Jacques Berenguer, il marsigliese accollo come un divo a Fiumicino
Jacques Berenguer, il marsigliese accollo come un divo a Fiumicino Estradato dagli Usa - Uccise l'agente Marchisella Jacques Berenguer, il marsigliese accollo come un divo a Fiumicino ROMA — Jacques René Berenguer, il «marsigliese» responsabile di alcuni fra i più efferati delitti degli ultimi anni, è arrivato ieri a Fiumicino, proveniente da New York. Le autorità americane hanno concesso l'estradizione dopo averlo arrestato mentre spacciava cocaina. Berenguer, in manette e accompagnato da una nutrita scorta, è stato accolto come un «divo» da una schiera di fotografi. René «il marsigliese» deve la sua triste fama soprattutto a una delle più drammatiche rapine che si siano mai verificate a Roma. Il 21 febbraio del '75, durante un assalto ad un ufficio postale di piazza dei Caprettari, uccise a raffiche di mitra l'agente di guardia, Giuseppe Marchisella. L'omicidio avvenne sotto gli occhi della fidanzata della vittima, Clara Calabresi. La giovane era incinta. Non poteva sposarsi per l'assurdo regolamento militare che vincolava il fidanzato. Quell'omicidio fu, per lei, un colpo terrìbile. Disperata, tentò di uc¬ cidersi. Venne salvata appena in tempo. Ma non sapeva darsi pace. Una settimana dopo sì lanciò da una finestra del quarto piano. La sua fine commosse l'intero Paese. La «carriera» di Berenguer era già nutrita prima di que¬ sto assassinio e doveva allungarsi ancora in seguito. Aveva cominciato a Marsiglia, negli Anni 60, diventando uno dei «ras» dello sfruttamento della prostituzione. A Nizza, duranI te una sparatoria, uccise un I poliziotto. Venne arrestato e rinchiuso nel carcere di Verdun. Evase poco dopo. Si trasferì in Italia, a Genova. Anche qui divenne uno dei capi del «giro» della prostituzione. Si fece una fama violenta e terribile. Uccise una ragazza che aveva osato ribellarsi. Venne rinchiuso nel carcere di Venezia. Da qui non ebbe neppure bisogno di evadere. Fu rilasciato per decorrenza dei termini e mandato in soggiorno obbligato nelle Marche. Ma Berenguer non era tipo da vivere in provincia. Non gli fu difficile fuggire a Roma, dove organizzò con Albert Bergamelli una serie incredibilmente lunga di sequestri di persona. Dopo il clamore dell'omicidio dell'agente Marchisella, il «marsigliese» decise di andarsene dall'Italia. Ma prima doveva far sparire tutte le tracce del suo crimine. Uccise e bruciò in un'auto un ragazzo di 17 anni, Claudio Tigoni, che gli aveva procurato le vetture per le rapine e che poteva risultare un testimone pericoloso. r. s.
Persone citate: Albert Bergamelli, Clara Calabresi, Claudio Tigoni, Giuseppe Marchisella, Jacques René Berenguer, Marchisella, Marchisella Jacques Berenguer
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