Uscito dal carcere dopo dieci anni folle di gelosia uccide la moglie

Uscito dal carcere dopo dieci anni folle di gelosia uccide la moglie La tragedia è stata scoperta ieri sera a Chivasso Uscito dal carcere dopo dieci anni folle di gelosia uccide la moglie Poi ha tentato il suicidio: è grave - Si chiama Giuseppe Oppedisano; la vittima, sorella di Rocco Lo Presti, trovata sgozzata in casa - Nel '69 l'uomo assassinò il cognato Giuseppa Oppedisano, la vittima, aveva 26 anni - Il marito quando venne arrestato In ospedale l'omicida confessa il delitto a un cronista della Stampa Delitto a Chivasso. Una donna di 29 anni è stata sgozzata nel suo alloggio, il marito è stato I rinvenuto ferito sui binari della Torino-Milano. Il delitto è stato scoperto verso le 19 di ieri sera dal congiunti della donna preoccupati per la sua scomparsa. Si tratta di Giuseppa Lo Presti, sorella del più noto Rocco, personaggio in odore di mafia, denominato «il padrone di Bardonecchia». Il marito, Giuseppe Oppedisano, 35 anni, in soggiorno obbligato a Chivasso, è ricoverato alle Molinette con ferite alla testa e fratture lombari: la prognosi è di 40 giorni. Se l'è procurate Ieri mattina, tentando il suicidio da una passerella alta dieci metri che sovrasta la ferrovia Torino-Milano all'altezza della stazione di Chivasso, dopo aver ucciso la moglie. In proposito non al sono dubbi: i carabinieri hanno trovato in casa della donna un biglietto con cui rOppedisano chiede perdono del suo gesto. L'uomo da soli otto giorni era in libertà vigilata concessagli da] tribunale di Reggio Calabria, dopo che aveva scontato una condanna a dieci anni per un altro omicidio. Vittima della sua prima furia omicida è stato il marito di sua sorella, assassinato dieci anni fa, a quattro mesi solo di distanza dalle nozze con la sorella del Lo Presti. Otto giorni fa, con un decreto di libertà vigilata che sarebbe scaduto al 19 dicembre di quest'anno, l'uomo si è presentato alla moglie per riprendere dopo 10 anni di lontananza una convivenza di cui la donna aveva certo paura. Lo aveva confessato qualche giorno prima alle assistenti sociali di Chivasso, dove Giuseppa Lo Presti risiedeva dal 1977 (dopo una breve permanenza a Bardoneochia). «Mio marito è un violento, temo possa farmi del male». La donna vedeva forse compro- I messa con l'arrivo del marito, | una quieta esistenza che si era rifatta dopo la tragedia in cui aveva perso la vita il fratello. Si era infatti impiegata alla Lancia, dove era molto stimata per la sua compostezza, trovando un alloggetto a Chivasso In via Bradac 61 (dove è avvenuto il delitto), composto di una piccola camera da letto, ingresso, bagno e cucinetta. Alle assistenti sociali si era anche rivolto il marito, reduce da dieci anni di carcere, perché lo alutassero a ottenere la residenza e la licenza per un negozietto di barbiere che avrebbe voluto aprire a Chivasso. Desiderava evidentemente rdfarsl una vita con la moglie, con la quale ha convissuto negli otto giorni successivi alla sua liberazione dividendo la piccola stanza da letto di via Bradac. Qualcosa, tuttavia, nel rapporti tra i due non deve aver funzionato. I carabinieri ritengono che sia stata la molla della gelosia ad armare la mano dell'uomo ieri mattina, anche se la donna con la sua condotta irreprensibi- i e a le non aveva dato adito a sospetti. La tragedia è maturata nel cuore della notte: probabilmente c'è stato un litigio tra i due, a bassa voce perché 1 vicini, malgrado gli esili muri divisori, non hanno sentito nulla. Accecato, l'uomo ha preso un coltello e ha vibrato un fendente alla gola della moglie, che è morta in pochi attimi. Sono passate tuttavia molte ore prima che 11 crimine venisse scoperto. Dopo che l'uomo era uscito per tentare il suicidio dalla passerella della strada ferrata, 11 corpo della donna, col capo appoggiato al cuscino è rimasto fino a sera nell'oscura stanza da letto. Verso le 19, la sorella di Giuseppa, allarmata perché non si era presentata alla Lancia per tutto il giorno, ha forzato, con l'aiuto del marito, la saracinesca dell'alloggio, al piano terreno. Accanto al cadavere 11 biglietto, in cui l'assassino, chiedeva perdono alla famiglia Lo Presti. ★ * Alle 21,45, in una cameretta in penombra al terzo piano (reparto ortopedia) delle Mollnette un cronista de La Stampa ha avvicinato Giuseppe Oppedisano: l'uomo, seppur soffrendo, con parole smozzicate e rievocando come in un flash back la tragedia, ha confessato di avere ucciso la moglie e di avere poi cercato il suicidio. Un attimo dopo in ospedale arrivavano 1 carabinieri a piantonarlo. « Non dovevo essere qui — ha mormorato Oppedisano — il mio posto doveva essere accanto a lei. Le volevo troppo bene, ho distrutto la mia famiglia ». Ma come è potuto succedere? « Un attimo di follia, sono stato otto anni in manicomio, appena esco di qui e mi mettono in galera giuro che ci riprovo, parola dì Oppedisano ». A poco a poco si riesce ad entrare nel vivo di quanto è accaduto. « Ieri sera abbiamo tranquillamente cenato — ha detto l'uomo — poi siamo andati n dormire. Volevamo ucciderci insieme, ora io sono qui, ma non è giusto, dovevo morire con lei. E' stato un attimo: ho preso un coltello in cucina, sono stato io a far morire mia moglie, poi ho tentato di uccidermi accanto a lei ». « Infilarmi il coltello nel petto — prosegue l'Oppedisano — non potevo farlo, impossibile suicidarsi in quel modo. Ho allora provato a strangolarmi con una corda, vede qui i segni sul collo? ». Ma anche questo tentativo non è riuscito all'uomo, che sempre più fuori di sé si è recato In stazione. « Sono salito fino all'ultima passerella, mi sono buttato. Perché sono ancora qui? ». * Il pregiudicato Graziano Francescon, 40 anni, è stato arrestato ieri alle 4 in via Roma 5 bis a Moncalleri dai carabinieri del Nucleo radiomobile. Tentava di rubare in casa dell'operalo Augusto Carbone. iiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiim in iti i i a a i . a e . o a o e a e o o a o a , , o e a i . i e