Brema: l'Europa pensa alla ripresa di Natale Gilio
Brema: l'Europa pensa alla ripresa I problemi economici e sociali all'esame dei leaders dei nove Paesi Brema: l'Europa pensa alla ripresa ROMA — Gli ultimi anni sono stati definiti gli anni dei grandi ideali economici e valutari, a cui sovente hanno fatto da contraltare grandi delusioni. Ideali e delusioni, speranze e problemi a cui i Capi di Stato e di governo dei nove Paesi della Comunità Economica Europea, riuniti da oggi a Brema sotto la presidenza del cancelliere tedesco Helmut Schmidt, tenteranno di dare una risposta, sia pure non definitiva. All'ordine del giorno di questo primo vertice, che precede di poco il « Summit » del 16-17 luglio di Bonn fra i sette grandi Paesi industrializzati del mondo (Stati Uniti, Giappone, Canada, Gran Bretagna, Germania Occidentale, Erancia e Italia) sono i dibattuti temi della ripresa della crescita economica, del freno al dilagante protezionismo, della ricerca di una maggiore stabilità dei tassi di cambio fra le diverse monete. Il documento che i capi di governo troveranno sul tavolo si articola, in effetti, in ben tredici punti: oltre alla situazione economica generale e ai problemi monetari, vi è l'energia, l'occupazione, il commercio internazionale, il mercato interno comunitario, la politica strutturale, la politica regionale, la politica agricola mediterranea, i rapporti con i Paesi in via di sviluppo, i rapporti commerciali con il Giappone, l'inquinamento marino e in ultimo la possibilità di istituire in Europa un centro di alti studi economici sul modello della Brookings Institution americana. Ma ciò che conta, so¬ no i primi tre argomenti, propedeutici a tutti gli altri e dalla cui soluzione dipenderà il successo o il fallimento dei « vertici », il rinsaldarsi degli ideali o il rinnovarsi delle delusioni. C'è da dire che il fronte dei Paesi, all'incontro di Brema, nonostante l'unità di intenti più volte dichiarata, non si presenta certamente compatto cercando ognuno di abbinare alla ricerca delle soluzioni che accrescano gli equilibri del sistema comunitario, le condizioni necessarie al risanamento di proprie situazioni interne. Così, se Italia e Gran Bretagna spingono per un rilancio sostenuto delle economie più forti, considerandolo la « conditio sine qua non » per ridare flato alle loro economie stagnanti, la Germania e per ragioni diverse la Francia vedono nel conseguimento di una stabilizzazione sempre più ferma dei rapporti di cambio tra le monete Cee, la motivazione più contingente per arrivare ad una prima intesa di principio. Schmidt, anche se in tono meno acceso del passato, respinge l'ipotesi di un tassoobiettivo europeo di sviluppo del 4,5 per cento, quale quello fissato dalla Commissione esecutiva della Cee per i prossimi dodici mesi. Per Bonn, questa resta un'ipotesi irrealistica da raggiungere, su cui incombe il rischio di nuove e deleterie pressioni Natale Gilio (Continua a pagina 2 in quarta colonna)
Persone citate: Brema, Helmut Schmidt, Schmidt
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