Reazioni ai processi in Urss

Reazioni ai processi in Urss Il pei allineato con l'Occidente in unanime sdegno Reazioni ai processi in Urss aver richiesto nel loro Paese l'attuazione di quell'atto. An DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Il sottosegretario agli Esteri, on. Radi, rispondendo ieri alla Camera ad una serie di interrogazioni contro la sentenza che alcuni mesi or sono colpì in Urss il fisico Orlov, ha detto che il governo italiano, al pari dei governi degli altri nove Paesi della Comunità europea, ritiene contrario all'atto finale di Helsinki e alla distensione il fatto che in Unione Sovietica siano condannate persone per che sul piano diplomatico bilaterale, l'Italia ha richiamato l'attenzione delle autorità sovietiche sulla esigenza del rispetto dei diritti umani, Il sottosegretario ha ricordato inoltre che proprio in questi giorni il presidente della Repubblica, Pertini, ha inviato un messaggio al capo dello Stato sovietico. Il presidente della Camera, Ingrao, rispondendo ad un messaggio inviatogli dal presidente del Parlamento israeliano, Shamir, ha affermato, a sua volta, che il messaggio di Pertini a Breznev «non solo esprime l'adesione convinta delle nostre istituzioni democratiche ai principi di Helsinki e ai valori di rispetto della persona umana richiamati in atti solenni dell'Onu, ma coglie il bisogno profondo del popolo italiano di fare giungere una sua parola ovunque i diritti umani siano colpiti o messi in discussione, senza con ciò volere interferire nella vita interna di altri Paesi». ROMA — In relazione ai processi contro i dissidenti sovietici l'Unità pubblica oggi in prima pagina il seguente corsivo: «Sono pesanti e gravi le sentenze emesse ieri a Mosca contro Filatov e Sharansky, a sole 24 ore di distanza da quelle, dure, contro Patkus e Ginzburg. Esse non possono che scontrarsi con la protesta ferma ed inequivocabile di tutti coloro che hanno seguito con crescente allarme questi processi. "Non è tollerabile che vi siano condanne per reati di opinione", sottolineava due giorni fa il documento con cui la segreteria del pei esprimeva la preoccupazione e la riprovazione dei comunisti italiani per vicende così gravi. Sono giudizi che oggi — davanti alle sentenze — torniamo a ribadire con chiarezza, giudizi che nascono dalla visione del socialismo e della democrazia, da una parte, e dei rapporti di distensione e di collaborazione internazionali dall'altra, che esprimiamo nella nostra lotta quotidiana». «Lo facciamo — continua il corsivo dell'Unità — senza equivoci, tanto dure sono le condanne e tanto distanti sono stati i processi dall'offrire quelle garanzie di pubblicità, di limpidità e di giustizia che l'opinione pubblica di larga parte del mondo ha chiesto». PARIGI — La condanna di Anatolij Sharanskij « non ha sorpreso » i suoi tre avvocati francesi (Pettiti, Jacobi e Rappaport), i quali non hanno potuto assicurare la difesa del « dissidente » sovietico che era stata loro affidata dalla famiglia del processato, a causa dell'opposizione delle autorità sovietiche che hanno negato il visto d'ingresso in Urss. Con un comunicato reso noto ieri pomeriggio a Parigi, i tre legali hanno espresso la loro riprovazione davanti a questa condanna « che era stata decisa dalle autorità sovietiche ancor prima della decisione del tribunale ». WASHINGTON — Le condanne inflitte dai tribunali sovietici ai dissidenti Sharanskij e Ginzburg sono state deplorate da numerosi membri del Congresso, alcuni dei quali hanno chiesto al governo americano di sospendere parte dell'interscambio commerciale con l"Urss. Lo «speaker» della Camera, Thomeas O'Neill, ha preso però atto dell'impotenza americana. «Non so che cosa potremmo fare, eccetto esprimere le nostre preoccupazioni, il nostro rincrescimento e il nostro disappunto per ciò che i russi stanno facendo», egli ha detto. Il sen. Jacob Javits (repubblicano) gli ha però replicato che di fronte alla «crudeltà, alla barbarie e all'ingiusti zia» talvolta «il cuore umano non ha altre scelte che urlare l'indignazione e correre tutu i rischi che ciò comporta».