A Bagdad ceatrale termonucleare Enel: 1000 miliardi

A Bagdad ceatrale termonucleare Enel: 1000 miliardi Importante commessa all'Italia A Bagdad ceatrale termonucleare Enel: 1000 miliardi GENOVA — Quasi certamente l'Italia, tramite l'Enel, realizzerà in Irak una centrale termonucleare: una commessa da 1000 miliardi circa. Le trattative sono avanzate e nel prossimo autunno, situazione politica permettendolo, il presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, andrà a Bagdad per sovrintendere a conclusione e stipulazione. L'«indiscrezione» è stata rivelata dal ministro dell'Industria Carlo Donat-Cattin ieri mattina a Genova, a conclusione del Primo convegno sull'energia solare. In mattinata il ministro aveva preso parte ad una tavola rotonda, riservata ai soli addetti ai lavori, presenti rappresentanti politici di 32 Stati, quasi tutti europei e del Terzo Mondo, tutti interessati allo sviluppo delle applicazioni dell'energia solare, una delle tante possibili «alternative», sia pure in via integrativa, all'impiego degli idrocarburi. Lo stesso ministro ha confermato questa nuova linea del governo, nel corso di una conversazione «informale» con i giornalisti. «L'idea del convegno sull'energia solare è venuta — ha detto — in se- guito ad una manifestazione analoga che s'era svolta a Nizza, in Francia, l'anno scorso. Ci eravamo resi conto che rischiavamo di diventare satelliti dell'industria francese anche in questo settore e, dato che tutti i Paesi europei, si stanno dando un'organizzazione produttiva autonoma nei campi dell'energia "alternativa" (nucleare, carbonica, solare e persino mediante lo studio dell'impiego del vento) per questo è stato deciso di recuperare il terreno perduto, considerato il fatto che già esisteva e proprio a Genova un centro di studi avanzati: l'Ansaldo». Per Donat-Cattin le prospettive d'impiego dell'energia solare sono molto serie: studi americani affermano che se sarà possibile uno sfruttamento intensivo che abbatta i costi-base, il sole dovrebbe sopperire circa il 7 per cento dell'attuale fabbisogno di energia. Tutto questo entro il primo decennio del prossimo secolo. «Un Paese solatio come l'Italia — ha proseguito il ministro — potrebbe anche arrivare al 10 per cento». Il risparmio d'idrocarburi s'impone, perché, ha spiegato il ministro «dopo questo 1978 di tregua, proseguirà la politica di produzione limitata e controllata da parte dei Paesi arabi» e s'avranno incrementi del costo «all'origine» con una conseguente, pesante inflazione nei Paesi occidentali consumatori. Il ministro dell'Industria ha così ribadito l'impegno del governo ad intensificare la realizzazione di centrali nucleari e d'introdurre nuove centrali elettriche a carbone, cercando quello «più a buon prezzo sul mercato», dal momento che il costo d'una unità energetica di centrale a carbone è inferiore del 20 per cento a quello d'una centrale a nafta. Il convegno, cui hanno preso parte oltre 800 congressisti, s'è così chiuso dopo tre giorni, alla Fiera internazionale di Genova, con una serie di note positive ed ottimistiche, quantomeno aperte alla speranza. E' emersa la volontà — come afferma il comunicato conclusivo — di dar vita, sul piano di collegamenti internazionali, a studi, a scuole ed a centri di ricerca per l'energia solare che uniscano i Paesi del Mediterraneo a quelli arabi e del Terzo Mondo. In particolare sarà istituito a Malta un centro regionale. Qui, in ottobre, si svolgerà una conferenza dalla quale dovrebbero uscire proposte concrete e progetti operativi. p. 1.

Persone citate: Carlo Donat-cattin, Donat-cattin, Giulio Andreotti