Ma Mitterrand rinforza gli ormeggi di Paolo Patrono

Ma Mitterrand rinforza gli ormeggi IL DIFFICILE DIBATTITO NELLA "GAUCHE,, DOPO LE ELEZIONI Ma Mitterrand rinforza gli ormeggi Nonostante le lusinghe di Giscard, non vuole venir meno al ruolo di «riunificatore» della sinistra francese e stringe i legami col pcf - Resta tuttavia da definire il «progetto socialista» sul quale il partito appare diviso DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Anche sul partito socialista, secondo «po/o» della sinistra francese, spira impetuoso un vento di fronda. Per quanto premiato dai maggiori guadagni elettorali e malgrado abbia sopravamato i comunisti come prima formazione della gauche, il partito socialista subisce ancor più rudemente del pcf i contraccolpi della sconfitta. La delusione dell'elettorato ha trovato puntuale riscontro nell'apparato. La querelle, per quanto meno appariscente che nel partito comunista, è divampata fra le molteplici 'Correnti» di questa eterogenea formazione tenuta insieme dalla personalità di Mitterrand. Dalle fazioni il dissidio si è propagato investendo le opzioni ideologiche, le persone. Lo stesso •carisma» di Mitterrand è rimesso in discussione. Ultimo 'Segnale» della crisi: forse il congresso del partito, in calendario per la prossima primavera, sarà anticipato per definire una rinnovata strategia politica e un nuovo equilibrio interno. «La lotta è molto seria — afferma Annie Kriegel, studiosa ed esperta della sinistra francese — perché ad ogni crisi il partito socialista rimette in gioco la sua stessa esistenza. Il ps muore puntualmente e altrettanto regolarmente rinasce dalle sue ceneri». Il 'peccato originale» del partito, aggiunge la Kriegel «è la sua collocazione di sinistra, determinata dai suoi militanti che avvertono l'attrazione e la rivalità del pcf, alla quale fa riscontro un' elettorato tendenzialmente moderato. Sottoposto a queste due spinte opposte, il ps deve rimettersi continuamente in discussione, alla ricerca d'un difficile punto d'equilibrio». Da sette anni, dal congresso, della •rifondazione» del partito a Epinay, Mitterrand ha ancorato risolutamente il socialismo francese a sinistra,' con una stretta alleanza con il pcf inquadrata in un •programma comune» di governo. Ma i suoi stessi esponenti rimproverano alla direzione di aver mancato, in tutti questi anni, due traguardi essenziali per un partito che si vuole 'di massa e di classe».Primo: soltanto l'elettorato è di massa, non certo il partito che conta soltanto 160 mila iscritti. Questo fenomeno significa che c'è qualcosa nella struttura e nella vita del ps che allontana l'elettorato dal militantismo. Secondo rimprovero: il ps non è nemmeno un 'partito di classe», cioè profondamente radicato nella classe operaia. Basta guardare alle strutture del partito, all'origine sociale dei suoi dirigenti, ai legami con il mondo del lavoro per interrogarsi sull'effettiva consistenza dei rapporti fra i dirigenti socialisti e quella che dovrebbe essere la base sociale del partito. Le tentazioni Oggi Mitterrand appare a ■molti 'l'emblema» stesso della sconfitta elettorale e politica (il fallimento dell'unione della sinistra) e dell'incapacità del partito a raggiungere isuoi obiettivi. Ma tutti sono invece d'accordo nel riconoscere che Mitterrand rappresenta ancora l'elemento catalizzatore di questa 'nebulosa» politica che riunisce gli eredi della vecchia Sfio mollettiana ai neo-marxisti del Ceres, i fautori dell'autogestione d'origine gauchiste affluiti nel partito dopo il '72, ai tecnocrati del neolaborismo. Il problema che si pone è allora questo: nell'attuale crisi post-elettorale, il ps può smarrire la propria identità? E ancora: il vecchio socialismo francese, questa 'babilo¬ nia abituata a dormire in molti letti» corre il rischio di cedere a nuove tentazioni? Alle lusinghe delle chimere giscardiane o al richiamo della 'Sfinge» comunista? Nelle ultime settimane, Mitterrand non è voluto venire meno a quello che ritiene il suo ruolo storico di riunificatore della gauche francese, e ha rinforzato gli ormeggi a sinistra confermando che il ps resta fedele alle scelte compiute a Epinay, alla lotta contro il capitalismo, alla politica d'unione della gauche alla quale deve costringere ancora il partito comunista. Anche gli altri dirigenti del partito sono fondamentalmente d'accordo su questa linea, ma dove il ps oggi appare diviso è sul