In crisi, nel gruppo Indesit non c'è solo il televisore

In crisi, nel gruppo Indesit non c'è solo il televisore Seimila dipendenti in "integrazione" In crisi, nel gruppo Indesit non c'è solo il televisore TORINO — La richiesta di Cassa integrazione, per oltre 6000 dipendenti, si è abbattuta come un fulmine a elei sereno sul 12 mila lavoratori del gruppo Indesit. « Un anno fa — dicono alla Firn — avevamo firmato un accordo in cui si prevedevano due cose: duemila nuove assunzioni e la garanzia dell'occupazione per tutto 11 '78. Il primo punto è stato rispettato, li secondo no ». E la mazzata è tanto più grave se si pensa che in « integrazione » non andranno soltanto 1 dipendenti che producono televisori (il settore è in crisi e neppure 11 Muntimi, per 11 colore, ha fatto 11 miracolo), ma investirà praticamente tutte le attività del gruppo: le cucine, le lavastoviglie, 1 frigoriferi. Dieci stabilimenti sparsi in tutta Italia, 235 miliardi di fatturato e 1,3 di perdite nel '77, la Indesit, la cui proprietà è celata dietro un fiduciario depositato alla Banca Rotschild di Zurigo, è un colosso degli elettrodomestici: esclusi i televisori, controlla il 15-17% del mercato Italiano, ma sta perdendo colpi su quelli esteri, soprattutto francese e inglese, dove s'è fatta più agguerrita la concorrenza del nuovi produttori (con in testa la Jugoslavia). La richiesta di Cassa integrazione è motivata dall'azienda con esigenze di ristrutturazione: le produzioni di congelatori per collettività, ad esemplo, prodotti a Orbassano, verranno spostati nel Sud, mentre per i televisori la Indesit punta su nuovi sistemi. Ma al sindacato ricordano il '74, anno in cui l'azienda, per esigenze di liquidità, giocò d'anticipo sul concorrenti e mise in Cassa integrazione 6000 dipendenti. Ciò le permise di svuotare 1 magazzini e accumulare riserve. Sarà cosi anche questa volta? Negli ambienti sindacali c'è molta perplessità. Dietro le difficoltà congiunturali, c'è anche chi intravede una crisi strutturale del gruppo. E ciò è motivato dal fatto che se a Orbassano saranno messi in Cassa integrazione (a zero ore, per 4 settimane) 400 lavoratori su 1120, negli otto stabilimenti di None la « cassa » investirà praticamente tutte le divisioni: le lavatrici (900 dipendenti a zero ore sino al 28 settembre), 1 componenti meccanici (600 a zero ore per oltre due settimane), le lavastoviglie, 1 componenti elettronici e 1 televisori, un settore in cui la cassa Integrazione (300 dipendenti) durerà praticamente, salvo un breve intervallo, sino ai 21 dicembre. Ed è un discorso che vale anche per gli stabilimenti del Sud. c. r.