La difesa di Andreotti

La difesa di Andreotti La difesa di Andreotti (Segue dalla 1* pagina) stipendi dei giudici influenzino tutto il fronte dei dipendenti pubblici. Il terrorismo, «emergenza sempre più urgente», impone l'adeguamento dell'apparato statale: «I nuovi servizi di sicurezza cominciano a funzionare e ancor più funzioneranno se verrà loro garantita una certa segretezza e riconosciuta la giusta fiducia ». Per il sindacato di polizia occorre decidere presto: « Sindacato sì, ma pluralista e autonomo; diritto di sciopero, no ». L'accordo pare raggiunto su queste basi, aggiungiamo noi. Infine, Andreotti ha definito «decisivo» per il futuro del Paese far parte del «serpente monetario», progettato a Brema, pur « con gli opportuni emendamenti e con una procedura di graduale salvaguardia ». Se queste sono le assicurazioni di Andreotti alla sua maggioranza, ben diverso è il clima fra socialisti e repubblicani. Ieri, ad esempio, hanno incrociato le sciabole prima Giorgio La Malfa e Cicchitto, poi è sceso sul terreno, con tutto il suo peso, Ugo La Malfa, intervistato da « la Repubblica ». «Fra noi e i socialisti il contrasto è politico, non è concluso, anzi è apertissimo — dice il leader del pri —. Pertini era il nostro candidato sin dall' "inizio". Sapevamo che si sarebbe messo immediatamente al di sopra delle parti e così è stato ». Le apprensioni di La Malfa nascono dal timore che il psi punti « ad aumentare le proprie forze e poi a trovare il ruolo che gli spetta... Un grande partito, incerto sulla propria identità, può essere pericoloso », tanto più che a suo parere Craxi non lavora per l'alternativa, ma per un rapporto preferenziale con la de, cosi da emarginare il pei, attraverso « una reincarnazione del centro-sinistra ». « Prospettiva grave», conclude La Malfa, perché i problemi del Paese impongono invece la prolungata concordia delle grandi forze politiche. Da parte del psi, una notastampa replica « a La Malfa padre e figlio » di aver illustrato le ragioni per le quali i socialisti non potevano « prendere in considerazione la candidatura repubblicana», mentre Cicchitto accusa Galloni di « essere antisocialista organico e viscerale », definisce lo staff di Zaccagnini « vera fonie di destabilizzazione», rinfaccia al pei il veto su Vassalli e conclude: « Per l'immediato il quadro rimane in piedi, ma le crepe sono tante, il restauro dipenderà molto dal governo, se troverà efficienza e coordinamento, specie nei ministeri economici ». Bodrato sui « Popolo » di oggi mette in guardia i socialisti dalle manovre « trasformistiche » tentate sulla loro pelle da gruppi moderati che vorrebbero utilizzare il psi per un ritorno al centrosinistra, provocando cosi « irresponsabili spaccature » nel Paese, che ha invece la necessità di « conservare un delicato equilibrio », basato sul confronto con il pei « e di evitare una pericolosa contrapposizione tra socialisti e repubblicani » Lamberto Fumo