Il Paese dove i soldi non servono di Maroje Mihovilovic

Il Paese dove i soldi non servono NELLA CAMBOGIA TRE ANNI DOPO LA RIVOLUZIONE Il Paese dove i soldi non servono I cambogiani si alimentano nelle cooperative, commerciano attraverso lo scambio: per i «dissidenti» vivere fuori dal collettivo, senza denaro, è quasi impossibile - Una intervista con Poi Pot Maroje Mihovilovic. del Viemik di Zagabria, ha Tallo parie dell'unico gruppo di giornalisti (cinque, tutti jugoslavi) che ha avuto la possibilità di visitare il fronte del conflitto tra Vietnam e Cambogia da entrambe le parti. In questa serie di articoli egli racconta gli episodi più salienti dell'«avventura». I precedenti sono apparsi su La Slampa del 30 giugno, del 2. 4. 12 e 15 luglio. DI RITORNO DA PHNOM PENH — Le cooperative possono aumentare la produzione soltanto se migliora l'irrigazione, é questo si può fare con i grandi progetti ai quali lavora molta gente. I cantieri esistono in tutta la Cambogia. Si costruiscono in primo luogo dighe e argini e ogni zona, ogni circondario, ogni regione o distretto ha i propri cantieri. Ho visitato parecchi di questi cantieri in cui anche più di 20 mila persone costruiscono insieme gli argini. Forse il più impressionante è stato il cantiere del grande serbatoio d'acqua vicino a Sisophon nella Cambogia occidentale, nei pressi della frontiera thailandese. Lo scenario su questo cantiere era veramente maestoso. Lungo l'argine che costeggia le rive del grande lago artificiale si arrampicavano e scendevano i ragazzi e le ragazze reggendo sulle spalle secchi di materiale. Guardando verso il basso, lungo l'argine, non si poteva vedere dove finiva la marea umana. Erano le brigate mobili costituite da giovani, per lo più giovani ex abitanti della città, ma anche giovani contadini. i e a e i l a à i a Negli ultimi tre anni, armati di badili e di portasecchi, questi bambini cittadini, ex scolari e studenti, lavorano con i giovani operai creando grandi sistemi d'irrigazione. Da quanto abbiamo potuto osservare, nei cantieri si lavora con entusiasmo. Non c'è posto per la pigrizia, e tutti sono organizzati in gruppi, lavorano separatamente ragazzi e ragazze, e in alcuni cantieri i gruppi hanno il sorvegliante. In alcuni posti si ode il fischietto che dà il ritmo al lavoro. Si lavora dalle sei alle dieci e trenta, e di nuovo al pomeriggio dalle tredici e trenta alle diciassette e trenta. Ci siamo trovati nel cantiere non lontano da Sisophon poco prima della pausa per il pranzo. Dopo avere finito il lavoro, i ragazzi e le ragazze sono scesi lungo l'argine al lago artificiale che loro stessi hanno costruito e hanno fatto il bagno o si sono lavati Dopodiché, attraversando l'argine, si sono diretti verso le tettoie di foglie di palma dove dormono e che sono la loro ccisa provvisoria. In quel luogo hanno mangiato. Tutto ciò è stato costruito in modo provvisorio, non sono edifici, ma semplici rifugi, dentro non ci sono mobili e i ragazzi e le ragazze mangiano stando accoccolati Lavorano sema sosta, hanno tre giorni di riposo in un mese di lavoro. In quei tre giorni assistono a lezioni politiche, e le lezioni, così ci è stato detto, durano qualche volta anche l'intero giorno. Quando si finisce il lavoro in un cantiere, si parte per un altro e di nuovo sotto un capanno provvisorio. Cosi si continua sino alla stagione delle piogge, quando tornano nelle cooperative. Lavorano in questo modo da tre anni e non è da stupirsi se hanno raggiunto nell'irrigazione dei risultati straordinari. Abbiamo avuto l'occasione di parlare con alcuni membri delle brigate mobili Su una diga nei pressi di Kompohg Thom abbiamo incontrato Un ex bonzo, un sacerdote buddista, che attualmente fa parte della direzione della diga. Ci ha detto che non è più bonzo perché in Cambogia non esiste più la religione. La stessa cosa abbiamo sentito dal ministro per la Cultura, signora Jun Jat che ci ha ricevuto aPhnom Penh. Ci ha dichiarato che i contadini nella vecchia società erano religiosi e questo fatto era sfruttato da parte della cricca governativa. Dopo la