Scarcerato il capo delle guardie di "S. Vittore" Una settimana in prigione senza nessun indizio

Scarcerato il capo delle guardie di "S. Vittore" Una settimana in prigione senza nessun indizio Era accusato di aver facilitato la fuga della banda Vallanzasca Scarcerato il capo delle guardie di "S. Vittore" Una settimana in prigione senza nessun indizio MILANO — E' stato scarcerato per mancanza di indizi il maresciallo Pasquale Palazzo, dirigente delle guardie carcerarie di San Vittore, arrestato una settimana fa per corruzione e procurata evasione di detenuti dal carcere milanese, fra cui cinque componenti della banda Vallanzasca. Il provvedimento è stato preso dal giudice istruttore dott. Giustino Gatti che lo ha fatto immediatamente notificare nel carcere di. Bergamo, dove Palazzo era detenuto. I legali di Palazzo, avvocati Mario Pisani e Salvatore Catalano, avevano presentato ar| magistrato un'istanza di scarcerazione per assoluta mancanza di indizi. Un altro elemento che avrebbe convinto a magistrato a scagionare Palazzo riguarderebbe la testimonianza di Nicola Mogavero, l'uomo indicato da Attimonelli come l'intermediardo che gli avrebbe indicato Palazzo in un bar di Corsico al momento della consegna dei sessanta milioni. Mogavero, interrogato dal giudice istruttore, ha negato la circostanza, fornendo elementi di verifica alla sua versione. Gli avvocati Salvatore Catalano e Mario Pisani hanno annunciato che procederanno legalmente contro Emanuele Attimonelli per le accuse infondate rivolte al maresciallo. La scarcerazione del maresciallo Pasquale Palazzo è stata decisa dopo che il giudice istruttore Gatti aveva sentito il parere del pubblico ministero Marinelli. Il dott. Gatti nel pomeriggio di sabato scorso aveva posto a confronto, nel carcere di Novara, il maresciallo Palazzo ed il suo accusatore, il pregiudicato Emanuele Attimonelli. I due erano rimasti sulle loro posizioni, ma Palazzo avrebbe fornito, in quella circostanza, al magistrato, altri riscontri a sostegno della sua innocenza. In particolare, il comandante delle guardie carcerarie di «San Vittore» aveva riferito di non aver posseduto un'autovettura «Alfetta» di colore beige, l'auto che — secondo Attimonelli — apparteneva all'uomo oui avrebbe consegnato i sessanta milioni serviti per facilitare la fuga dal carcere milanese dei 5 detenuti della banda Vallanzasca. Palazzo ha invece riferito al giudice di essere stato proprietario, nel periodo indicato da Attimonelli, di una «Alfa Romeo GT 2000» e solo successivamente di aver acquistato l'«Alfetta». Evidentemente gli accertamenti disposti dal magistrato inquirente hanno riscontrato questa circostanza. Il giudice istruttore Gatti ed il sostituto procuratore della Repubblica di Milano, dott. Marinelli, hanno rilasciato, congiuntamente, la seguente dichiarazione: «Si è proceduto nei confronti del maresciallo Palazzo a seguito di una serie di elementi raccolti nel corso di un'indagine che per la natura del reato ed il particolare ambiente nel quale si sarebbe consumato, è stata estremamente laboriosa e delicata». «Abbiamo raccolto — prosegue la dichiarazione dei magistrati inquirenti — le dichiarazioni di alcuni detenuti, perfettamente concordanti, che sono state verificate in tutti i particolari riscontrabili e risultate sostanzialmente univoche a seguito di nume¬ rosissimi accertamenti ed atti istruttori; le dichiarazioni di Attimonelli sono state l'epilogo conclusivo di questa indagine ed anche queste sono state verificate nei limiti in cui era possibile farlo; poiché gli elementi raccolti convergevano in tale direzione — prosegue la dichiarazione del giudice istruttore e del pubblico ministero — offrendo un fondato convincimento, si è giunti alla contestazione del fatto che, data la sua eccezionale gravità, venne effettuata con mandato di cattura». «Dopo l'interrogatorio di Palazzo e il successivo confronto con Attimonelli sono emerse circostanze particola\ ri che il pubblico ministero ed il giudice istruttore si sono dati carico di verificare in ogni minimo dettaglio in questa settimana, lavorando a pieno ritmo di giorno e di notte, servendosi largamente della collaborazione di tutti gli organi di polizia giudiziaria. Da questi atti — conclude la dichiarazione dei magistrati inquirenti — sono emerse circostanze tali da rendere assai sospetti alcuni determinanti elementi di accusa, infirmandone gravemente l'attendibilità, tanto da rendere necessari ulteriori e rigorosi accertamenti i cui tempi tecnici non possono gravare su imputati in custodia preventiva. A questa situazione consegue necessariamente la scarcerazione degli imputati per mancanza di sufficienti indizi». Anche nei confronti di Nicola Mogavero, come delle altre due persone implicate e di cui non si era mai saputo il nome, è stato revocato il mandato di cattura. Pasquale Palazzo

Luoghi citati: Bergamo, Corsico, Milano, Novara