Da tre anni al governo di una città "difficile"

Da tre anni al governo di una città "difficile"Un'analisi di opere fatte e di ritardi Da tre anni al governo di una città "difficile" Novelli: "Dopo il rodaggio del '76 siamo partiti con le prime realizzazioni" - La de: "La giunta delle contraddizioni" Quattordici luglio 1975: Novelli, appena eletto sindaco, è a cena con l'on. Paletta. Viene richiamato d'urgenza a Palazzo civico: un gruppo di senza tetto vuole la casa ed il nuovo primo cittadino deve occuparsene. Torino 36 mesi or sono si era colorata di rosso. Dopo 24 anni un comunista, Diego Novelli, capogruppo di oltre un decennio di opposizione, giornalista « pungente » che dalle colonne dell'Unità aveva ogni giorno seguito 11 lavoro delle giunte di centro-sinistra, occupava nuovamente (dopo Cogglola) il seggio di sindaco In una città di frontiera fra benessere ed indigenza. Dal '75 sono passati tre anni. Torino ha conosciuto tante sofferenze in questo periodo: dalle fabbriche in crisi ad un terrorismo feroce. Novelli (è appena tornato da Porta Nuova, occupata dai lavoratori della Venchl) con la voce cupa, lo sguardo perso nel vuoto, dalla sua scrivania ricorda 1 lutti, i ferimenti rimbalzati Inevitabilmente nella sala rossa, fra le questioni amministrative e politiche. Ci sono però state anche soddisfazioni. Dice 11 sindaco: « Dopo il rodaggio del '76, siamo partiti, già 10 scorso anno, con le prime realizzazionl concrete. Ed ora, dopo 11 varo del piano pluriennale di attuazione, ci avviamo alla fase amministrativa più importante. Se riusciremo entro l'SO a spendere i 370 miliardi previsti, avremo dato un grande contributo per trasformare questa città, dandone un volto più umano ». Il sindaco aggiunge che è inutile elencare le opere realizzate e da fare, preferisce guardare al futuro, pensando ad un equilibrio difficile da raggiungere che garantisca più giustizia sociale, ad una gioventù migliore che si affaccerà alla vita con minori problemi e più preparata ad affrontarla. E ciò non significherà solo più edifìci scolastici, più strutture, più op.re pubbliche, ma una mentalità diversa, consumi sociali piuttosto che individuali, maggior serenità e comunicazione con gli altri. Ma questi tre anni trascorsi che significato hanno avuto per Torino? Il pei vuole spiegarlo in modo chiaro. Ha organizzato un incontro con la popolazione alla Galleria d'Arte Moderna. SI è svolto ieri sera e vi hanno partecipato tutti gli amministratori degli enti governati dalle sinistre, stre. Dice il capogruppo in Comune Quagliotti: « Negli anni recenti nessun sindaco ha superato il terzo anno ininterrotto di attività. E' questo un fatto che sottolinea l'impegno dell'amministrazione di sinistra. Ciò ha consentito a tutti i cittadini di avere, in una situazione sociale difficile ed in una città sconvolta dal terrorismo, un riferimento sicuro, un nuovo protagonista della lotta democratica». Ma la crisi non è ancora superata. « Certo — ammette Quagliotti —. Ma questa crisi non ha indebolito la volontà di governare della giunta». Perché dagli entusiasmi iniziali, si è arrivati ad una caduta di interesse rispetto al Comune ed alla vita politica in generale? A parere di Quagliotti su questo terreno giocano molte responsabilità del passato: l'insofferenza per la cosa pubblica, avulsa dalla realtà quotidiana, a cui la gente era abituata da troppo tempo. Conclude: « Siamo convinti di aver lavorato con tenacia per una città migliore. Del successi, del ritardi, e delle difficoltà sono testimoni i torinesi. Una cosa è certa: roi teniamo molto alla partecipazione e non ci stancheremo di sollecitare il pronunciamento della gente, di ascoltare la sua voce %er quanto critica essa sia ». Per 11 maggior partito d'opposizione, la de, « l'eredità del passato », di cui si rammaricano i comunisti, rappresentata dalle opere pubbliche che, progettate ed avviate dal centro-sinistra, la giunta ha Inaugurato « con vistosa propaganda in questi tre anni ». Dicono il segretario Martini e l'ex sindaco, on. Porcellana: « Questo è l'unico vero bilancio attivo dell'amministrazione in carica. Per il resto può essere definita la giunta delle contraddizioni ». Aggiunge Martini: « Il pei parla di partecipazione e di decentramento, e poi nomina i consigli di quartiere dall'alto, dimenticando le polemiche che aveva sollevato solo pochi anni or sono. La giunta è costretta ad aumentare le tariffe dei trasporti pubblici, mentre in passato, contro analoghi provvedimenti di minor entità aveva odottato il più duro ostruzionismo. Non voleva il centro direzionale in Borgo S. Paolo ed ora lo impone alla città ». E Porcellana: «Il sindaco è sempre presente a tutte le manifestazioni, anche le più irrilevanti. Ma è mancato a due appuntamenti, per me fondamentali: non c'era alla grande festa popolare degli Alpini (e parla tanto di aggregazione) e non si è visto all'iniziativa del dissenso nei Paesi dell'Est ». I due esponenti de concludono: « Nessuno mette in dubbio l'impegno dei singoli: però coloro che pretendevano da noi la bacchetta magica per risolvere i problemi, dopo tre anni dt governo, mi auguro che si siano resi conto che non l'hanno trovata neppure loro ». A 36 mesi dalla svolta del 15 giugno '75, le polemiche non si sono dunque smorzate. Giuseppe Sangiorgio

Persone citate: Diego Novelli, Giuseppe Sangiorgio, Novelli, Paletta, Porcellana, Quagliotti

Luoghi citati: Borgo S. Paolo, Torino