Assemblea aperta dei lavoratori Ceat
Assemblea aperta dei lavoratori Ceat Con politici e sindacati Assemblea aperta dei lavoratori Ceat Criticato l'atteggiamento "ottuso" della direzione: "Senza rinnovamento non c'è futuro" L'atteggiamento « ottuso » della direzione Ceat è stato esaminato ieri nel corso di un'assemblea aperta alla quale hanno partecipato forze politiche e sindacali, compresi i consigli di fabbrica della Pirelli e della Michelln, che ha concluso la propria vertenza il mese scorso. Il duro commento è scaturito al termine di un'indagine condotta dal lavoratori all'interno del vari reparti e da numerosi incontri con altri dipendenti del settore, la cui sintesi è stata fatta nel corso del seminario sindacale di Ariccia nel febbraio '76. « Da allora — ha detto ieri un delegato di fabbrica — nulla è cambiato, rimangono integri tutti i nodi da sciogliere per una corretta gestione. Nella piattaforma abbiamo chiesto investimenti nel settore tecnologico e dell'infortunistica, recupero della produttività con migliore organizzazione del lavoro, riconoscimento del patronato e del coordinamento sindacale di gruppo, aumento salariale uguale per tutti di 15 mila lire ». Tuttavia « dopo sei mesi di lotta, l'azienda nega la necessità di un collegamento tra questi aspetti di politica industriale; l'unica risposta è la richiesta di cassa integrazione per oltre mille operai del settore pneumatici come strumento per superare la crisi, mentre, per supplire alle carenze tecnologiche, si vuole imporre un aumento di produttività del 30 per cento ad ogni operaio ». Fassino (pel) ha sottolineato ohe la crisi « è esclusivamente dirigenziale, come dimostra la continua espansione della MicheUn. Anche la Cassa integrazione e i tentativi di dividere i vari stabilimenti non sono altro che manovre per vanificare la vertenza ». Secondo Fiandrottl (psi) « il recupero della produttività interessa molto più agli operai che non agli imprenditori ». « Perciò — ha concluso — questo piattaforma ha l'appoggio pieno ed incondizionato dei partiti della sinistra ». « Lo studio sulla politica industriale di operai e sindacati — ha aggiunto di Pletrantonio (psdi) — fa si che il lavoro diventi una componente essenziale del patrimonio aziendale. Se la direzione rifiuta tale apporto, dovrà risponderne non solo all'interno della fabbrica, ma di fronte a tutti ». Nigro (Fulc regionale) ha auspicato infine rapporti sempre più stretti tra le fabbriche: « Noi siamo disponibili ad un incontro con la proprietà, anzi lo sollecitiamo. Se le strutture non si rinnovano l'azienda non ha futuro, deve chidere ». Ha ancora ricordato che la vertenza con la Michetta, durata 11 mesi, è costata 90 ore di sciopero. « Dobbiamo perciò essere preparati ad una vera e propria battaglia ». c. nov.
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