Imputato di truffa ai vigili del fuoco

Imputato di truffa ai vigili del fuoco A giudizio impiegato infedele Imputato di truffa ai vigili del fuoco Secondo l'accusa, avrebbe falsificato i rendiconti ebe riguardano le posizioni assicurative Ha truffato una cifra superiore ai cinquanta milioni un impiegato dell'amministrazione provinciale che aveva l'incarico di tenere aggiornate le posizioni assicurative del personale non di ruolo del comando dei Vigili del fuoco di Torino. Questa, almeno, è l'opinione del sostituto procuratore Burzio ohe nella sua requisitoria ha chiesto il rinvio a giudizio per peculato e truffa di Silvano Strobino, 34 anni. Lungo Po Diaz 6. L'impiegato infedele era stato arrestato su mandato di cattura nel maggio dello scorso anno, quando il magistrato gli aveva contestato 1 reati ed ha fatto sei mesi di carcere. Attualmente è in libertà provvisoria. Per ricostruire la macchinosa truffa messa In atto dall'Impiegato, il dott. Burzio ha dovuto riesaminare la contabilità dell'ufficio nel quale lavorava fin dal 1967. A partire da quell'epoca, Strobino cominciò ad appropriarsi delle somme che riceveva dalla Banca d'Italia quale anticipo di cassa per far fronte alle posizioni assicurative del dipendenti non di ruolo del comando dei Vigili. Trattenendo per un certo periodo le somme, incassava gli interessi e le restituiva poi soltanto in parte, falsificando i rendiconti mensili. La truffa è venuta a galla, perché Silvano StroMno non si è accontentato di quelle cifre, ma ha intascato anche il valore di parte delle marche assicurative che doveva applicare ai libretti di pensione del personale del comando dei Vigili. Tutto è venuto a galla quando alcuni vigili, tra quelli in servizio in quell'ufficio, sono andati in pensione e hanno scoperto che la loro posizione assicurativa non era regolare. Ora gli atti del processo passano al giudice istruttore Palaja che chiuderà quanto prima l'inchiesta. Lucie Dragisa, un impiegato jugoslavo di 40 anni, accusato di peculato ned confronti dei soci di una cooperativa di Serajevo, in carcere alle Nuove dallo scorso agosto, sarà estradato nel suo paese. Lucie Dragisa si era opposto in tutti i modi all'estradizione affermando di essere un perseguitato politico e di non meritare il carcere «duro» al quale lo avrebbe condannato il tribunale di Sarajevo. La sezione istruttoria della corte d'appello di Torino, alila quale il Lucie si era rivolto con il suo legale, Annarosa Oddone, ha deciso di non opporsi alla richiesta di estradizione fatta dal governo jugoslavo. «A parte ogni considerazione sul reati dei quali è accusato lo jugoslavo — ha affermato la sezione istruttoria nella sua ordinanza — reati per i quali Il tribunale di Serajevo lo ha già condannato e dei quali ad avviso di questi giudici risulta responsabile, l'unica perplessità al provvedimento è venuta meno dopo la risposta del segretario agli affari esteri dell'ambasciata italiana a Belgrado che ha risposto ad un preciso quesito rivoltogli dal nostro ministero di Grazia e Giustizia ». « Il carcere "duro" è stato abolito anche In Jugoslavia», scrive la nostra ambasciata. Per Lucie si aprono le porte delle Nuove e lo attendono le prigioni di Serajevo.

Persone citate: Burzio, Diaz, Lucie Dragisa, Palaja, Silvano Strobino, Silvano Stromno, Strobino

Luoghi citati: Belgrado, Jugoslavia, Sarajevo, Torino