L'accordo alla Fiat: cosa dicono operai delegati di fabbrica e esponenti politici di Francesco Bullo

L'accordo alla Fiat: cosa dicono operai delegati di fabbrica e esponenti politici La vertenza sulla mezz'ora si è conclusa dopo 5 mesi di trattative L'accordo alla Fiat: cosa dicono operai delegati di fabbrica e esponenti politici Reazioni positive, dentro e fuori l'azienda - La Ganga:"Sindacati e imprenditori hanno dimostrato maturità" Alberton, de: "Si sono evitati irrigidimenti e tensioni" - Un dipendente: "Finalmente, uscendo mezz'ora prima, potrò trovare i bambini ancora svegli" - Barisciano, delegato alla carrozzeria: "Un'iniezione di fiducia" Reazioni positive, dentro e fuori la fabbrica, all'accordo siglato la scorsa notte tra Fiat e federazione metalmeccanici sulla « mezz'ora» del 150 mila turnisti. La conclusione di una vertenza durata cinque mesi è stata accolta con soddisfazione da dirigenti politici e da amministratori locali. « Si ha l'impressione — ha detto La Ganga, segretario provinciale psi — di un risultato soddisfacente per entrambe le parti che per di più crea un notevole numero di postilavoro. Il documento concordato va nella direzione di un migliore utilizzo degli impianti, uno dei principali problemi che il Paese deve risolvere, e dimostra la maturità con cui sindacati e imprenditori hanno impostato la soluzione ». Per Bontempi, capogruppo regionale pei, è da sottolineare 11 « valore politico » dell'accordo che costituisce una « verifica dell'impostazione data dalla Regione con il piano di sviluppo, secondo il quale le esigenze di espansione produttiva vanno affrontate tenendo conto dei problemi sociali, sindacali e di rlequilibrlo territoriale (nei conìronti del Mezzogiorno, ma anche delle aree deboli del Piemonte) che rappresentano interesse preminente nella collettività e nelle stesse aziende. Occorre ora avviare un confronto globale con la Fiat, e credo che la Regione sta disponibile, perché l'accordo e i suoi sviluppi futuri tengano conto delle esigenze delle aree periferiche piemontesi più gravemente colpite dalla crisi». Si tratta, secondo La Ganga, di un passo avanti perché « nell'alternativa fra contenimento dei salari, incremento della produttività-uomo, aumento della produttività-impianti, scegliere quest'ultima strada rappresenta un fatto significativo che fa ben sperare rispetto alle polemiche del passato ». Non diverso il giudizio del con- slgliere regionale de Alberton: « Non solo perché l'accordo giunge prima che si producessero irrigidimenti e tensioni difficilmente recuperabili, ma soprattutto per gli sbocchi occupazionali che assteura ». In particolare, le assunzioni al Sud rappresentano un elemento di « notevole conforto » mentre per quelle al Nord « è auspicabile che, verificate nelle localizzazioni e nei loro aspetti qualitativi, possano essere utilizzate per favorire la risoluzione di crisi aziendali in un processo di mobilità ». <r Si dimostra anche — ha concluso Alberton — attraverso questa vicenda come sia comunque più facile al Nord che al Sud innescare momenti di ripresa occupazionale che per questo devono essere gestiti in un'ottica generale ». Anche la segreteria del pei, al termine di una riunione, ha espresso in un comunicato la propria soddisfazione per il « risultato ottenuto dai lavoratori Fiat dopo cinque mesi di impegnativo confronto ». Quattro i motivi: 1) acquisizione definitiva della «mezz'ora», da tempo in vigore in tutte le aziende metalmeccaniche pubbliche e in gran parte di quelle private; 2) 2320 nuovi occupati entro il '78 ed altre mille assunzioni prevedibili al Sud nel '79 per l'assestamento del terzo turno; 3) impegno di assorbire lavoratori dalle aziende in crisi; 4) garanzia dei livelli di produttività senza gravare sulle condizioni di lavoro degli operai. Ieri intanto si sono riuniti alcuni consigli di fabbrica torinesi che hanno dato parere favorevole alla conclusione della vertenza. La parola passa adesso alla «base» operaia, ma il giudizio sembra scontato. « E' un buon accordo » hanno ripetuto numerosi lavoratori in uscita dal primo turno con i quali abbiamo parlato ieri alla porta « 7 » di Miraflori. « Mi von bene soprattutto ì nuovi impegni di assunzioni al Sud » ha detto un giovane meridionale, con in mano il volantino della Firn. « Finalmente, uscendo mezz'ora prima, riuscirò a trovare i bam¬ bini ancora svegli » ha dichiarato un altro, affrettandosi verso il pullman. « Meglio di così non poteva andare — è un delegato che parla — è caduta anche l'ipotesi di lavorare i cinque "sabati" che nessuno di noi voleva fare ». Per una donna « con tanti anni di lavoro sulle spalle » significa molto: « Con la famiglia, oltre al lavoro, avere mezz'ora in più fa sempre comodo ». E ancora: « Abito ad Asti. Uscire mezz'ora prima per me vuol dire guadagnare un'ora, stare di più con mia moglie che adesso non vedo quasi mai ». Mentre una fiumana di operai invade il corso e si avvia rapida verso i mezzi pubblici, alcuni si fermano a discutere. Commenti rapidi sull'accordo e su che cosa « potremo fare anche noi da settembre ». Non mancano valutazioni più complessive. Di Fazio, delegato, afferma: « Si è consolidata una conquista storica per gli operai Fiat, che vuol dire miglioramento delle condizioni di lavoro e soprattutto nuova occupazione al Sud ». Barisciano, delegato della carrozzeria, aggiunge: « Stamattina il clima nei reparti era buono; questo accordo è una iniezione di fiducia per gli operai nei confronti del sindacato ». «.Abbiamo fatto una lotta anche dura con contraccolpi e tentativi di riportarci indietro — dice Pregnolato, delegato —. Fino a pochi giorni fa si parlava ancora di lavorare al sabato; l'accordo, complessivamente positivo, è accolto favorevolmente dagli operai anche perché non si parla più di sabati ». « Soprattutto però è un buon accordo — aggiunge il delegato Caroppoli — perché vuol dire spostamento di produzione dal Nord al Sud invece di concentrare tutto qui ». Francesco Bullo Marina Cassi Parlano i sindacalisti della Firn: De Fazio, Pregiiolato, Barisciano e Guarnieri

Luoghi citati: Asti, Barisciano, Piemonte