non è censita in catasto. E allora come avverrà la classificazione di tipo catastale appena menzionata? La legge dispone che la forniranno gli Uffici tecnici erariali, su apposita domanda procedendo per analogia con gli edifici simili della stessa zona. Ma come faranno questi Uffici a fare tutti questi certificati? E se l'inquilino o il proprietario ricorreranno contro la classificazione così effettuata? Interverrà il pretore in veste di equocanonista! Poi c'è il ricorso al tribunale... E come si stabilisce se un alloggio è ubicato nel centro storico, in periferia o in zona semiperiferica? Quanti chiederanno che il loro alloggio sia dichiarato semidegradato, per usufruire della agevolazione? Per finire, l'età dell'alloggio. Penso che le case siano come le signore. E' molto difficile conoscerne l'età, sia perché più il tempo passa meno si rintracciano gli anni di nascita, sia perché vi sono restauri in varie epoche. L'equocanonista avrà molto lavoro. Francesco Forte

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