contenuto reale da dare al 'progetto socialista» destinato ad affermare la personalità del partito e a sostituire il defunto e fallimentare 'programma comune». L'interrogativo verte in definitiva sulla direzione della marcia che deve prendere il ps. Maurice Duverger sostiene che soltanto «il socialismo democratico apre uno sbocco reale» al partito. Ma la sua resta una voce esterna e isolata, almeno ufficialmente. Se oggi il timone resta orientato a sinistra (e tutto l'equipaggio pare d'accordo) è ancora dubbia l'identità del nocchiere della barca socialista. La guida di Mitterrand è stata rimessa in discussione più o meno apertamente in questa settimana. Si sono profilate dapprima le candidature di Mauroy e di Rocard, poi sono rientrate e nelle ultime battute sono passati al contrattacco gli amici di Mitterrand, che hanno riannodato i legami con la minoranza di sinistra del Ceres, per anni esiliata all'opposizione interna. I sostenitori del segretario generale hanno cercato, attraverso la mediazione del sindaco di Marsiglia Defferre, di costringere anche Mauroy a ruotare attorno all'asse mitterrandiano. Ma gli equilibri interni restano precari, come dimostra l'ultima riunione del segretariato nazionale dei giorni scorsi. E mentre Gilles Martinet, una delle menti più lucide del partito, avanza esplicitamente la tesi di una «successione collegiale» a Mitterrand, un esperto osservatore della gauche, il giornalista Thierry Pfister di Le Monde mi prospetta l'ipotesi di «una alleanza tattica fra Mauroy e Rocard sulla falsariga del binomio realizzato in passato fra Leon Blum e Paul Paure». In questo 'Scenario» Mauroy, il potente sindaco di Lilla, avrebbe il controllo del partito (come Faure) mentre a Rocard, capofila della tendenza più dinamica e moderna del ps alla ricerca d'una sintesi fra l'utopia auto-gestionaria e la razionalità d'un neo-laborismo nel contesto francese, sarebbe riservato il compito che assolse Blum. Un altro '68? Ma questa ipotesi resta confinata nel campo del 'futuribile» almeno per qualche mese, fino al prossimo congresso nazionale.chiamato a scegliere il portabandiera del socialismo francese degli anni a venire, ma soprattutto destinato a sciogliere il 'nodo» fondamentale del partito: la decisione fra l'opzione tradizionale, nella direzione marxista, e l'opzione social¬ democratica con un'apertura sull 'euro-socialismo. Nell'attesa di un chiarimento «o sinistra», in un quadro politico apparentemente stabile e in cui gli imprevisti potrebbero venire soltanto dall'interno della maggioranza, le incognite immediate e le preoccupazioni trascendono gli interrogativi posti dal travaglio della gauche. Oggi c'è in primo piano il dibattito sulla politica estera rilanciata da Giscard con gli interventi militari in Africa, la campagna perii disarmo all'Onu, il progetto monetario in sintonia con Bonn, le prospettive d'ampliamento della Cee e le prossime elezioni per il Parlamento europeo. E' un ventaglio di temi sui quali si registra una singolare convergenza di vedute fra neo-gollisti e comunisti. A questo 'Capitolo» se ne aggiunge un altro, ancor più immediato e scottante, su cui si basa la 'Sfida» francese: come raggiungere il 'modello tedesco» ristrutturando radicalmente l'apparato produttivo e facendo accettare al Paese i sacrifici conseguenti? Alla rentrée autunnale, gli effetti della svolta neo-liberistica del governo Barre saranno più acuti. L'interrogativo che ci si pone adesso è questo: in una situazione politica tendenzialmente rigida potrebbero riprodursi condizioni di esplosione sociale sul tipo del '68? Jean-Francois Khan, politologo di sinistra, prevede una spinta gauchiste e anarcoide anche violenta nei prossimi mesi, e rileva un elemento aggravante rispetto a 10 anni fa: «Nel '68, il pcf aveva svolto un'azione di freno. Adesso deve riguadagnare peso sul partito socialista e liquidare la contestazione interna. Potrebbe essere tentato dall'assumere un ruolo di acceleratore politico della crisi». Dopo essere stata per i partners europei un «caso» politico, con l'alternativa di sinistra alle soglie del potere, la Francia appare oggi un 'caso» economico e sociale, con ambiziosi obiettivi e pesanti incognite. Paolo Patrono Francois Mitterrand è ancora il leader catalizzatore della «nebulosa» socialista francese (Foto David Burnett - Grazia Neri)

Luoghi citati: Africa, Bonn, Francia, Lilla, Marsiglia, Parigi