Caccia a Portovenere ad un delfino ferito

Caccia a Portovenere ad un delfino ferito Prodezze di "marinai della domenica" Caccia a Portovenere ad un delfino ferito PORTOVENERE — Un povero delfino — un po' più grosso del normale — forse perché ferito, è andato ad infilarsi nel canale di Portovenere dove una turba d'improwisati «cacciatori di squali» domenicali si è scatenata contro di lui con gli arpioni. Il mammifero — che notoriamente è fra i più miti ed intelligenti abitatori dei mari — è stato infatti giudicato «pericoloso» e condannato a morte. I cacciatori non sono riusciti nel loro compito, tuttavia il povero bestione, ieri sera era ancora in mezzo al canale segnato atrocemente da diversi colpi: certamente è destinato a morire. A nulla è valso in extremis un intervento della Protezione degli animali. Raccontiamo brevemente questo episodio d'ignoranza ecologica. Il delfino è apparso ieri mattina nel canale. Alcuni «marinai della domenica» in motoscafo l'hanno scambiato per un pescecane e hanno dipinto a fosche tinte l'avventura, non appena arrivati a terra. Il comandante della capitaneria, Panneggiarli, ha dato l'allarme alle spiagge, per «difendere» i bagnanti. Intanto si è organiz¬ zata la caccia. Alcuni giovani hanno arpionato la povera bestia, che poi si è liberata. Il «safari» è continuato con episodi grotteschi quanto feroci e la partecipazione di una decina d'imbarcazioni. Inutili sono stati i tentativi del delegato di piaggia Lagomarsini e del comandante della locale stazione carabinieri che si sono imbarcati per aiutare il povero delfino a riprendere il mare aperto. Un giovanotto ha sfidato la «belva dei mari»: gettatosi da una barca, applaudito dai gridolini delle amiche e dei compagni, ha nuotato impavido verso il delfino, gridando che voleva «cavalcarlo». Il delfino però si è inabissato sfuggendo alle sue attenzioni. Poco dopo la povera bestia è ricomparsa fra i flutti. Perde va molto sangue. La sua sorte sembra segnata. Ecco dunque un altro delitto contro la natura, già così disastrata, un altro episodio d'ignoranza e di perfidia verso gli animali, svoltosi sotto gli occhi di qualche centinaio di persone indifferenti e preso semmai a pretesto per rompere la noia d'una giornata festiva, da parte dei bagnanti. f. c.

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