Mozart sposo inquieto di Massimo Mila

Mozart sposo inquieto LUOGHI CARI AI GRANDI DELLA MUSICA Mozart sposo inquieto VIENNA — E' tipico delle consuetudinarie abitudini di Mozart che, appena sposato, nel 1782, non abbia trovato niente di meglio che tornare nella vecchia casa Zum roten Sabel (Alla sciabola rossa), dove aveva abitato col padre nell'autunno del 1767, suo secondo viaggio a Vienna, all'attuale n. 19 della Wipplingerstrasse, oggi animata e importante via ricostruita con solidi palazzi ottocenteschi. Nello stesso anno la giovane coppia si spostò audacemente di un portone, trasferendosi nella Herbertsteinsches Hans, al n. 17 di oggi, un palazzo stretto (5 finestre) di colore scuro, che in teoria potrebbe anche essere rimasto tal quale. Oggi ospita specialmente rappresentanze commerciali, tra cui quella dei Marzotto, e l'ufficio import ■ export di un dr. Ferdinand Kafka! Devoti com'erano tutti due, per le loro occorrenze spirituali avevano lì vicino, nella Passauer Platz, la chiesa di S. Maria am Gestade, che con la sua lunga scalinata di pietra, è una delle più belle ed antiche di Vienna, costruita tra il 1394 e il 1414, e «regotifiziert» nell' Ottocento, come informa la consueta insegna municipale. A S. Giorgio 1783 i due irrequieti sposir.i si trasferirono alla Managettasches Haus, nella tranquilla Judenplatz, dove affluiscono cinque piccole vie. La casa era all'angolo con la Jordangasse, accanto alla quattrocentesca Haus zum grossen Jordan, con bassorilievo del battesimo di Cristo sulla piccola facciata. La piazza è tanto tranquilla, col suo settecentesco palazzo dell'ex cancelleria di Boemia, ora adibito ad usi giudiziari, che in mezzo vi si tengono esposizioni di scultura moderna e intorno al recinto passano superstiti vetture di piazza, a due cavalli, col vetturino in bombetta che spiega i luoghi ai turisti domenicali. Fu quello un tempo felice di Wolfgang e Costanza. Molte risate devono essere risuonate nelle tranquille stanze di Judenplatz, molte stupidaggini si saranno dette nel loro pittoresco lessico familiare. Il ricco amico Gottfried von Jaquin veniva a prenderli con la carrozza per condurli al Prater. Un giorno i due — «Veniamo subito!» — non scendevano più. Jaquin parcheggia la carrozza in piazza e sale a vedere cos'era successo. In una confusione indescrivibile di panni e vestiti buttati per aria, i due cercavano un certo nastro che Costanza voleva mettersi e che non saltava più fuori. Fu Jaquin a trovarlo, e siccome era molto alto si divertì a tenerlo sollevato mentre correva per le stanze, inseguito dai due piccoletti, in un pandemonio di strilli e di risate. Il tutto fedelmente consegnato poi nel burlesco terzetto Liebes Mandel, wo ist's Bandel? («Caro maritino, dov'è il na- strino?» K. 441) per soprano tenore, basso e pianoforte. Ci restarono otto mesi, in Judenplatz, il tempo che nascesse, e tosto morisse, in loro assenza, il primo dei sei figli. Poi, da gennaio a settembre 1784, abitarono di nuovo sul Graben, ma dalla parte opposta, nel Trattnerhof. A quell'anno risale la rovente Sonata in do minore K. 457, seguita l'anno dopo dall'altrettanto rovente Fantasia K. 475, dedicate entrambe alla signora Teresa von Trattnern: Mozart s'era prewagnerianamente innamorato della bella e interessante padrona di casa, eccellente pianista alla quale impartiva lezioni di perfezionamento. Vogliamo scommettere che il successivo trasloco fu voluto da Costanza? Desideravano ormai una dimora un po' rappresentativa, forse anche in previsione dei figli a venire, e la trovarono