La donna vittima del Mundial di Ugo Salvatore

La donna vittima del Mundial Con il bivacco tv La donna vittima del Mundial Al mondo saremo un miliardo davanti al video. In Italia milioni da Trieste a Palermo barricati in casa: quasi tutti maschi, calamitati laddove prospera l'antenna. Il video è fallocrate? Macché, è il campionato del mondo o, se volete, è il Mundial. Chi non possiede il televisore emigra dagli amici e dai parenti super accessoriati; chi ha rotto col prossimo, si rifugia anonimo al bar col 26 pollici incorporato. Chi ce l'ha solo in bianco e nero — pur se professa la fede juventino — cerca il colore: lo compra, lo affitta, lo accaparra dividendo le quote in due, tre, cinque, venti, come si fa per il sistemino. Le persiane sono serrate perché neppure un raggio di sole, tanto implorato nel corso della piovosa primavera, arrivi a deturpare la sacralità opaca del video. Strade deserte: sono partiti tutti per il weekend? No. La seconda casa al mare o ai monti, oppure in campagna può attendere. Siamo quasi tutti in città, inamovibili davanti al più grande spettacolo del mondo. Nessuno dovrà prendere impegni comuni, parlare o sollevare problemi: c'è la partita. La coppia si sfalda. Alle donne, gli uomini hanno consegnato ritagli di giornali, opuscoli, inserti, il programma delle trasmissioni in diretta, in differita, sulla Rete 1 o 2, della Svizzera, di Montecarlo, di Capodislria, delle private in città, nel circondario e nella regione: una tabella di marcia più rigorosa di quella che i piloti dei rallyes mettono in mano ai «navigatori». Guai a chi sbagli. Non sono ammesse distrazioni di indole televisiva. Meglio sarebbe sciogliere due cucchiaini di sale nel caffè, che perdere la terza replica di Francia-Italia sulla Svizzera, dopo aver sorbito la ripresa diretta sul Primo, la differita sul Secondo, i commenti sulla privala, la sintesi su Montecarlo. Per raggiungere l'ideale della femminilità, le donne dei tifosi dovranno non esistere o comunque condurre una vita claustrale cercando lutt'al più di prevenire desideri di birre, grappini, bicchieri di minerale, spuntini, cocacole. Dovranno persino rispettare la castità del teletifoso in pantofole, non chiedere chi ha segnato,, chi sta giocando, chi sia vincendo o perdendo. Ora tocca all'Iran: c'è anche un film sull'altro canale. Il televisore è riconquistato dalle donne? Ma voi scherzate! Tutti sappiamo che l'Iran offre meno emozioni dello luniorcasale, ma nel clima dei mondiali più che il calcio minuto per minuto, vale l'adagio «tulli i minuti calcio per calcio». Allora, per le donne è questo il momento propizio ai tradimenti? Pan per focaccia, adulterio per Mundial? — Pronto? Sei tu, Paolo? Se ti fa piacere, potremo uscire stasera; me lo chiedi da quattro anni! «Sì, te lo chiedo dalla fine degli ultimi mondiali, Monaco, ricordi? Stasera ho l'Argentina». — Un'altra donna? «No, Argentina-Francia». — Boia d'un Mundial leder! Ugo Salvatore