Un socialista senza capi di Luca Giurato

Un socialista senza capi Un socialista senza capi (Segue dalla t* pagina) cordo sostanziale pci-psi. La strategia di Berlinguer nella battaglia presidenziale è stata limpida: il pei ha sempre puntato, sin dall'inizio, sul candidato socialista meno gradito a Craxi. I comunisti avrebbero votato volentieri un de, ma non potevano farlo perché i grandi elettori comunisti sarebbero dovuti tornare davanti ad una « base » già inquieta a spiegare una loro preferenza de anziché psi. Non potevano neppure votare Giolitti, perché ciò avrebbe voluto dire la rottura con la de e il pri. Sappiamo che all'interno del pei non tutti erano d'accordo con Berlinguer. Sappiamo che molti « grandi elettori », anche autorevolissimi, si sono a volte schierati contro il leader per « una scelta di campo »: o con la de (pochi) o con il psi (molti), premendo così indirettamente per quell'« alternativa di sinistra » di cui parla La Malfa nella lettera. Ma i contrasti nel pei non vengono alla luce del sole; restano nel chiuso delle « Botteghe Oscure » o dell'auletta, a volte assai turbolenta, dei « grandi elettori » comunisti. Come sempre, spuntano invece, visibili a tutti, nella de. L'ultimo, clamoroso esempio pè l'assemblea dei « grandi elettori » dell'altra notte, dove il nome di Pertini ha vinto, non ha stravinto. Per la prima volta dal congresso de di Roma, si è votato in una assemblea de e, sempre per la prima volta, sono emersi contro la segreteria un malumore ed un dissenso superiori al previsto, superiore anche a quello della battaglia vinta da Moro per portare il pei nella maggioranza. I voti contrari a Pertini (e quindi alle scelte della segreteria e della delegazione de) sono stati 48, ma gli astenuti sono stati 27 e gli assenti erano quasi 100. E' difficile non attribuire un significato politico a quelle assenze, che al prossimo consiglio nazionale di fine luglio potrebbero trasformarsi in altrettante contestazioni. Il dissenso, stavolta, ha poco o niente da spartire con certe isolate manifestazioni di conservatorismo ultra (De Carolis, Costamagna). Parte da un gruppo di giovani, battaglieri deputati che aspirano a diventare un « nucleo centrale » nel partito e che per ora si definiscono come « Gruppo Vanoni »: Mazzola, Bianco, Segni, Mazzotta. Al « Vanoni », guardano con simpatie forse tattiche, comunque concrete almeno nella battaglia per la presidenza, un troncone basista, un'ala conservatrice (Scalia) e una super-conservatrice (Rossi di Montelera, Carenini), vari fanfaniani. « Ripartiamo da zero — disse Segni durante la assemblea dei grandi elettori —: nomi nuovi o al di sopra della mischia ». Forse, il giovane deputato sardo non pensava solo alla battaglia contingente. Ma il prestigio di Zaccagnini nel Paese è in ascesa continua. Mai la de si è permessa il lusso (tipico dei partiti sicuri e forti) di rinunciare a un suo candidato per una carica tanto importante e ganvgtslsrQfMmzpc prestigiosa. Zaccagnini è og- gì sempre più un « carisma », anche se dovrà affrontare con nuovo impegno problemi nuovi. Anche Craxi si prepara a giocare nei prossimi mesi carte da grande leader. Anch'egli si è permesso un lusso: per la prima volta, un segretario socialista è riuscito a mandare un compagno di partito al Quirinale. Craxi è riuscito dove hanno fallito Nenni, Mancini, De Martino. Rispetto al problema del governo questa soluzione semplifica o rende più precario il quadro politico? Gli è stato chiesto ieri in una conferenza stampa. Craxi: « E' un elemento che risolve in modn eccellente la crisi che si era aperta al vertice dello Stato. Certo, il quadro politico deve fare i conti con molte co.?, con i problemi economici, sociali, di riorganizzazione dello Stato. Certo, l'elezione di Pertini non fa quadrare i conti della disastrata finanza pubblica ». Cosa dìmostra questa vicenda per quando riguarda i rapporti tra i partiti? Craxi: « La vicenda dimostra che il psi è un partito essenziale all'equilibrio democratico del Paese e che non è una forza subalterna alla quale si possa dire: si fa così e basta ». Avete detto fin dall'inizio che volevate un presidente socialista e siete partiti a gamba tesa... Craxi: « Non a gamba tesa, sono partito nel solo modo in cui i partiti più piccoli possono farsi ascoltare dai partiti più grossi; quello di non dire le cose a bassa voce perché altrimenti non ti ascoltano ». Luca Giurato

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