Modificare la "scala mobile,, se si vuole ridurre l'inflazione e la disoccupazione

Modificare la "scala mobile,, se si vuole ridurre l'inflazione e la disoccupazione Modificare la "scala mobile,, se si vuole ridurre l'inflazione e la disoccupazione Pubblichiamo il rapporto riservato del Fondo Monetario Internazionale sulla situazione della economia italiana. Il memorandum è stato redatto dopo venti giorni di analisi, compiuta da Alan Witthome e dai suoi collaboratori, delle cifre fornite dal governo italiano. Le pesanti costrizioni che hanno bloccato la crescita dell'economia italiana si sono allentate; la parte corrente della bilancia dei pagamenti è ora in attivo e l'aumento del tasso di inflazione è rallentato. C'è ora una svolta nell'attività economica in corso. Potrebbe, quindi, sorgere la tentazione di pensare che continui la tendenza favorevole e che non si richieda un cambiamento di direzione. Noi crediamo, per ragioni che spiegheremo più avanti, che ciò sarebbe un errore. L'accordo, sul quale è nato l'attuale governo, prevede una politica economica di medio termine cosi che ci possa essere una speranza fondata di una continua e sicura crescita, di un aumento della occupazione e la possibilità di occuparsi della debolezza strutturale dell'economia. Inoltre, se l'Italia deve restare nella principale corrente di sviluppo della Cee, si richiede un'ulteriore convergenza dei suoi adempimenti economici, particolarmente riguardo al tasso di inflazione. Siamo d'accordo con questa valutazione, non solo perché è implicito che le politiche economiche dovrebbero essere studiate per favorire una crescita costante, ma anche perché un'azione energica è necessaria per evitare il minacciato riapparire di difficoltà esterne in un prossimo futuro. Una tale politica per avere successo, dovrà basarsi per molti anni sul consenso ed il contributo di ogni componente sociale. Inoltre, deve esserci la valutazione che fattori interni ed internazionali, compresa la crescita del commercio mondiale, forzeranno un aumento della velocità con la quale potranno essere raggiunti i miglioramenti dell'economia. La lezione del 1975 fa capire che un recupero sostenuto dell'attività economica non può essere raggiunto con la sola Espansione della domanda, senza affrontare la debolezza strutturale dell'economia. Questa lezione è stata ampiamente dimostrata sia in Italia che in altri Paesi. L'attuale situazione di relati¬ va stabilità ha offerto l'opportunità di osservare più a fondo i metodi con i quali si possono raggiungere obiettivi di più lungo termine. Temiamo però che, qualora non siano previste determinate azioni, si possano ripresentarè le difficoltà esterne e si possano perdere le opportunità di collocare l'economia su una base più solida. Ci dispiace dover rilevare che il «programma» di politica economica previsto per l'inizio dell'anno sia già slittato. Ciò è inquietante perché l'aumento di fabbisogno del settore pubblico allargato, una volta aggiunto alle necessità del settore privato per permettergli di giocare la sua parte nell'auspicata ripresa, creerà un tale volume di liquidità che le condizioni per un ritmo di crescita più elevato saranno indebolite. I pericoli più probabili sono un indebolimento dei conti correnti della bilancia dei pagamenti al di là ed oltre il previsto, o ima accelerazione dell'inflazione, o una fuga di capitale, o una combinazione delle tre cose. Non si può prevedere con molta precisione quando si verificheranno tali difficoltà. Si può asserire, per supposizione plausibile, che si potranno evitare serie difficoltà esterne per un altro anno o persino oltre, e che anche allora per determinate ipotesi le difficoltà sorgerebbero da un rallentamento nel tasso di crescita e da un'accelerazione dei prezzi, piuttosto che da un insopportabile deficit esterno. Comunque, l'esperienza passata in Italia ed in altri Paesi ha mostrato che gli effetti deleteri di un eccesso di liquidità possono verificarsi molto presto, soprattutto per quanto riguarda movimenti di capitale della bilancia dei pagamenti. Se questo si verificasse si aggiungerebbe il pericolo che ne venga influenzata, in senso negativo, la volontà delle imprese italiane nel chiedere prestiti di valuta estera attraverso il sistema bancario. Quindi, le prospettive della politica attuale sono che un indebolimento — altrimenti accettabile — del conto corrente della bilancia dei pagamenti sia reso indifendibile dall'aumentata uscita di capitali e da un accelerato rimborso di prestiti esteri a mezzo del sistema bancario. Se si permetterà che questi sviluppi si verifichino sarà necessario adottare nuovamente una pesante politica restrittiva del credito. Purtroppo, allo stato attuale, non esiste alcun altro strumento. Per cui concludiamo che come minimo esiste un bisogno urgente di agire per assicurare che il credito oltre i prossimi 18 mesi non ecceda la quantità richiesta ; per una crescita economica bilanciata. Ma ciò da solo allontana di poco le difficoltà esterne che minacciano l'Italia a breve termine, ed è insufficiente per superare la continuata debolezza che ha ostacolato il raggiungimento degli obiettivi stabiliti per l'economia italiana. Nella sfera economica le continue debolezze si trovano prima di tutto nell'impatto inflazionìstico della crescita inesorabile del settore del deficit pubblico, particolarmente nei conti correnti; nel continuo intaccare le risorse disponibili per gli investimenti, causato dal deficit i pubblico e nell'incessante aumento dei salari reali, che sono fuori linea riguardo alla produttività e che in questo modo riducono il surplus disponibile per gli investiménti e conducono a un deterioramento nella competitività. Condividiamo l'idea che esiste ora una opportunità per effettuare una consistente trattativa che valga a diminuire queste debolezze. I cambiamenti richiesti necessitano di tempo sia per essere completati sia per ottenere risultati; è essenziale allora che Alan Whittome Director European Department International Monetary Fund (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Persone citate: Alan Whittome, Alan Witthome

Luoghi citati: Italia