Accompagnatore alto, presenza, virilità (riservatissimo) offresi per casa e fuori

Accompagnatore alto, presenza, virilità (riservatissimo) offresi per casa e fuori Sulle colonne degli economici una nuova "professione,, Accompagnatore alto, presenza, virilità (riservatissimo) offresi per casa e fuori MILANO — «Accompagnatore quarantenne, alto, presenza, virilità, classe, cultura, riservatissimo, libero, vettura prestigiosa, offresi a signore e signorine per casa, uscite, gite, viaggi ». Chi ha risposto a questo annuncio apparso su diversi settimanali e quotidiani di provincia? Donne disinibite, indipendenti, frettolose che considerano l'uomo un oggetto sessuale da usare, pagare, dimenticare, come fanno gli uomini con le ragazze di vita, o signore sole che negli anni del femminismo hanno ancora bisogno per affrontare un viaggio, una cena, una serata a teatro della rassicurante presenza del maschio? E chi sarà mai quest'uomo dalla vettura prestigiosa che offre «cultura, presenza, virilità» dietro un adeguato compenso? Per rispondere a queste domande abbiamo incontrato l'insolito inserzionista. Il signor Paolo che vuole mantenere il più stretto anonimato («nel mìo lavoro la discrezione è tutto») non ha certo l'aspetto di un uomo oggetto, assomiglia piuttosto ad uno di quei professionisti che si vedono ai congressi internazionali. Indossa un impeccabile doppio petto, ha gli occhiali cerchiati d'oro, un piccolo distintivo all'occhiello della giacca e all'anulare destro un anello con lo stemma ». Sono queste le sue prime parole quando lo incontriamo dove ci ha fissato l'appuntamento: un parcheggio sotterraneo del centro dì Milano in cui è arrivato a bordo della sua prestigiosa vettura, una Ferrari azzurra metallizzata, lucente come un pavimento tirato a cera. Lasciamo a lui condurre l'incontro. Dopo essersi etichettato «serio, compassato, riservato» passa subito a raccontarci come ha iniziato questa sua originale professione che gli rende oltre due milioni al mese. «Sono diplomato in ragioneria e fino all'anno scorso lavoravo come cassiere in una grande banca. Un giorno una cliente, che conoscevo da molto tempo, una bella donna di una cinquantina d'anni, mi domandò se ero disposto, dietro compenso, ad accompagnarla in un locale alla moda dove di solito si recava il marito con la sua giovane amica. Ci andammo la sera stessa. Feci alla donna una corte discreta, come mi aveva chiesto, ed alla fine quando la riaccompagnai a casa mi dette cinquantamila lire. Pensai che ad altre donne, forse, poteva servire un accompagnatore occasionale e misi un annuncio prima in un settimanale femminile e poi in numerosi quotidiani di provincia. Fui subissato di telefonate. Decisi quindi di lasciare la banca ed iniziare a tempo pieno questo nuovo lavoro, ricco di soddisfazioni e privo di concorrenti». Ma chi sono le sue clienti? «Molte signore mi chiamano per motivi pratici, come la vedova milanese che avendo paura di uscire sola si fa scortare a cena ed a teatro una o due volte al mese, poi vi è la padrona di casa un po' superstiziosa che mi chiede di fare il quattordicesimo commensale, la signorina che vuole che l'accompagni fino all'albergo scelto per la villeggiatura perché con un uomo a fianco pensa di presentarsi in modo più consono al suo ruolo di "non zitella". Il settanta per cento delle mie clienti sono però donne sposate, sui quarantanni, stanche di una vita monotona, cercano il brivido di un momento diverso tutelato però dalla massima discrezione». Si è mai innamorato... sul lavoro? «Un buon accompagnatore deve essere sempre controllato, distaccato, ottimo regista di un frammento di vita che non deve mai cadere nel patetico o nel troppo personale. Indubbiamente alcuni casi mi hanno riempito di tenerezza. Ricordo una giovane avvocatessa che, dopo essersi trasferita a Milano dalla Sicilia, ha voluto che l'accompagnassi al paesello d'origine dove era stata invitata al matrimonio di una cugina, presentandomi a parenti ed amici come il suo futuro marito. Nonostante l'emancipazione e l'affermazione professionale questa ragazza portava inciso in sé il retaggio del proprio passato». Sì sente a volte un uomo oggetto? «Sì, capita» risponde un po' seccato puntualizzando che in realtà è soprattutto non un dispensatore di prestazioni fisiche ma di momenti di umanità. «In molte occasioni sono un confessore, l'intimo amico che ogni donna vorrebbe avere, quasi il medico di famiglia. Chiaramente un po' di paprika riesce ad insaporire molti piatti un po' scialbi. Quando occorre, certo, non la lesino». Carla Citrina

Persone citate: Carla Citrina

Luoghi citati: Milano, Sicilia