L'ultima votazione di Gianfranco Franci

L'ultima votazione L'ultima votazione (Segue dalla 1" pagina) democratici, repubblicani, liberali e i «grandi elettori» della sinistra indipendente, di unità proletaria demoproletari e radicali. Fra schede bianche e voti attribuiti ad altri i suffragi venuti a mancare, rispetto a quelli previsti sulla carta, sono stati soltanto 112, una minoranza piuttosto esigua. Pertini è dunque il Presidente della Repubblica e letto con il maggior numero di voti in assoluto e con un totale di preferenze che supera l'83,6 per cento degli aventi diritto al voto. Prima di lui la maggiore percentuale era quella ottenuta il 28 giugno 1946 da Enrico De Nicola (79,04). Con un plebiscito ha cosi avuto termine, dopo 10 giorni e alla sedicesima votazione, la vicenda dell'elezione presidenziale, abbastanza travagliata ma non la più difficile, se si pensa ai 21 scrutini necessari per eleggere Saragat e ai 23 per la nomina di Leone. Già dal giorno prima si era diffusa la consapevolezza che la battaglia per il Quirinale stava per concludersi, che la soluzione ai vari problemi politici era stata trovata. Fin dal primo mattino Montecitorio è perciò vissuto in grande animazione. Nel «Transatlantico» si notava qualche volto scuro ma la maggior parte dei parlamentari appariva soddisfatta. In tutti quasi un senso di sollievo. L'aula è gremita prima ancora che arrivino Ingrao e Catellani per dare inizio alla votazione. Cineprese e macchine fotografiche sono puntate sul banco della presidenza, abbagliante è lo sfolgorio delle luci, una nuova attenzione si concentra sulla procedura ormai consueta. La sfilata dei votanti comincia due minuti dopo le 11. E' la on. Maria Magnani No ya, socialista, segretario di presidenza, a dare il via alla chiama del senatori: «Abbadessa, Abis, Accili, Agnelli Umberto...». Si apprende che Ferruccio Parri ha inviato a Pertini una lettera di augurio, scusandosi dì non poter essere presente a causa delle malferme condizioni di salute. Per la prima volta ci sono però Saragat e Leone, al quale stringono in molti la mano, fra cui il segretario de Zaccagnini, ci sono anche Pietro Nenni, accompagnato da Paolo Bertoldi, e Cesare Merzagora, fra i senatori a vita. Fra i deputati è presente anche Ugo La Malfa, in marroncino chiaro, abbronzatissimo. E' cordialissimo ed è festeggiato da tutti. Sale da Ingrao e gli parla a lungo tenendogli con calore la mano. Saluta Catellani, quindi il segretario generale della Camera, Maccanico, e gli altri alti funzionari. Si ferma a scherzare con Riccardo Lombardi. Più in là, Biasini parla con Andreotti e con il sottosegretario Evangelisti. Si salutano con una stretta di mano con l'aria di chi sembra dirsi: «Adesso è finita. Pensiamo a lavorare bene». Craxi porta la cravatta rossa che gli amici dicono si metta sempre nelle giornate importanti Lo scrutinio ha inizio alle 12,35. La prima scheda ad uscire dall'urna è per Pertini, l'ultima sarà una bianca. L'aula è ricolma, molti parlamentari rimangono in piedi non essendoci più posti a sedere. Tutti segnano su un foglio i voti per Pertini. Si sa che sono corse scommesse non tanto sull'esito della votazione quanto sulla entità del successo. Dopo quìndici minuti, Pertini ha già superato la metà del quorum richiesto. Ogni tanto compaiono voti dispersi, più frequentemente le bianche. Quando mancano pochi secondi all'una comincia il conto alla rovescia e da quasi tutta l'aula si leva un mormorio: «Meno dieci, meno nove...... E alla fine, alla 506.ma scheda, il grande, affettuoso applauso. Pertini è il nuovo Capo dello Stato. L'eletto non è in aula. Non ha neppure partecipato alla votazione. Ha atteso l'esito nel suo studio di ex presidente della Camera dove aveva ricevuto i massimi esponenti dei partiti. Anche Nenni era andato a trovarlo ed i due si erano abbracciati restando a parlare per una mezz'ora delle antiche battaglie. Conosciuti i risultati, Pertini è poi andato nella « Sala Gialla », accompagnato dall'applauso dei commessi e dei suoi vecchi collaboratori. Ha stretto una infinità di mani. Anche il liberale Cottone lo ha salutato con calore. « Ringrazio te e i tuoi amici per il voto dei liberali. Mi ha fatto molto piacere. Quello che prometto — gli ha detto Pertini — è di assolvere al mio compito con assoluta serietà, dedizione e imparzialità ». I Pertini ha avuto parole di riconoscimento anche per chi non lo ha votato: « Comprendo e ritengo anche giusto '-l loro atteggiamento. Ognuno deve votare secondo coscienza e in base alla propria coerenza ». Nella « Saia Gialla », come vuole la tradizione e il cerimoniale, Pertini si è incontrato con il presidente della Camera, che gli ha letto il verbale della votazione appena conclusa. Pertini era commosso. Ha potuto dire soltanto: « Ringrazio tutta l'assemblea, ringrazio l'amico carissimo Ingrao di avermi dato la comunicazione. Non so aggiungere altro». Gianfranco Franci