E' ripresa la spirale del terrore dopo settanta giorni di tregua

E' ripresa la spirale del terrore dopo settanta giorni di tregua L'ultimo attentato delle Br era avvenuto il 27 aprile E' ripresa la spirale del terrore dopo settanta giorni di tregua Il precedente agguato, contro il funzionario Fiat Palmieri, durante il processo a Curcio - La terrificante cronologia dell'eversione negli ultimi due anni ha colpito duramente la città Le pistole delle Brigate rosse sono tornate a sparare a Torino dopo settanta giorni di silenzio: tanto era durata, dopo l'agguato e l'azzoppamento del funzionarlo Fiat Sergio Palmieri, perpetrati la mattina del 27 aprile, la tregua concessa dalla più pericolosa ed «efficiente» formazione eversiva. Una tregua, comunque, impropria, contraddistinta da uno stillicidio inarrestabile di attentati rivendicati da altre sigle «rivoluzionarie» e scandita dall'eco delle gesta criminali (omicidi, ferimenti, incursioni armate, incendi e bombe) messe a segno in ogni parte d'Italia dal terrorismo. L'altro giorno a Milano, bersaglio il collaboratore di Leopoldo Pirelli, Gavino Manca; ieri a Tori, no, bersaglio 11 presidente dei piccoli imprenditori, Aldo Ravaioli. Con la collaudata tecnica dell'attentato doppio a 24 ore di distanza In luoghi differenti, le Br hanno riportato all'ordine del giorno la pratica della violenza, la cui spirale, a Torino, continua ad allargarsi: la contabilità dell'eversione conta già morti, feriti che sono diventati invalidi, danni provocati alle cose con le molotov ed il tritolo. Ne&sun'altra città è stata finora cosi flagellata dalla violenza politica come la nostra. L'anno scorso 1 brigatisti avevano compiuto numerosi agguati assassinando l'avvocato Fulvio Croce, 11 vicedl j rettore de La Stampa Carlo Casa I legno, riducendo a lunghe degenze I in ospedale 11 consigliere provin | ciale de Puddu, il giornalista de i {'Unità, Ferrerò, tanti dirigenti ! d'industria e capi reparto Fiat. In imprese analoghe si erano esercì- tati «Prima linea», Nap, altri | gruppi dalle sigle più svariate ! (anche se tutte accomunate dall'e I tlchetta «Squadre combattenti») e | proprio una di queste si attribui¬ ! sparano alle gambe di Gustavo ! Ghiotto; la settimana dopo un ' commando di «Prima linea» cerca j di piazzare un ordigno esplosivo va l'uccisione del brigadiere Giù-. seppe Ciotta. ; Ma, quest'anno, l'escalation del | terrorismo è stata terribile. Il 9 1 gennaio le Br tendono l'ennesimo ' agguato ad un caporeparto Fiat, ! nei pressi della caserma dei carabinieri di via Vanchiglla; il 24 feb. braio giovani armati fanno imi- !zlone nella tipografia di via Tari- . no che stampa materiale per con; to dell'Atm; il primo marzo una | bomba fa saltare un traliccio dei1 l'alta tensione alla periferia della ' città. Nel frattempo non si conta! no nemmeno più le molotov gettate contro sezioni di partito, sedi di enti vari, stazioni del carabinieri della cintura. Il processo al «nucleo storico» delle Br, che si apre il 9 marzo In una Torino presidiata come mal ! lo era stata dalle forze dell'ordine, i coincide con una feroce recrude scenza del terrorismo: le Br alzano 11 biro delle pistole. Uccidono 11 10 marzo il maresciallo di ps Rosario Berardl, 11 25 fanno fuoco contro l'ex sindaco Giovanni Picco, il commando gli spara mentre è ancora in auto, al petto; la vittima designata se la cava per miracolo con un mese d'ospedale. Tra mille difficoltà 11 giudizio a Curdo e compagni va avanti, e con esso cresce la violenza. 11 aprile: 1 killers delle Br tendono l'agguato alla guardia carceraria Lorenzo Cutugno, l'agente cerca di difendersi, stramazza fulminato dalle pallottole. Il 20 dello stesso mese, a Milano, Francesco DI Cataldo, vice capo degli agenti di custodia di S. Vittore, fa la stessa fine del collega Cutugno, sotto l colpi del brigatisti. Passa solo una settimana e le Br azzoppano il Palmieri. Poi, proprio mentre il processo a Cure lo e soci vive i suol atti culminanti e la tragedia Moro, tra colpi di scena drammatici, volge all'epilogo, la morsa dell'eversione si allenta, a Torino e In tutta Italia. Dalla scoperta del cadavere del presidente della democrazia cristiana (9 maggio) al 6 giugno, quando le Br si macchiano di un altro delitto ad Udine, colpendo a morte la guardia carceraria Anto, nlo Santoro, le armi del terrorismo sparano due sole volte. Il 15 maggio feriscono a Bologna Antonio Mazzotti, dirigente della «Menarmi», 48 ore dopo a Torino «Prima linea» cerca di assassinare l'agente della «Dlgos» Roberto De Martini: il killer preme il grilletto a colpo sicuro, ma la mira difettosa e la fortuna salvano la giovane guardia. L'ondata di sangue e morte torna impetuosa il 21 del mese scorso: mentre l giudici del processo di Torino sono in camera di consiglio le Br ammazzano a Genova il funzionarlo di polizia Antonio Esposito, un ex del nucleo Antiterrorismo torinese; il giorno dopo a Pomigliano d'Arco sedicenti «Squadre armate proletarie» falciano le gambe del tecnico dell'Alfasud. Salvatore Napoli. A Torino, i gruppi «rivoluzionari» si «limitano» a esplodere raffiche di mitra contro il commissariato S. Donato (23 giugno), ad appiccare un incendio al deposito auto Fiat di Orbassano (29 giugno), ad irrompere, l'azione sarà rivendicata da «Prima linea», con armi e bombe nella sede della Fin-Piemonte (lunedi scorso).