rivoluzione i contadini da soli hanno abbandonato la religione e adesso la religiosità non esiste e non ci sono in Cambogia problemi con la religione. Le pagode nei villaggi — abbiamo potuto vedere—servono oggi da scuole, officine e magazzini per attrezzi agricoli Anche i membri delle brigate mobili ricevono dallo Stato il cibo, il vestiario e il resto che gli necessita. Nei cantieri non sono tutti vestiti di pigiami neri, molti indossano abiti portati dalla città. Questi ragazzi e ragazze sono lontani dalle loro famiglie, ma sebbene la posta non funzioni non hanno problemi per scrivere lettere, perché le lettere vengono portate da staffette particolari, ci dicono i nostri ospiti. Perché i ragazzi e le ragazze lavorano e vivono insieme, abbiamo chiesto se potevano -contrarre—matrimonio-nelle-brigate mobili La risposta è stata positiva, anzi ci è stato detto che la politica dei dirigenti del Paese favorisce la natalità. Siccome in Cambogia non esiste l'autorità civile' separata, il matrimonio viene celebrato da parte del dirigente del par tito della brigata mobile con il consenso di am bedue i fidanzati Dunque, mentrenei villaggi e nei cantieri si stanno creando grandi ricchezze nazionali le città, purtroppo, decadono poiché sono diventate solo dormitori per pochi. Alla nostra domanda perché le città siano state sgomberate, un rappresentante del ministero degli Esteri ci ha risposto press'a poco così: «Nelle città vivevano milioni di persone che non facevano niente, mangiavano solo. C'erano molti trasgressori della legge. Adesso tutti lavorano in agricoltura e si guadagnano il pane». Nell'intervista che il segretario del partito comunista della Cambogia ha concesso ai giornalisti jugoslavi, Poi Pot ha detto che per l'evacuazione delle città esistevano due motivi: uno strategico e l'altro economico. Il nuovo governo semplicemente non aveva mezzi per l'alimentazione della popolazione cittadina, quindi questi abitanti dovevano, per poter essere alimentati, andare nei luoghi dove si produceva il cibo. Oltre a questo esisteva il ti¬ more, ha detto Poi Pot, che il nemico — in primo luogo gli americani — avrebbe tentato di sfruttare la nuova situazione creata per nuove manovre e operazioni «Se non fossimo riusciti a sfamarla e proteggerla. questa gente — ha detto Poi Pot —, non avrebbe potuto avere fiducia nella nostra rivoluzione». Per questa ragione tutti sono diventati contadini e costruttori di dighe. Dal momento che tutta la società è subordinata all'agricoltura, anche la cultura e l'istruzione sono subordinate a questa linea strategica fondamentale dello sviluppo. I bambini studiano tanto a lungo quanto è necessario — dicono i dirigenti del Paese — all'attuale stato di sviluppo dell'economia basata sull'agricoltura. Questa è una delle ragioni — è stata un'altra delle spiegazioni cambogiane —per cui non esistono le università. Non sono necessarie per la coltivazione del riso. I soldi non ci sono, non sono necessari, perché la gente si alimenta nelle cooperative e nelle altre unità produttive e il commercio si esercita attraverso lo scambio. Il trasporto pubblico non esiste perché non è necessario dato che tutta la gente è legata al posto di lavoro e non c'è necessità di più grandi spostamenti. Per poter esistere l'uomo deve appartenere a un'organizzazione nella quale viene distribuito il cibo, per poter mangiare deve lavorare. Poiché non esistono i soldi né esiste il trasporto, non esiste neanche una grande possibilità di sopravvivere fuori dal collettivo, quali che siano le intenzioni: è del tutto chiaro che i 'dissidenti» della società non possono cavarsela ed è del tutto credibile ciò che ci hanno detto i nostri ospiti cioè che il nemico di classe è stato liquidato in Cambogia relativamente presto. I .dissidenti» non possono vivere senza complici e i complici non possono esistere senza i soldi Maroje Mihovilovic Copyright VPA-Zigrcb e per l'Italia La Stampa (6-Continua) Plutoni Penh. Il segretario del partito comunista cambogiano, Poi Pot (Foto Mihovilovic)

Persone citate: Jun Jat, Maroje Mihovilovic