Ricordo di Azelia Arici di Primo Levi
Ricordo di Azelia Arici SUCCESSE NELLA CATTEDRA AD AUGUSTO MONTI Ricordo di Azelia Arici TORINO — Azelia Arici è morta martedì scorso. Aveva 83 anni. Era ricoverata al Mammane da aprile. Si è spenta lentamente e serena. Ha lasciato precise volontà. Tra l'altro che l'annuncio della sua scomparsa fosse comunicato a funerali avvenuti. Sarebbe difficile dire quanti siano, non solo a Torino, a piangere la scomparsa di Azelia Arici. I suoi ex allievi si contano a migliaia, ed a questi vanno aggiunti i molti altri a cui ella è stata maestra, fino a pochi mesi addietro, in quelle sue riunioni, piuttosto agili conversazioni che lezioni, in cui aveva voluto continuare, ai di là dell'insegnamento ufficiale, ad essere di guida a chiunque desiderasse aggiornare e rinfrescare le proprie conoscenze di letteratura italiana, e non soltanto italiana. Non le doveva essere stato facile succedere ad Augusto Monti nella sua cattedra al Liceo D'Azeglio, in un tempo in cui l'ossequio al fascismo era per ogni insegnante una forca caudina sotto la quale bisognava curvarsi: la professoressa Arici adempì al compito con indimenticabile dignità, senza cedimenti alla retorica imperante, ami, coltivando e diffondendo intorno a sé una repulsione alla retorica, una solerte vigilanza critica, che permeava il suo insegnamento, ed era, in sostanza, una « resistenza » ante litteram. Molti la ricordano severa nello stroncare un vaniloquio o un tema vuoto, ma ricordano anche la sua afflizione e la sua collera quando un allievo da lei stimato veniva mal giudicato dalla commissione per gli esami di maturità. Fino al momento in cui la malattia le tolse la facoltà di esprimersi, e nonostante l'età avanzata, aveva conservato una stupefacente giovinezza di spirito, un desiderio allegro di cose nuove da vedere e da imparare, una curiosità mai paga, che l'aveva spinta a lunghi e disagevoli viaggi negli anni in cui molti tendono a cedere alla stanchezza. In tempo recente aveva ultimato la revisione di una sua celebre traduzione delle opere complete di Tacito, impresa da sgomentare un già vane. A noi, già suoi disce poli, la sua memoria è rimasta vicina soprattutto per la sua concezione alacre ed agile della cultura, e per la sua capacità di trasmetterla arricchendola, con una sensibilità ed un calore umano che gli anni avevano sempre più affinato. Primo Levi
Persone citate: Arici, Augusto Monti, D'azeglio, Tacito
Luoghi citati: Torino
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