nella stretta Domgasse n. 5 (odierno); dall'altra parte ingresso nell'altrettanto stretta Schulerstrasse n. 8. E' questa l'unica abitazione di Mozart a Vienna perfettamente conservata, e ospita un piccolo museo. E' detta Camesinasches Haus per certe decorazioni a stucco di Albert Camesina nello studio dove Mozart compose le Nozze di Figaro (onde ora il nome di Figarohaus.). Fu il più lungo soggiorno di quei coniugi errabondi, dal 1784 fino a S. Giorgio 1787. Occupavano al primo piano (entrata nel cortile) tre grandi stanze comunicanti, due sulla Domgasse e "altra sulla Schulerstrasse insieme con una stanza stretta e lunga, senza luce esterna, forse la cucina. Le graziose tendine bianche alle finestre riducono ancora la pochissima luce consentita dalle strette viuzze all'ombra del Duomo. Ma pareva una conquista. Leopoldo, venuto a visitare figlio e nuora, scriveva il 14 febbraio 1785 alla figlia Marianna: «Venerdì all'una fummo nella Schulerstrasse n. 846 al primo piamo, dove tuo fratello ha un bel quartiere con tutto l'arredamento di casa, devi pensare infatti che paga 460 Gulden di affitto». Il giorno dopo venne in visita il grande Haydn, insieme col barone Tindi. Si eseguirono gli ultimi tre Quartetti a luì dedicati (K. 458, 464 e 465, in si bemolle, la maggiore e do maggiore) e Haydn si rivolse a Leopoldo, tutto racconsolato e orgoglioso, con le storiche parole: «Vi dico davanti a Dio, da uomo d'onore, che vostro figlio è il più grande compositore ch'io abbia mai conosciuto di persona e di nome. Ha gusto, e possiede la massima scienza della composizione». Dopo questa, che è la casa di Mozart per definizione, chissà che cosa lo spinse fuori del suo consueto centro storico nell'abbastanza lontana Landstrasse, oggi una gran via commerciale dì spaventosa animazione? Vi sorgeva, del resto, il fastoso palazzo del dottor Messmer, celebre ipnotizzatore pre-psicanalista, dov'era stato rappresentato il suo infantile Bastien und Bastienne. Ma nemmeno il luogo è possibile rintracciare dell'una e dell'altra casa. Se- i guì ancora un ritorno alla | tranquilla Judenplatz, in altra | casa, dove nacque Così fan tutte. Infine, durante un viaggio di Mozart a Francoforte, Costanza affittò un appartamento nella breve e un po' triste Rauhensteingasse (odierno n. 8, palazzo demolito e rifatto nel 1849). Qui nacque alla coppia il sesto ed ultimo figlio, e qui Mozart morì, il 5 dicembre 1791, mentre al teatro Auf der Wieden cresceva il successo del Flauto magico (l'opera l'aveva scritta quasi interamente in un padiglioncino di legno annesso al teatro, oggi visibile a Salisburgo). Scendendo in strada, dal marciapiede opposto poteva scorgere una delle guglie dell'amato Santo Stefano. E dalle finestre vedeva, in fondo alla via, là dove termina sulla Himmelpfortgasse, la bella casetta barocca nello stile di Lukas Hildebrandt, dove, nella sala della trattoria Jahn, Beethoven collaborerà nel 1797 a un concerto del violini sta Schuppanzig, e l'anno dopo entrambi parteciperanno ancora a un'accademia, cioè un concerto, di chi? Ma dell'ancora affascinante soprano Jose fa Duschek, grande e forse tenera amica di Mozart a Praga, che per lei aveva scritto l'aria da concerto Bella mia fiamma; e nel 1796 a Lipsia era stata la prima interprete dell'aria di Beethoven Ah perfido! Non si può dire che la signora mancasse di gusto nella scelta dei suoi musicisti. Massimo Mila t continua) Vienna. La casa in Rauhensteingasse, nella quale Volfango Amedeo Mozart morì

Luoghi citati: Boemia, Francoforte, Praga, Salisburgo, Vienna